Una malattia mentale e una neurodegenerativa, due generazioni lontane, due vite scivolate ai margini, due passati che ancora graffiano: La vacanza, il film di Enrico Iannaccone in onda su Rai 5 la sera del 26 agosto, costruisce il proprio tessuto narrativo a partire da una frattura, anzi due, e si interroga su ciò che resta quando si rinuncia a fingere che le cose vadano bene. Lo fa scegliendo un passo intimo e un tono silenzioso, concentrandosi su un legame umano che non si piega alle categorie tradizionali del sentimento.


Valerio (Antonio Folletto) e Carla (Catherine Spaak( si incontrano, e quell’incontro, in apparenza casuale, si rivela il primo passo verso un confronto che coinvolge anche una terza figura: Anneke, donna dal passato irrisolto. La vacanza non è un film sul “ritrovarsi”, ma sull’avere il coraggio di stare dentro il disordine.

Antonio Folletto, Catherine Spaak
La Vacanza (2019) Antonio Folletto, Catherine Spaak

Fuori scena, dentro il caos

Nel film di Rai 5 La vacanza, Valerio è un trentenne segnato da un disturbo bipolare che ne condiziona profondamente pensieri, azioni e relazioni. L’instabilità che lo attraversa si riflette in un comportamento autodistruttivo: il rifiuto degli affetti, la rottura con la ex moglie, un uso impulsivo della rabbia come unica difesa dal dolore. Ma non è solo la patologia a definirlo: Valerio è anche un uomo attraversato da slanci di lucidità e bisogno di amore. La sua è una sofferenza che non urla, ma scava. Il suo cammino, inizialmente solitario, prende una direzione inattesa quando incontra Carla.


Carla è un’ex magistrata che ha scelto di vivere la sua malattia, l’Alzheimer, con una lucidità diversa: quella dell’accettazione. La progressiva perdita di memoria non la priva di vitalità, né tantomeno della sua intelligenza affettiva. Dove Valerio frena, lei accelera. Dove lui si agita, lei ascolta. E nel cuore di questa differenza nasce qualcosa di raro: un dialogo onesto tra due vite ferite.


Il legame tra i due si sviluppa lontano da ogni cliché relazionale: non è una storia d’amore nel senso comune, né un’amicizia rassicurante. È piuttosto un’alleanza tra due esseri umani che riconoscono l’uno nell’altra qualcosa di familiare, qualcosa che manca ovunque altrove. Il film esplora questo rapporto senza sovraccaricarlo di simbolismi, lasciando spazio alla concretezza del tempo condiviso, dei silenzi, delle domande sospese.


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L’altra metà della memoria

A complicare e, insieme, arricchire il delicato equilibrio del film di Rai 5 La vacanza interviene Anneke (Veruschka), figura complessa e stratificata. In apparenza, è la guida spirituale e affettuosa di Valerio: una maestra di yoga che si prende cura del suo equilibrio psichico con metodi alternativi, ma con sincera partecipazione. Tuttavia, dietro la calma apparente, Anneke nasconde una storia sepolta, che torna a galla proprio con l’arrivo di Carla.


Molto tempo prima, infatti, Anneke ha avuto un passato da terrorista. E tra lei e Carla esiste una ferita mai rimarginata: la donna che ora le sorride tra incensi e mantra è la stessa che, quarant’anni prima, l’aveva rapita. La visita di Carla non è casuale: è un incontro cercato, carico di senso, eppure disarmato. La richiesta di perdono da parte di Carla, più etica che emotiva, destabilizza Anneke, obbligandola a confrontarsi con le contraddizioni della sua rinascita. Il perdono non è un gesto unilaterale, e La vacanza lo mostra nel modo più spietato: non sempre chi cambia riesce a cambiare ciò che ha fatto.


Il personaggio di Anneke diventa così un controcampo essenziale alla dinamica Valerio-Carla. È testimone e catalizzatore, al tempo stesso. La sua crisi, scatenata dall’inaspettata possibilità di essere assolta, la mette di fronte al paradosso di chi predica equilibrio ma non riesce a perdonarsi.

Catherine Spaak
La Vacanza (2019) Catherine Spaak

Malattia, colpa, distanza: una geografia emotiva

I temi che attraversano il film di Rai 5 La vacanza sono molti, ma si intrecciano attorno a una stessa radice: la difficoltà di vivere accanto agli altri senza sentirsi continuamente esposti, fraintesi, giudicati. Il disturbo bipolare, l’Alzheimer, il terrorismo: più che condizioni o eventi, diventano strumenti narrativi per indagare la fragilità e le strategie (spesso imperfette) che ciascuno mette in atto per restare a galla.


Centrale è il concetto di “distanza”: non solo quella tra età anagrafiche o scelte ideologiche, ma soprattutto la distanza emotiva tra chi soffre e chi osserva. I personaggi secondari, poco empatici, irrigiditi in ruoli prestabiliti, mostrano quanto sia facile semplificare ciò che non si conosce. In questo contesto, l’unica relazione veramente autentica è quella che sfugge alle definizioni: quella tra Carla e Valerio, che si riconoscono non nei ruoli, ma nelle mancanze.


I flashback servono proprio a chiarire che ogni gesto presente ha radici antiche, e che il passato non si supera con il tempo, ma con la consapevolezza. Il film costruisce così un percorso in cui memoria e oblio si inseguono, non solo nei meccanismi della malattia ma anche nelle scelte morali dei personaggi. La vacanza del titolo non è un momento di leggerezza: è una sospensione dalla routine della finzione quotidiana. Un luogo-tempo in cui si può, forse, iniziare a smettere di mentire.

Un’intimità politica

Scritto e diretto da Enrico Iannaccone, il film di Rai 5 La vacanza non si affida all’azione o alla trama come motori principali. Preferisce la costruzione di atmosfere, la pazienza dei dialoghi, la tensione sottile delle emozioni non dette. La regia accompagna i personaggi senza forzarli, lasciando che siano i loro silenzi e contraddizioni a parlare. Non si tratta di un film che vuole dare risposte, ma di un film che osa stare dentro le domande.


Il lavoro degli interpreti contribuisce in modo decisivo a questa struttura. Antonio Folletto costruisce un Valerio mai vittimista, ma costantemente sull’orlo del collasso. Catherine Spaak, in una delle sue ultime prove cinematografiche, tratteggia una Carla piena di grazia e dignità, capace di portare il dolore con una leggerezza consapevole. Veruschka, infine, offre una Anneke ambigua ma non opaca, una donna che ha imparato a vivere nella quiete ma che non ha mai risolto del tutto il rumore del passato.


Alla fine di La vacanza, non c’è un traguardo. Non c’è redenzione né giustizia, né tantomeno una pacificazione completa. C’è, piuttosto, una nuova postura davanti alla vita: più sincera, meno protetta. Il film non chiude il cerchio: lo apre, lasciando che siano gli spettatori a completarlo con le proprie domande. Ed è forse proprio qui che il film trova il suo significato più profondo: nella possibilità di un amore che nasce non nonostante il dolore, ma attraverso di esso.

Autore

Redazione

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Filmografia

locandina La Vacanza

La Vacanza

Drammatico - Italia 2019 - durata 98’

Regia: Enrico Iannaccone

Con Antonio Folletto, Catherine Spaak, Veruschka von Lehndorff, Carla Signoris, Luca Biagini, Martina Klier

Al cinema: Uscita in Italia il 30/11/-0001

in streaming: su Apple TV Google Play Movies Rakuten TV Rai Play