Il film Gli omicidi del lago – Il demone dei sogni, diciassettesimo episodio della longeva serie crime tedesca in onda su Rai 2 il 25 agosto, punta tutto sull’ambiguità percettiva e sul crollo dell’identità. Il caso non riguarda soltanto l’indagine di un omicidio: questa volta, l’ombra del sospetto si proietta direttamente sul protagonista. La struttura classica del “whodunnit” viene messa in discussione da un’assenza: quella dei ricordi del proprio protagonista.
La cornice resta il lago di Costanza, ma ciò che viene messo al centro non è il paesaggio, bensì la frattura interiore di un commissario che si trova (forse) dall’altra parte della linea. L’episodio porta sullo schermo una tensione che si sposta dal campo investigativo a quello personale, sfidando le dinamiche tradizionali della coppia di detective e aprendo a domande scomode: può un investigatore non sapere se ha ucciso?

Un morto sulla strada, un colpevole nell’ombra
Il film di Rai 2 Gli omicidi del lago – Il demone dei sogni, si apre con un’apparente fatalità: il corpo di Jonas Merlau viene ritrovato ai margini di una strada isolata. Nessun segno di frenata, nessun testimone, nessuna pista concreta. L’ipotesi dell’omicidio si impone subito, ma a destabilizzare le indagini è un elemento imprevisto: l’investigatore Micha Oberländer (Matthias Koeberlin) arriva sul luogo del delitto con un vago senso di déjà vu e un dolore pulsante alla testa. Non lo dice ai colleghi, ma riconosce il volto della vittima.
Quel che segue non è un’indagine tradizionale: l’inchiesta si intreccia con una discesa personale nella confusione e nel dubbio. Tracce dell’incidente vengono trovate sul suo furgone. La sera prima, Oberländer era al ristorante dove Merlau e la sua compagna Aisha dovevano incontrare il venditore della barca. Ma cosa è successo dopo? Il commissario non ricorda nulla. Solo frammenti, sogni, visioni.
Una testimone afferma che tra i due uomini c’è stato uno scontro verbale, causato da un commento sgradito di Merlau nei confronti di Miriam, la compagna di Oberländer. Il cameriere conferma che il poliziotto è andato via in stato di ebbrezza. La sequenza di indizi è chiara, almeno per la magistrata Seidel: l’investigatore è colpevole.
SCOPRI TUTTI I FILM DA GUARDARE IN TV STASERA
Fratture nel duo investigativo
Nel cuore del film di Rai 2 Gli omicidi del lago – Il demone dei sogni si trova un cambiamento di equilibri: la sostituzione della storica detective Hannah Zeiler con la nuova collega Luisa Hoffmann (Alina Fritsch). Ma se da un lato questa transizione offre potenziale narrativo, dall’altro lascia intravedere un personaggio ancora in cerca di una propria definizione. Hoffmann svolge il suo ruolo, indaga, raccoglie dati, ma non lascia ancora un’impronta.
Il vero contrappeso a Oberländer è Komlatschek (Hary Prinz), collega più anziano e diretto, la cui fiducia nell’innocenza del protagonista si fa sentire con forza. Al contrario, la figura della procuratrice Seidel è volutamente costruita come antagonista: rigida, lucida, determinata a incastrare chiunque, soprattutto se porta il distintivo. Il suo soprannome a Vienna, “la regina di ghiaccio”, suggerisce un passato da cacciatrice di poliziotti corrotti.
Nonostante la fragilità apparente, Oberländer non cerca scuse. Si lascia sottoporre all’inchiesta, si interroga, vacilla. L’aspetto più interessante sta proprio in questa zona grigia: è possibile che non ricordi di aver ucciso? È più giusto combattere per provare la propria innocenza o accettare la possibilità di colpa, se i fatti sembrano parlare chiaro?

Tra incubi e identità
La perdita di memoria non è solo un espediente narrativo. Nel film di Rai 2 Gli omicidi del lago – Il demone dei sogni l’amnesia è metafora di qualcosa di più ampio: il rimosso, il dolore non elaborato, il trauma. Oberländer non è semplicemente confuso. È tormentato da visioni, da incubi che si sovrappongono alla realtà. In una delle sequenze più forti, viene assalito da una creatura da leggenda, il Nachtalb o “demone dei sogni”, che rappresenta le sue paure più profonde.
Il film lavora anche sul tema del sospetto come strumento di isolamento. Quando la fiducia viene meno, anche all’interno delle forze dell’ordine, ogni rapporto si sgretola. L’episodio suggerisce che nessuno è immune al crollo psicologico, nemmeno chi indaga per mestiere.
Non da ultimo, si riflette sulla responsabilità. Oberländer è pronto a pagare per ciò che forse ha fatto, anche senza ricordarlo. In un’epoca in cui spesso si cercano scappatoie, questa posizione colpisce: la colpa non viene rifiutata, viene accolta come possibilità reale.
La verità alla fine del labirinto
La risoluzione dell’intreccio arriva tardi, forse troppo tardi per un pubblico abituato a costruire ipotesi lungo il cammino. L’assenza di veri sospettati alternativi rende l’esperienza più labirintica che investigativa. Il colpo di scena finale, che implica un movente costruito su instabilità mentale e ossessione, sposta il racconto su un piano quasi tragico, ma richiede allo spettatore una certa sospensione di credibilità.
Eppure, il film di Rai 2 Gli omicidi del lago – Il demone dei sogni resta un episodio emblematico per il modo in cui rimescola le carte del genere: l’omicidio non è al centro della scena quanto la sua percezione; il colpevole interessa meno della possibilità di esserlo. Un poliziesco che non cerca solo il colpevole, ma esplora le crepe dell’identità di chi indaga.
Nel percorso tormentato di Oberländer, nel silenzio osservante di Hoffmann, nel rigore spietato della Seidel, si condensano le tensioni di un racconto che, al di là della soluzione finale, sembra più interessato a mostrare ciò che accade quando il dubbio prende il controllo.

Filmografia
Gli omicidi del lago: Il demone dei sogni
Giallo - Germania, Austria 2023 - durata 90’
Titolo originale: Die Toten vom Bodensee: Der Nachtalb
Regia: Michael Schneider
Con Matthias Koeberlin, Alina Fritsch, Hary Prinz, Stefan Pohl, Martina Ebm, Jaschka Lämmert
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta