In onda su Rai 4 la sera del 31 agosto, Rodeo emerge come un film difficile da incasellare, tanto quanto la sua protagonista. È una storia d’urto, di scarti, di deragliamenti, costruita intorno a un personaggio che rifugge le definizioni, in un mondo che ne pretende a ogni costo.
Diretto da Lola Quivoron, il film si muove tra la polvere e il fuoco, tra la materia e il sogno, tra il reale più crudo e un lirismo che spiazza. Al centro c’è Julia, ragazza non conforme, travolgente, famelica di spazio e visibilità, in lotta contro ogni confine, soprattutto quello del corpo.

La furia di Julia
Non è semplice parlare di Julia, e forse è proprio questo il punto. Protagonista ambigua e spigolosa del film di Rai 4 Rodeo, Julia si presenta come un corpo in movimento, sempre sul punto di scappare via, che rifiuta l’etichetta di genere, il ruolo imposto, la funzione assegnata. Vive in strada, si intrufola nei raduni clandestini della bike life, ruba moto, sgomma, agisce. La sua entrata nel mondo dei “B-More”, crew di rider che vive al margine, è uno scossone: porta caos, desiderio, sfida.
Questa ragazza – o meglio, questo corpo che può diventare qualunque cosa – sfida non solo la gerarchia interna del gruppo, ma l’ordine sociale tout court. Si traveste, cambia pelle, prende spazio, s’insinua nelle relazioni e nei meccanismi del potere. Il suo genere è una strategia. La sua apparenza è sempre al servizio di un obiettivo: sopravvivere, esistere, imporsi. Julia è soggetto e mai oggetto, e quando qualcuno tenta di trasformarla in spettatrice della propria predazione, lei reagisce. Il suo corpo non si offre, si impone. È Medusa: chi la guarda senza il suo consenso, rischia di essere bruciato.
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Ophélie, la prigione silenziosa
Se Julia è fuoco e furia, Ophélie è un sussurro. Madre reclusa in una casa muta, moglie di un uomo assente eppure onnipresente (Domino, figura opprimente e invisibile), Ophélie incarna nel film di Rai 4 Rodeo un’altra forma di costrizione. Julia entra nella sua vita come una forza aliena, un’apertura improvvisa. Tra le due si crea un legame che sfugge alla classificazione: non è propriamente un’amicizia, né una storia d’amore, ma un legame trasformativo.
Ophélie trasmette a Julia il rituale del travestimento femminile (trucco, abiti, piccoli oggetti) ma anche una forma di compassione, di solidarietà sussurrata. In cambio, Julia le porta il mondo esterno, la spinge a muoversi, a respirare. Tuttavia, se Julia tenta di fuggire in avanti, Ophélie rimane. È troppo ancorata al suo contesto, troppo compromessa. La loro alleanza resta fragile, temporanea. Ma, in quel fragile, qualcosa si accende.

Fantasmi e motori
La narrazione del film di Rai 4 Rodeo è costruita come un percorso a ostacoli, una corsa senza tregua. La regia evita i momenti di riposo, forza lo spettatore a restare incollato al corpo di Julia, come se lo seguisse con un cordone ombelicale. Il montaggio frantumato, fatto di jump cuts e di ellissi, restituisce l’instabilità esistenziale della protagonista, il suo vivere in bilico. Non c’è psicologia, c’è solo azione.
Eppure, al centro del film pulsa qualcosa di immateriale. Tra le fughe e le acrobazie, Julia compie anche gesti rituali: brucia salvia, evoca presenze, coltiva una dimensione esoterica. La figura di Abra, giovane rider scomparso, appare nei sogni e nei rumori (il vento, l’elica, il motore). Il film sembra dire che anche nella materia più dura (il ferro, l’asfalto, il sangue) c’è posto per i fantasmi, per l’invisibile, per l’oltre.
Un’utopia tra la morte e la fuga
Se Rodeo ha la forma di un film di furto e azione, è perché il furto stesso è un gesto politico. Julia entra nel garage dei B-More prendendo il posto di un altro. Fa sua la moto, poi la scena, poi il piano. Ma non si tratta solo di crimine: il suo “grande braco” è il tentativo disperato di essere vista, riconosciuta, celebrata. Un gesto di bellezza e di pericolo. Un’autoaffermazione.
I
l finale, tragico e insieme liberatorio, si carica di simbolismo. Julia brucia, sì, ma non scompare. Si dissolve per trasformarsi, come un’araba fenice. La scena finale, quella in cui Kylian trova il denaro nascosto, introduce un’altra possibilità: che qualcosa di lei continui, che una parte della sua utopia sopravviva. Non resta nulla di morale o redentivo, solo la traccia di un passaggio, di un gesto.
Una mitologia del reale
Il film di Rai 4 Rodeo si costruisce come un mito urbano. La sua forza non sta nel raccontare una storia con linearità, ma nel generare un’immersione sensoriale, esistenziale. Ogni personaggio è un soggetto in tensione con il proprio contesto, ogni scena vibra di una materia grezza che si unisce a un immaginario più grande, più antico.
Il film sfugge alle definizioni di genere e si muove tra i codici del noir, del dramma sociale, della tragedia classica. E come ogni tragedia, non propone soluzioni ma svela le forze che agiscono nei corpi, che li muovono, li scontrano, li consumano. Julia non cerca di “trovare sé stessa”: cerca un posto dove poter essere senza compromessi. È per questo che Rodeo è un film tanto fisico quanto politico.
Rodeo è un film che non concede tregua, né al suo personaggio né a chi guarda. È costruito sulla vertigine, sull’urgenza, sull’impossibilità di stare fermi. Ma in questa corsa si riflette qualcosa di profondo: l’ansia di esistere in un mondo che costringe, che etichetta, che consuma. Julia lotta per non essere ridotta a un ruolo, a un corpo oggetto, a un dato anagrafico. Lotta con rabbia, a volte con violenza, spesso contro sé stessa. Non è un’eroina, non è nemmeno una vittima. È una figura tragica che tenta di trasformare la propria marginalità in forza motrice.
Nel rumore delle moto, nei corpi che si scontrano, nei silenzi tesi delle case-prigione, Rodeo costruisce una lingua tutta sua, fatta di materia e di simboli, di scontro e di desiderio. È un film che vibra, che non si lascia addomesticare. Come Julia, ti costringe a guardare. E a tremare con lei.
Filmografia
Rodeo
Drammatico - Francia 2022 - durata 105’
Titolo originale: Rodéo
Regia: Lola Quivoron
Con Chris Makodi, Julie Ledru, Yanis Lafki
Al cinema: Uscita in Italia il 06/07/2023
in streaming: su iWonder Full Amazon channel
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