La doppia vita di mio padre, il film in onda su Tv8 il 16 ottobre, si apre con un lutto: Shelby (Kimberly-Sue Murray) ha appena perso il padre, figura centrale nella sua vita. La morte porta dolore, ma anche domande. Incuriosita da possibili legami familiari nascosti, Shelby si affida a un test del DNA. Quel semplice gesto (sempre più comune nella vita reale) è la miccia di un thriller familiare dove la verità è veleno, e il passato si rivolta contro il presente.
Il tv movie, prodotto da Lifetime, non si presenta come un dramma sulle origini, ma come una discesa lenta e tesa verso la paranoia, l’inganno e l’avidità. Non ci sono madri buone o sorelle ritrovate con le lacrime agli occhi, ma dinamiche tossiche e manipolazioni affilate. Una storia che si sviluppa attorno a un’eredità contesa, in cui la scoperta di una sorella segreta è solo l’inizio di una spirale inarrestabile.

Sorellanza a scoppio ritardato
Il nucleo del film di Tv8 La doppia vita di mio padre ruota attorno a due sorelle: Shelby, cresciuta in un ambiente protetto e benestante, e Rose (Hannah Emily Anderson), la figlia dimenticata di un’altra relazione, che vive in condizioni precarie e si fa carico di una madre malata, Thora (Deborah Tennat).
L’incontro tra le due è inizialmente cordiale, persino emozionante: per Shelby, l’idea di non essere più sola è fonte di sollievo. Per Rose, invece, è un’occasione. E ben presto lo spettatore si accorge che le intenzioni delle due sono radicalmente diverse.
Rose non è solo una sorella in cerca di legami, ma una donna spinta dal rancore, dalla gelosia e, soprattutto, dall’interesse. La distanza sociale tra le due non viene mai detta apertamente, ma si sente in ogni scena: nei ristoranti che frequentano, nei vestiti che indossano, nei rispettivi compagni. Il risentimento di Rose cresce di pari passo con la scoperta del testamento del padre, e ciò che sembrava una storia di ricongiungimento si trasforma in un racconto di vendetta mascherata da affetto.
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Relazioni, maschere e doppie facce
I personaggi del film di Tv8 La doppia vita di mio padre non vivono per essere amati dal pubblico. Sono ambigui, contraddittori, spesso spregevoli. Shelby appare ingenua, ma non è del tutto innocente. Non cerca davvero una sorella, cerca un sostituto del padre. Rose, invece, indossa il ruolo della vittima solo per trarne vantaggio. Il suo compagno, Travis (TJ Chelsea), si rivela un criminale dilettante, e quando non riesce a eliminare Shelby per accelerare l’eredità, viene punito da Rose stessa. Non è un gesto di redenzione, ma un’escalation del suo bisogno di controllo.
Poi c’è Thora, la madre malata che in realtà è l’architetta dell’inganno. In un colpo di scena degno del genere, si scopre che è proprio lei ad armare la figlia, a orchestrare i tentativi di omicidio, a mettere in scena il dramma finale. È un personaggio che rompe lo stereotipo della madre sofferente: non è spettatrice, è burattinaia.
Il solo personaggio realmente “positivo” è Jen (Cory Lee), l’amica e collega di Shelby, che si rivela fondamentale per smascherare il piano omicida. E Luke (Morgan David Jones), il fidanzato, vittima sacrificale e cavaliere ferito, è lì a garantire una chiusura romantica che sa di favola forzata, un ritorno alla normalità che nessuno ha davvero conquistato.

Oltre la genetica
Il film di Tv8 La doppia vita di mio padre solleva temi complessi, anche se li affronta con i meccanismi di un thriller popolare. Cosa ci definisce davvero? Il legame del sangue? L’educazione? I segreti di famiglia possono essere seppelliti, ma quando riaffiorano – come fa il DNA – non portano riconciliazione, ma caos.
Shelby, convinta che scoprire una sorella significhi ampliare la propria identità, finisce invece in un incubo. L’eredità del padre diventa il campo di battaglia in cui il denaro svela il vero volto delle persone.
Il film racconta, senza pretese moralistiche, una verità scomoda: la famiglia non è sempre casa, e il passato non sempre merita di essere ritrovato.
C’è anche un sottotesto sull’identità costruita attraverso la tecnologia. I test genetici promettono verità, ma non sono in grado di gestire le conseguenze emotive e pratiche che tali verità scatenano. La scoperta di un legame può diventare un’ossessione, un’arma o una condanna.
Il finale spiegato
L’apice del film di Tv8 La doppia vita di mio padre è una girandola di rivelazioni e violenza. Dopo il tentato omicidio di Shelby da parte di Rose, sventato in extremis, si scopre che Rose ha rapito Jen per attirare la sorella in trappola. Ma è una foto a tradirla: nel riflesso compare il braccialetto regalato dal padre, un dettaglio che segna la fine della sua credibilità.
Il confronto finale avviene in presenza di Thora, che si rivela l’ultima maschera da togliere: è lei la mente dietro tutto. Ma l’esito le sfugge di mano. Jen si libera e neutralizza l’aggressione. Rose viene colpita e muore chiedendo dell’eredità, chiudendo la sua parabola senza alcuna redenzione.
Nel finale, Shelby accetta la proposta di matrimonio di Luke. La scena è volutamente ironica: è circondata da amici, ma non ha più famiglia. La sorellanza si è rivelata una finzione, e il ritorno alla normalità sembra più una necessità narrativa che una vera conquista interiore.
Quando il sangue non basta
La doppia vita di mio padre si inserisce in quella corrente di film che usano il contesto familiare per esplorare la violenza emotiva e fisica che può derivare dai legami spezzati. La trama si costruisce attorno a una falsa speranza di connessione e ne mostra, pezzo dopo pezzo, la decostruzione. Ogni gesto affettuoso nasconde un secondo fine, ogni scoperta porta un pericolo.
Non c’è morale evidente, e questo è un punto di forza: non ci viene detto cosa sia giusto o sbagliato, ma ci viene mostrato quanto possa essere pericolosa l’illusione di conoscere chi ci ha generati. Il film chiude il cerchio lasciando la protagonista più sola di come l’aveva iniziato, ma anche più consapevole. L’eredità che Shelby raccoglie non è quella materiale, ma la lezione amara che il sangue, da solo, non costruisce alcuna famiglia.
Filmografia
La doppia vita di mio padre
Thriller - Canada 2020 - durata 86’
Titolo originale: Deadly DNA
Regia: Michelle Ouellet
Con Hannah Emily Anderson, Kimberly-Sue Murray, Morgan David Jones, Cory Lee, Deborah Tennant, TJ Cheslea
in TV: 16/10/2025 - TV8 - Ore 13.45
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