Quando una storia parte da un errore giudiziario, un film può trasformare la colpa in specchio morale, memoria e sospetto: La verità su mio padre, su Tv8 il 17 ottobre, è innanzitutto un thriller che sceglie di non puntare su shock visivi o colpi di scena “a effetto”, ma su scarti temporali e relazioni familiari che serpeggiano nell’ombra.


La premessa è chiara: Jess è condannata per l’omicidio del marito, la figlia Brianna (Christie Leverette) viene lontanamente esiliata in un’altra dimensione emotiva, e vent’anni dopo una telefonata sospetta riapre il caso che tutti credevano chiuso. È da quel momento che il film fa leva sul dubbio, sull’eredità del sospetto, sul peso del silenzio.


La macchina narrativa del tv movie diretto da Lindsay Hartley procede lungo tre direttrici parallele: il passato processuale di Jess, il presente di Brianna che torna ad affrontare un inganno, e l’indagine (costruita in crescendo) su chi effettivamente abbia ucciso quel marito. Non è un film che cerca di stupire per la brutalità dei delitti, ma che punta a sfumare le certezze lungo i dialoghi, i piccoli indizi, i conflitti interiori.

Kevin Luis, Christie Leverette, Beatriz Cavalieri
La verità su mio padre (2023) Kevin Luis, Christie Leverette, Beatriz Cavalieri

Volti e silenzi: i personaggi dentro il mistero

A fondamento del film di Tv8 La verità su mio padre c’è Brianna. Cresciuta dalla madre, Brianna affronta un viaggio che è un doppio percorso, verso la verità e verso se stessa. Quando riceve la chiamata che suggerisce l’innocenza di Jess, non è solo un fatto esterno che la scuote, ma una ferita che pulsa, un’ossessione che reclama una risposta. È la protagonista che guida lo spettatore: non è una detective professionista, ma è investita da un’urgenza affettiva che le dà forza e limiti.


Jess (Megan Robinson), la madre, rimane spesso sullo sfondo: un fantasma accusato, la cui verità è messa continuamente in discussione. Il film la dipinge in controluce: non sappiamo all’inizio se sia vittima di un’ingiustizia o responsabile di un crimine. La sua figura è specchio e leggenda familiare al tempo stesso.


Accanto a loro, emergono personaggi secondari che fungono da controcanti morali e funzionali. Il giornalista Landon (Ryan Youngwoong Kim) diventa il braccio operativo dell’indagine; la detective Jane Ellis (Frances Dell Bendert) incarna il potere giudiziario che, pur in apparenza distante, ha un ruolo decisivo nella ricomposizione del puzzle.


Catalina Ramos (Rachel Alejandro), Seth (Jim Ballard), Kim (Beatriz Cavalieri) e gli altri, pur non essendo al centro, offrono resistenze, rivelazioni intermittenti, guizzi. Insieme, costruiscono una rete relazionale dove nessuno è solo vittima o carnefice, ma portatore di segreto, filtro tra le verità nascoste e l’occhio del pubblico.


Il film pone i personaggi in un costante gioco di reticenze: ognuno nasconde qualcosa, tende a proteggersi, a controllare la narrazione con mezze verità. E sono proprio queste zone d’ombra che rendono la loro psicologia interessante: la fiducia tradita, la paura del giudizio altrui, il desiderio di redenzione. Non esistono eroi netti, ma uomini e donne in bilico tra colpa e innocenza.


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Incastri oscuri

Il tema centrale del film di Tv8 La verità su mio padre è la relatività della verità. Cosa resta della verità quando si passa attraverso processi, opinioni pubbliche, mezze smentite? Il racconto suggerisce che le verità storie non siano mai semplici, che ogni accusa (o difesa) contenga zone irrisolte. La dinamica giudiziaria (processo, testimonianza, prove) funziona come un prisma deformante: ciò che appare certo in un momento, può essere smontato nell’altro.


Un altro tema forte è quello dell’affidamento generazionale: Brianna eredita il peso del passato, ma anche i silenzi di chi ha taciuto. Il film esplora come il dolore e la colpa possano traboccare nel tempo, avvelenare relazioni e identità. Il conflitto madre‑figlia, latente e irrisolto, è il cuore emotivo della narrazione, e accompagna ogni svolta investigativa.


A livello sociale, il film invita a riflettere sul fascino dell’errore giudiziario: quanto siamo disposti a credere nella condanna facile? Quanto pesa l’opinione pubblica sulle sentenze? In un tempo in cui un’accusa può diventare verità condivisa prima che burattino del processo, il film richiama la necessità del dubbio.


E, infine, c’è un tema di responsabilità morale individuale: ogni personaggio, anche il più marginale, ha un’ombra e una possibilità di scelta e queste scelte segnano il corso della vicenda, non solo dal punto di vista narrativo ma etico.

scena
La verità su mio padre (2023) scena

Il finale spiegato

Arrivati al finale, il film di Tv8 La verità su mio padre scioglie il nodo: Jess, condannata per il delitto del marito, in realtà non era l’autrice dell’omicidio. Brianna, coadiuvata da Landon e grazie all’ostinazione della detective Ellis, scopre che il vero assassino è una figura attesa e insieme nascosta nel tessuto familiare. Le prove nascoste, i ricordi repressi e il silenzio lungo vent’anni convergono in un momento di verità dolorosa: la colpevolezza non è mai stata quella scontata, e taluni personaggi ritenuti innocui si rivelano complici, omertosi, o addirittura attivi nella menzogna.


Nel confronto finale, Brianna costringe le persone chiave a confessare: emergono confessioni, reticenze, ritrattazioni. Jess viene riabilitata nei fatti, almeno parzialmente, ma la ferita morale rimane: il film non propone un lieto fine edulcorato, bensì una chiusura fragile. Non è la giustizia legale che vince, ma la memoria condivisa e la fatica del riconoscimento reciproco. Il senso dell’epilogo è che la verità, pur ritrovata, lascia cicatrici. Nessuna redenzione totale, ma un passo verso la trasparenza, con il dubbio come compagno.

Un thriller oltre il crimine

La verità su mio padre non è un mero intrigo da tragedia giudiziaria. È un film che mette al centro il rapporto tra memoria e verità, dove l’indagine è anche ricostruzione affettiva. Hartley guida lo spettatore in un viaggio dove ogni personaggio è investimento morale, ogni rivelazione è frammento di una storia spezzata. Non un racconto sull’eroismo ma sull’atto coraggioso del dubbio e sulla riconquista, seppure parziale, della dignità.

Autore

Redazione

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Filmografia

locandina La verità su mio padre

La verità su mio padre

Thriller - USA 2023 - durata 90’

Titolo originale: Sinister Cover-Up

Regia: Lindsay Hartley

Con Rachel Alejandro, Jim Ballard, Beatriz Cavalieri, Charles Coan, Frances Dell Bendert, Matthew Desnoyers

in TV: 17/10/2025 - TV8 - Ore 13.45