Cosa succede quando un dirottamento aereo diventa il palcoscenico di una guerra fredda tra ideologie, intelligence e verità manipolate, è al centro di Good News, il nuovo film del regista sudcoreano Byun Sung-hyun, su Netflix dal 17 ottobre. Ambientato nel 1970, in un momento in cui l’Asia orientale è scossa da tensioni internazionali e rivolte interne, il film usa un evento estremo (il dirottamento di un volo civile) come innesco per una storia dove ogni mossa è una contraddizione, e ogni personaggio opera tra ciò che mostra e ciò che nasconde.


Con uno stile narrativo e visivo volutamente disorientante (flashback, tagli improvvisi, sogni ad occhi aperti e sequenze musicali inaspettate) Good News si muove su un crinale instabile: tra thriller geopolitico e satira feroce, tra dramma storico e spettacolo cinico. È proprio in questo equilibrio precario che il film costruisce la sua identità.

Hong Kyung
Good News (2025) Hong Kyung

L’uomo che non esiste

Il personaggio di “Nessuno”, interpretato da Sul Kyung-gu, incarna il cuore ambiguo del film Netflix Good News. È una figura invisibile ma onnipresente, la cui influenza attraversa le stanze del potere senza mai lasciarvi impronte. Non ha identità ufficiale, né motivazioni esplicite. Viene convocato quando le strategie convenzionali falliscono, e la sua presenza genera più interrogativi che certezze.


“Nessuno” non è un eroe, né un burattinaio: è un elemento irrisolvibile del sistema. La sua freddezza, il suo silenzio strategico e la capacità di piegare ogni situazione al vantaggio politico di chi lo manda in campo ne fanno un simbolo dell’interventismo occulto. Il suo ruolo non è salvare vite, ma evitare disastri diplomatici. In un mondo dove anche la verità può essere gestita come un’arma, “Nessuno” opera secondo logiche che nessuno, spettatori inclusi, ha pienamente il diritto di comprendere.

Il tenente in trappola

A contrapporsi alla calma glaciale di “Nessuno” nel film Netflix Good News c’è Seo Go-myung, interpretato da Hong Kyung. Giovane tenente dell’aeronautica militare sudcoreana, Go-myung viene coinvolto nell’operazione sotto l’autorità del direttore dei servizi segreti, Park Sang-hyeon (Ryoo Seung-bum). A lui spetta l’incarico impossibile: deviare un aereo dirottato... da terra.


Go-myung è il personaggio che subisce il peso delle decisioni altrui. Intrappolato tra la disciplina militare, il proprio senso di giustizia e la realtà manipolata dai piani alti, si muove in un crescendo di tensione morale. Non è tanto la riuscita dell’operazione a ossessionarlo, quanto il dubbio crescente sul senso stesso di ciò che sta facendo. Se tutto è negoziabile, anche la vita delle persone, qual è allora il confine tra dovere e complicità?

Sul Kyung-gu
Good News (2025) Sul Kyung-gu

La posta in gioco

Il dirottamento dell’aereo, diretto da Tokyo a Itazuke, da parte di membri della Red Army Faction, è solo la miccia iniziale del film Netflix Good News. La loro richiesta (deviare il volo verso Pyongyang) è resa quasi surreale dall’impossibilità tecnica e diplomatica di realizzarla. Tuttavia, è proprio in questo dettaglio implausibile che si svela la natura del conflitto: il piano non è progettato per riuscire, ma per forzare reazioni, esporre nervi scoperti, rivelare fragilità nei sistemi di sicurezza.


Mentre i governi coinvolti (Giappone, Corea del Sud, Stati Uniti) orchestrano operazioni disperate, le vere battaglie si consumano dietro le quinte. Un aeroporto trasformato nella copia di un altro, segnali radio intercettati, manovre di confusione tra le torri di controllo: ogni tentativo di controllo genera caos, ogni strategia porta con sé conseguenze impreviste. Nessuno vuole cedere, ma nessuno sembra sapere davvero cosa vuole ottenere.

Verità, menzogna e l’ambiguità delle notizie

Il titolo del film Netflix, Good News, ha, già in sé, un’ironia tagliente. In un mondo in cui la verità è costruita e la notizia è ciò che conviene raccontare, il film si interroga sul valore delle informazioni. La battuta ricorrente (“a volte, anche la verità mente. E le bugie dicono la verità”) riassume un tema centrale: il cortocircuito tra percezione e realtà.


Ogni personaggio, in qualche modo, mente. I dirottatori mentono sul loro fine, i governi mentono su ciò che accade, i protagonisti mentono a se stessi per andare avanti. Ma è proprio attraverso queste menzogne che si compone una narrazione collettiva, l’unica in grado di essere comunicata, e dunque di esistere agli occhi del mondo. Quando si arriva alla fine, il punto non è più sapere se i passeggeri saranno salvati, ma capire quale sarà la versione ufficiale dell’accaduto. E soprattutto: chi deciderà che quella sarà la “buona notizia”.

Niente atterraggi morbidi

Good News non offre chiusure rassicuranti. È un film che mette in crisi le aspettative dello spettatore tanto quanto i piani dei suoi personaggi. Il ritmo, spezzato e spesso imprevedibile, riflette il caos delle operazioni e delle decisioni prese sull’orlo del disastro. Ogni colpo di scena non serve solo a sorprendere, ma a ricordare che la logica, in certe situazioni, è il primo lusso a essere sacrificato.


In un tempo in cui i confini tra propaganda, informazione e intrattenimento si fanno sempre più sfumati, Good News sembra porre una domanda scomoda: cosa ci aspettiamo davvero da una “notizia”? Una versione comoda della realtà, o qualcosa che ci metta in crisi?

Autore

Redazione

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Filmografia

locandina Good News

Good News

Thriller - Corea del Sud 2025 - durata 136’

Titolo originale: Good News

Regia: Byun Sung-hyun

Con Sul Kyung-gu, Hong Kyung, Ryu Seung-beom, Derek Chouinard, Lewis Hooper