In un tempo in cui il cinema romantico si rifugia spesso nel déjà-vu, L’isola del vero amore, il film in onda su Rai Premium la sera del 25 agosto, tenta una via diversa: una favola moderna ambientata nei Caraibi, dove la ricerca di un’antica reliquia diventa anche una ricerca interiore.
Con il pretesto narrativo di una pietra leggendaria che si illumina in presenza del vero amore, il film costruisce un intreccio in equilibrio tra mito, sentimento e necessità molto umane. Non siamo di fronte a un’operazione rivoluzionaria, ma è chiaro che il racconto aspiri a qualcosa di più della semplice evasione: punta a riflettere, con leggerezza, su ciò che crediamo dell’amore e su quanto siamo disposti a rischiare per esso.

Una spedizione (anche) sentimentale
La storia del film di Rai Premium L’isola del vero amore segue Maddie Turner (Katrina Norman), storica dell’arte e specialista di reperti antichi, inviata nei Caraibi alla ricerca della “Pietra dell’amore”, una reliquia mitica che, secondo la leggenda, reagisce alla presenza dell’amore autentico. Maddie, razionale e poco incline a lasciarsi andare, accetta l’incarico per salvare il suo museo grazie al finanziamento promesso da un mecenate romantico.
Nel corso della spedizione incontra Fitz (Tilky Jones), al secolo Andrew Fitzpatrick, proprietario di un hotel in declino che vede nella leggenda della pietra una possibilità per rilanciare l’attività di famiglia. I due protagonisti, inizialmente incompatibili, sono costretti a collaborare, dando il via a un’avventura tra sentieri tropicali, leggende locali e scontri caratteriali che mettono alla prova entrambi.
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Due anime, due motivazioni
Fitz e Maddie sono personaggi complementari, non solo per esigenze narrative. Lei rappresenta la razionalità, la dedizione alla conoscenza, la chiusura emotiva mascherata da professionalità. Lui incarna la disillusione e il pragmatismo, ma anche un legame viscerale con l’isola e la sua storia. Entrambi hanno un obiettivo concreto (lei vuole completare una missione accademica, lui salvare l’hotel) ma lungo il percorso si trovano costretti a rimettere in discussione le proprie certezze.
Il rapporto tra i due nel film di Rai Premium L’isola del vero amore si sviluppa tra momenti di frizione e gesti sempre più autentici, dove l’avventura esteriore fa da specchio a quella interiore. Fitz inizia a interrogarsi su cosa significhi davvero “credere nell’amore”, mentre Maddie abbassa le difese, scoprendo che forse non tutto può essere spiegato con la logica.

La voce del mito
A tenere uniti i fili narrativi del film di Rai Premium L’isola del vero amore c’è Elodia, interpretata da Alina Alcantara. Figura di saggezza e concretezza, è lei a rappresentare la voce della tradizione, della leggenda, ma anche dell’esperienza quotidiana. La sua presenza non è decorativa: guida, suggerisce, osserva. Rappresenta un ponte tra le generazioni, tra realtà e magia, tra ciò che i personaggi cercano e ciò che troveranno.
Elodia non forza nulla, ma comprende prima di tutti ciò che sta accadendo: che la vera ricerca di Maddie e Fitz non riguarda una pietra, ma la possibilità remota, fragile e potente, di riconoscere e accettare il sentimento che li lega.
Tra scetticismo e meraviglia
Il film di Rai Premium L’isola del vero amore affronta con tono leggero alcuni temi ricorrenti nel racconto romantico, ma lo fa senza appoggiarsi a retoriche forzate. Il mito della “Pietra dell’Amore” diventa un dispositivo narrativo per esplorare un dubbio che attraversa molte relazioni contemporanee: l’amore è una costruzione culturale o un fenomeno autentico e universale? Fitz ne nega l’esistenza, Maddie lo teme, ma entrambi, pur partendo da posizioni opposte, si ritrovano a dover fare i conti con ciò che non riescono più a spiegare.
Il film parla anche di fiducia, di eredità familiare, di scelte che definiscono chi siamo. L’hotel di Fitz è più di un semplice edificio: è memoria, identità, responsabilità. E anche il museo di Maddie è un simbolo: della sua carriera, della sua autonomia, della sua distanza dagli altri.
Il cuore della storia è proprio qui: nella tensione tra ciò che i personaggi vogliono proteggere e ciò che, senza accorgersene, iniziano a desiderare.
Un finale sospeso
Senza rivelare troppo, il finale del film di Rai Premium L’isola del vero amore non si chiude con un punto fermo, ma con un punto e virgola. Il vero traguardo non è trovare la pietra, ma ammettere (forse per la prima volta) che certi legami non si possono evitare, solo riconoscere. La pietra, in fondo, è un simbolo: brilla solo quando qualcuno è pronto a credere che l’amore sia reale, e a lasciarlo accadere.
L’isola del vero amore è un film che sfrutta i codici del genere senza nasconderli. Non si nasconde dietro colpi di scena o ironia postmoderna: costruisce il suo racconto con sincerità, affidandosi ai suoi personaggi e alla forza delle loro esitazioni. È una favola, sì, ma una favola che non chiede di sospendere l’incredulità: chiede solo di osservare cosa succede quando due persone smettono di difendersi.
Tra spiagge assolate e dialoghi a mezza voce, quello che resta non è tanto la magia della pietra, ma la possibilità umana, fragile e concreta, che l’amore esista davvero.
Filmografia
L'isola del vero amore
Sentimentale - Usa 2020 - durata 88’
Titolo originale: The Charm of Love
Regia: Damián Romay
Con Katrina Norman, Tilky Jones, Duncan Bahr, Antoni Corone, Mike Benitez, Lawrence H. Collins
in streaming: su Rai Play
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