C’è una linea sottile tra desiderio e distruzione, tra affetto e annientamento: Folle ossessione, film prodotto per Lifetime in onda su Rai 2 la sera del 30 agosto, si muove esattamente lungo questo margine, scegliendo come campo d’indagine la quieta e apparentemente rassicurante cornice di una casa borghese americana.
Dietro porte decorate e stanze ristrutturate, si agita una figura tormentata, che confonde l’amore con il possesso e la famiglia con una costruzione personale da difendere a ogni costo. Quello che inizia come una collaborazione professionale tra una decoratrice d’interni e un cliente si trasforma presto in una guerra sotterranea fatta di sorveglianza, manipolazione, violenza e autoinganno.
Il film non si propone come thriller psicologico d’autore né come studio raffinato della mente criminale. Lavora invece su archetipi familiari a chi conosce il genere: la donna sola con un passato traumatico, la famiglia apparentemente perfetta, il vicino impiccione, l’amica tradita, il marito distratto. Ma a partire da questi elementi, riesce a costruire una narrazione inquieta, in cui le azioni di un personaggio disturbato, Ava Andor, riscrivono completamente il copione della normalità.

Una trappola arredata con cura
La trama del film di Rai 2 Folle ossessione si sviluppa a partire da un incarico: Ava (Kelcie Stranahan) viene assunta da Jim Kellens (Matthew Pohlkamp) per ristrutturare la sua abitazione in vista del ritorno della moglie Miranda (Pauline Egan) e della figlia Chelsea (Ashlynn Judy). Sin dall’inizio, però, il rapporto tra Ava e Jim è segnato da tensioni latenti. La donna riversa su di lui, e sulla casa che sta arredando, il peso di un sogno infantile mai realizzato: quello di vivere con una famiglia amorevole in un ambiente bello, sicuro, stabile. Ma questa visione non è condivisa: è il frutto di una mente che si è abituata a creare scenari alternativi per sopravvivere a un passato violento.
La casa diventa così teatro e oggetto del desiderio. Ava la personalizza con cura, ma inizia anche a sabotarla: installa telecamere nascoste, cambia la disposizione degli oggetti, studia i movimenti degli abitanti. Lo spazio domestico, tradizionalmente associato a sicurezza e intimità, si trasforma in un luogo di controllo e dominio.
L’intreccio, man mano che procede, si infittisce di eventi che scivolano dal plausibile al surreale: false identità, tradimenti messi in scena, aggressioni, incendi, fino ad arrivare a un climax in cui la violenza esplode definitivamente e le maschere cadono. Ava cerca di sostituirsi a Miranda non solo nel ruolo di moglie ma anche in quello di madre. La posta in gioco non è solo l’amore, ma il controllo totale di un mondo fittizio che lei stessa ha costruito, prima dentro la testa, poi nei muri della casa.
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Un sogno spezzato con la forza
Il cuore del film di Rai 2 Folle ossessione è Ava. Tutto ruota attorno alla sua psicologia, o meglio, alla sua distorsione della realtà. La sua infanzia, scandita da abusi verbali e umiliazioni materne, viene mostrata in flashback ricorrenti. La figura della madre è centrale: una donna fredda, che le spezza il regalo più prezioso (una bambola) e le comunica, con gesti e parole, che non merita amore né bellezza. Non stupisce quindi che, da adulta, Ava cerchi di ricreare esattamente ciò che le è stato negato: una famiglia, una casa, un senso di appartenenza.
Il problema è che per farlo usa gli stessi strumenti che ha assorbito: umiliazione, violenza, manipolazione. Quando decora una stanza o quando consola Chelsea, lo fa con la tenerezza di chi crede davvero di poter salvare qualcosa. Ma quando è contraddetta, rifiutata o smascherata, reagisce con ferocia. Le sue azioni, tra cui il tentato omicidio di Miranda e il sequestro finale di Jim e Chelsea, non sono dettate solo da follia: sono il riflesso distorto di un’idea di amore che coincide con il controllo assoluto. La famiglia che desidera non è composta da persone reali, ma da figure che devono obbedire al suo copione.

Non chiamatelo solo amore malato
Il film di Rai 2 Folle ossessione non si limita a mettere in scena la deriva di una relazione disfunzionale. Il tv movie tocca diversi temi, anche se non sempre con coerenza narrativa. In primo piano c’è il trauma infantile: l’eco di una madre abusiva plasma la vita adulta di Ava, che alterna momenti di lucidità a esplosioni di rabbia e delirio. L’ossessione amorosa, qui, è solo la punta dell’iceberg: sotto c’è un vuoto affettivo mai colmato, una fame di conferme che sfocia nell’annientamento dell’altro.
C’è poi il tema della sorveglianza: le telecamere installate da Ava introducono una riflessione (forse non del tutto volontaria) sul controllo domestico, sulla possibilità di osservare e manipolare senza essere visti. La casa diventa una prigione, non solo per chi la abita, ma anche per chi l’ha decorata.
Infine, c’è un discorso (meno esplorato ma presente) sul ruolo delle donne nella narrazione: Ava, Miranda, Chelsea e Betty rappresentano modelli diversi di femminilità, generazioni a confronto, ma tutte coinvolte in un sistema che le mette in conflitto. Ava vuole essere madre e moglie, ma a modo suo. Miranda cerca di mantenere la sua famiglia e la sua carriera. Chelsea è il bersaglio innocente, mentre Betty, da vicina di casa impicciona, è anche l’unico affetto sincero che Ava sembra riconoscere.
Il finale spiegato
Nel finale del film di Rai 2 Folle ossessione, la tensione lascia il posto a una risoluzione quasi grottesca. Dopo aver tentato l’omicidio di Miranda e aver drogato Jim per poi sequestrarlo insieme a sua figlia, Ava arriva al punto di non ritorno. Non ci sono più maschere: la famiglia perfetta che voleva costruire si sgretola davanti ai suoi occhi. Jim riesce a reagire, Chelsea si libera, e Ava viene sconfitta. Ma non uccisa.
Il film si chiude con Ava rinchiusa in una clinica psichiatrica. Riceve la visita di Betty, che le riporta la bambola rotta dell’infanzia. Ava sorride, in un ultimo, inquietante momento di regressione. Non è un lieto fine classico, ma un cerchio che si chiude: la donna che voleva costruire una famiglia torna simbolicamente bambina, prigioniera dei suoi traumi. La casa dei sogni resta un’illusione.
Quando la follia si traveste da progetto di vita
Folle ossessione non è un racconto sulla gelosia né un semplice giallo domestico. È la storia di una donna che confonde l’arredamento con l’amore, la progettazione di uno spazio con la creazione di un legame. Ava non si limita a invadere una casa: tenta di riscrivere la realtà secondo le sue regole, costruendo un mondo alternativo in cui tutto (sentimenti, persone, dinamiche familiari) è parte di un grande disegno.
Il problema è che quel disegno è rotto fin dall’inizio, proprio come la bambola che le fu strappata da bambina. Il film racconta il momento in cui quel disegno si frantuma definitivamente. E lascia lo spettatore con una domanda: quanto può resistere un sogno costruito sul vuoto?
Filmografia
Folle ossessione
Thriller - Usa 2021 - durata 88’
Titolo originale: Designed for Death
Regia: Jessica Janos
Con Kelcie Stranahan, Matthew Pohlkamp, Ashlynn Judy, Pauline Egan, Roberta Hanlen
in streaming: su Rai Play
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