Il cinema contemporaneo ha bisogno di storie che non si limitino a intrattenere, ma che riescano a toccare corde più profonde: il film Ruth & Boaz, in uscita su Netflix il 26 settembre, si colloca precisamente in questo spazio, adattando una delle narrazioni più emblematiche della Bibbia al contesto afroamericano contemporaneo, senza perdere in intensità o risonanza emotiva.
Diretto da Alanna Brown e scritto da Michael Elliot e Cory Tynan, conta sulla produzione esecutiva di Tyler Perry e DeVon Franklin, già impegnati a creare contenuti spiritualmente significativi in collaborazione con Netflix. A interpretare i protagonisti ci sono Serayah McNeill nei panni di Ruth e Tyler Lepley in quelli di Boaz, affiancati da una solida schiera di attori, tra cui Phylicia Rashad e Kenneth “Babyface” Edmonds.

Una strada sterrata per ricominciare
Il film Netflix Ruth & Boaz si apre ad Atlanta, nella scena hip hop dove Ruth Moably sta costruendo una promettente carriera musicale. Ma l’apparenza patinata del successo si sgretola presto di fronte alla necessità di occuparsi di Naomi, una donna anziana e vedova che l’ha cresciuta come una madre. La scelta di abbandonare tutto per trasferirsi con lei in un angolo dimenticato del Tennessee è un gesto radicale, di rottura. Non una fuga, ma una dichiarazione: la vita autentica non si misura in dischi venduti o follower, ma in atti di cura e in relazioni che resistono al tempo.
Nel cuore rurale dell’America, Ruth trova qualcosa che non cercava più: Boaz, un uomo integro, radicato nel territorio e nella comunità. La loro connessione non nasce dal colpo di fulmine, ma dal riconoscersi in un dolore comune, in una solitudine condivisa, nella volontà di costruire qualcosa di nuovo. È lì, tra campi coltivati e silenzi carichi di significato, che inizia il vero viaggio.
Ruth: una voce che si spegne per ascoltare
Ruth, nel film Netflix Ruth & Boaz, è molto più che una giovane artista in crisi. È una donna che sceglie di abbassare il volume della sua vita per ascoltare quello degli altri. La sua evoluzione non è lineare: è costellata da esitazioni, resistenze, momenti di rabbia e sfinimento. Ma è proprio nella vulnerabilità che Ruth si ricostruisce, rinunciando a un’identità basata sull’apparenza per abbracciarne una più vera, radicata nella relazione con Naomi e, gradualmente, con Boaz.
L’interpretazione di Serayah cerca di reggere la complessità del personaggio con equilibrio, alternando fragilità e forza senza cadere mai in stereotipi. Ruth non è un’eroina da copione: è reale, fallibile, intensa.
Boaz: l’uomo che resta
Boaz entra in scena nel film Netflix Ruth & Boaz con una calma che disarma. Non è il classico “salvatore”, né un principe moderno. È un uomo che ascolta, che osserva, che si prende cura. La sua attrazione per Ruth non è travolgente, ma graduale, costruita su piccoli gesti, su una reciproca disponibilità a condividere le crepe. Boaz porta con sé il peso di un passato che non viene mai completamente esplicitato, ma che si intravede in ogni sguardo, in ogni pausa tra le parole.
Tyler Lepley interpreta il personaggio con misura, lasciando che siano le sfumature del non detto a parlare. Boaz è, in fondo, il simbolo di una mascolinità nuova: non egocentrica, ma relazionale; non impetuosa, ma presente.

Naomi: tra rimpianto e restituzione
Al centro di tutto c’è Naomi, interpretata da Phylicia Rashad, che dona al personaggio la sua solita autorevolezza e profondità. Naomi non è solo la madre surrogata di Ruth, ma il legame tra passato e futuro. Vedova, anziana, apparentemente fragile, diventa la vera radice su cui Ruth costruisce la sua rinascita. La loro relazione è conflittuale, ma autentica: fatta di scontri, tenerezze, promesse non dette.
Naomi è memoria vivente, ma anche speranza silenziosa. Attraverso di lei, il film Netflix Ruth & Boaz esplora cosa significhi essere famiglia senza legami di sangue, e quanto conti il prendersi cura, anche quando tutto sembra già perso.
L’amore come responsabilità
Uno dei punti di forza del film Netflix Ruth & Boaz è la capacità di raccontare l’amore non come un rifugio romantico, ma come una scelta concreta e quotidiana. Non c’è idealizzazione, né sentimentalismo eccessivo. C’è, invece, la consapevolezza che amare significa restare, anche quando sarebbe più facile andarsene. Il film sfida l’idea dell’amore come emozione travolgente e lo propone come impegno lento, fatto di fiducia, cura e sacrificio.
Il lungometraggio non nasconde le sue radici spirituali. La rilettura della storia biblica non è una semplice trasposizione moderna, ma una riflessione profonda su fede e redenzione, su cosa significhi credere in qualcosa o in qualcuno, anche quando tutto sembra perso. Ruth abbandona il proprio mondo per salvarne un altro, e nel farlo salva se stessa. Boaz non arriva a completarla, ma a riconoscerla per quella che è diventata.
La fede, nel film, non è mai predica. È silenziosa, quotidiana, incarnata nei gesti semplici: preparare una cena, attendere una telefonata, aiutare qualcuno a rialzarsi. È il filo rosso che lega tutti i personaggi, anche quelli più marginali.
Una parabola americana contemporanea
Ruth & Boaz non è solo una storia d’amore o di fede. È un racconto su come si sopravvive al dolore, alla perdita, alla disillusione, e su come, a volte, la salvezza arrivi dove meno ce lo aspettiamo: lontano dai riflettori, tra le pieghe della quotidianità, dentro un campo di grano o in una casa che sa di passato.
Tyler Perry e DeVon Franklin firmano una dichiarazione di intenti: in un mondo sempre più rumoroso, c’è ancora spazio per le storie che sussurrano. E, proprio per questo, restano.
Filmografia
Ruth & Boaz
Sentimentale - USA 2025 - durata 93’
Titolo originale: Ruth & Boaz
Regia: Alanna Brown
Con Serayah, Tyler Lepley, Phylicia Rashad, Kenneth 'Babyface' Edmonds, Gregory Alan Williams, Walnette Carrington
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