Nel cuore del Veneto rurale degli anni ’70, tra partite di rugby, biciclette e una sala cinematografica che cambia pelle, Le mie ragazze di carta di Luca Lucini, su Rai 1 la sera del 29 agosto, racconta il passaggio cruciale dall’infanzia alla prima adolescenza. Lo fa scegliendo la chiave della commedia, ma senza rinunciare all’introspezione e a una certa malinconia. È una storia che parla di famiglie, di trasformazioni sociali e del momento in cui tutto inizia a farsi più complesso: il corpo, l’amore, la città, il futuro.
Lucini porta sullo schermo una sceneggiatura che ha atteso anni prima di trovare la sua forma definitiva. Nata da un ricordo personale e rielaborata da Mauro Spinelli, questa è forse l’opera più sentita del regista. Il risultato è un film che respira sincerità e si appoggia sulla nostalgia non per inseguire il passato, ma per raccontare il momento esatto in cui tutto, lentamente, si spezza e si ricompone.

Una famiglia sull’orlo del cambiamento
Al centro del racconto c’è la famiglia Bottacin. Primo (Andrea Pennacchi), burbero e radicato nella sua visione tradizionale del mondo, e Anna (Maya Sansa), madre attenta e silenziosa, si trovano a fare i conti con un figlio che cambia insieme al contesto in cui cresce. Tiberio (Alvise Marascalchi), ancora impacciato e ingenuo, è il vero cuore pulsante del film di Rai 1 Le mie ragazze di carta: lo vediamo attraversare quella zona grigia tra il gioco e il desiderio, la timidezza e la scoperta, l’incanto e la perdita.
Il suo sguardo ci guida attraverso un mondo in bilico: quello della provincia che si urbanizza, delle sale cinematografiche che cedono all’hard per sopravvivere, delle relazioni che si frantumano e si ricostruiscono. Intorno a lui gravitano personaggi come Claudio (Cristiano Caccamo), amico più smaliziato, e Marika (Marta Guerrini), la compagna di classe che diventerà parte di una trasformazione fondamentale. Ma è Milly d’Italia (Raffaella Di Caprio), pornostar sui manifesti del cinema locale, a innescare nel giovane Tiberio il cortocircuito emotivo e identitario più forte.
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Il corpo, la città, il desiderio
Nel film di Rai 1 Le mie ragazze di carta il passaggio dall’infanzia alla preadolescenza è trattato non come una svolta improvvisa, ma come un accumulo di piccole scosse. Il cambiamento non riguarda solo i personaggi, ma investe l’intera comunità. Il cinema del paese, luogo di ritrovo e rito collettivo, diventa simbolo di un’epoca che si chiude: per restare aperto, dovrà piegarsi al porno. Un segno di tempi che accelerano e che impongono compromessi.
Per Tiberio, invece, quel cinema è ancora un luogo magico. E lo resterà, anche quando vi scoprirà il volto di Milly d’Italia. Il suo innamoramento, per quanto inverosimile, ha la forza dei sentimenti puri: è un’educazione sentimentale raccontata con pudore, ironia e una certa tenerezza. C’è un chiaro intento, mai didascalico, di proporre un’idea diversa della scoperta del corpo e della sessualità, un’idea legata all’emozione, all’attesa, alla fantasia. In questo senso, il film non guarda solo al passato: lancia anche una riflessione sul presente.

L’innocenza (non) è per sempre
Il grande tema del film di Rai 1 Le mie ragazze di carta è la perdita dell’innocenza, che riguarda sia i personaggi che il contesto storico. L’Italia degli anni ’70 sta cambiando: l’espansione urbana, l’apertura al mercato e l’invasione dei nuovi modelli culturali, spesso veicolati proprio dal cinema, creano una frattura nella vita delle persone comuni. La famiglia Bottacin rappresenta questo passaggio: da una ruralità solida ma limitante a un mondo urbano più dinamico ma anche più caotico.
L’innocenza che si perde è anche quella della comunità. L’ingresso della pornografia nelle sale, la modernizzazione forzata, i nuovi consumi, le tensioni tra generazioni. Tiberio, nel suo piccolo, si fa carico di tutto questo: la sua è una crescita personale che si intreccia con quella collettiva, e che il film racconta senza enfasi, ma con attenzione ai dettagli e alle emozioni sotterranee.
Un tempo che parla ancora
Le mie ragazze di carta è un film che usa la memoria non per cercare rifugio, ma per capire meglio chi siamo oggi. Il racconto si sviluppa in modo lineare, con una regia che sceglie la semplicità, e si affida a un cast ben dosato. Le interpretazioni si mantengono dentro una misura credibile, evitando il melodramma e puntando su sfumature autentiche.
C’è, in controluce, una domanda che attraversa tutto il film: cosa resta di quel tempo? Forse non molto, se ci fermiamo agli oggetti, alle abitudini, ai costumi. Ma qualcosa sopravvive nei modi di sentire, nelle paure e nei desideri che ci portiamo ancora dietro. Lucini non risponde, ma accompagna lo spettatore a porsi queste domande, con la complicità di una colonna sonora firmata da Nicola Piovani, che rievoca più che commenta, e di una fotografia che tiene insieme la luce delle campagne e le ombre delle sale cinematografiche.
In fondo, il film di Rai 1 Le mie ragazze di carta non è solo la storia di un ragazzo che scopre l’amore, il sesso e il disincanto. È il racconto di un’Italia che cambia pelle, di famiglie che cercano di restare unite mentre tutto si muove, di un’epoca che si allontana ma che ha ancora qualcosa da dirci. Lucini sceglie di raccontarlo con delicatezza, senza forzare la mano, lasciando che siano i piccoli gesti, gli sguardi, i silenzi a parlare.
È un film che si guarda con attenzione e che continua a lavorare dentro anche dopo i titoli di coda. Perché crescere, in fondo, non è mai un’esperienza individuale: è sempre qualcosa che ci lega agli altri, alle nostre radici, a un tempo condiviso che ci ha fatto come siamo.
Filmografia
Le mie ragazze di carta
Commedia - Italia 2023 - durata 94’
Regia: Luca Lucini
Con Andrea Pennacchi, Maya Sansa, Alvise Marascalchi, Cristiano Caccamo, Neri Marcoré, Alessandro Bressanello
Al cinema: Uscita in Italia il 13/07/2023
in streaming: su Apple TV Google Play Movies Rai Play Amazon Video
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