Nel panorama sempre più affollato dei film per famiglie, L’isola dei delfini, su Rai Premium la sera del 18 agosto, si presenta come un prodotto fuori dal tempo, quasi controcorrente. Non rincorre l’ironia forzata dei film d’animazione, non scommette sull’iperrealismo digitale né sull’azione frenetica da blockbuster. È un film che si prende il suo tempo, ambientato in un’isola tropicale vera, abitata da personaggi semplici, e che costruisce la propria narrazione su un dilemma classico: cosa significa davvero il bene di un minore?


Girato alle Bahamas con un cast misto di professionisti e interpreti locali, diretto da Mike Disa e concepito anche come supporto post-uragano per la comunità dell’arcipelago, il film punta a trasmettere messaggi chiari: la forza dei legami, la dignità delle scelte morali e il valore della comunità.

Tyler Jade Nixon, Peter Woodward
L'isola dei delfini (2021) Tyler Jade Nixon, Peter Woodward

Vita sull’isola

Annabel Coleridge, la protagonista del film di Rai Premium L’isola dei delfini, ha 14 anni e vive da dieci con il nonno Jonah, su una barca da pesca attraccata a un piccolo molo privato nell’arcipelago bahamense. I suoi genitori, fondatori di un centro di ricerca marina, sono morti in un incidente subacqueo mentre salvavano un delfino. Da allora, Jonah si è preso cura di lei, aiutato dalla comunità locale e dalla presenza di Mitzy, il delfino con cui Annabel ha instaurato un legame speciale.


La loro quotidianità tranquilla viene spezzata quando i nonni materni, ricchi residenti di New York, decidono di reclamare la custodia legale della nipote. Si affidano all’avvocato Robert Carbunkle, disposto a usare ogni mezzo, legale o meno, per ottenere ciò che vogliono.


A complicare il quadro c’è anche Desaray, una nuova assistente sociale che inizialmente vede con sospetto lo stile di vita “non convenzionale” di Jonah. Mentre la battaglia per la custodia prende forma, Annabel si avvicina a Mateo, un ragazzo del posto dal passato difficile, e trova nella sua rete di relazioni un’alleanza invisibile ma potente.


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Il mondo di Annabel

Annabel Coleridge (Tyler Jade Nixon), nel film di Rai Premium L’isola dei delfini, è un’adolescente indipendente, intelligente e affettuosa, cresciuta tra mare, animali e una comunità coesa. È il centro morale della storia, pur non essendo mai del tutto protagonista in senso attivo: è il fulcro intorno a cui tutto ruota, ma spesso sono gli adulti a prendere le decisioni.


Jonah Coleridge (Peter Woodward) è il nonno pescatore, ex accademico, custode della memoria familiare e della dignità. Figura carismatica, di buon cuore, ma non senza ombre: il film accenna a un passato di alcolismo superato, che rende più sfaccettata la sua figura.


Mitzy è, poi, il delfino. Non è un semplice animale addestrato: il suo ruolo simbolico è quello della connessione tra Annabel, il passato dei suoi genitori e il presente del centro marino. La sua presenza continua rinforza l’idea di una relazione armoniosa tra umani e natura.


Robert Carbunkle (Bob Bledsoe) è, invece, l’avvocato antagonista, grottesco, quasi caricaturale. È il volto della corruzione legale, pronto a truccare carte e comprare consensi. La sua redenzione finale, narrativamente fragile, vuole sottolineare il valore del perdono, ma rischia di apparire poco credibile.


Desaray Rolle (Dionne Lea) è l’assistente sociale, inizialmente critica nei confronti del modo di vivere di Jonah. La sua evoluzione verso una figura di supporto è uno degli archi narrativi più coerenti del film.

Mateo (Aaron Burrows) è, infine, ragazzo del posto, inizialmente scaltro e ambiguo, poi amico leale di Annabel. Rappresenta il potenziale educativo della comunità dell’isola.


A loro si associano Sam (David Raizor) e Sheryl Williams (Annette Lovrien Duncan), i nonni materni. Rappresentano l’opulenza, il desiderio di controllo e il distacco emotivo mascherato da buone intenzioni.

Tyler Jade Nixon
L'isola dei delfini (2021) Tyler Jade Nixon

Il valore della famiglia

Il cuore del film di Rai Premium L’isola dei delfini è la riflessione su cosa significhi davvero “famiglia”. Non è il sangue o la ricchezza a determinarla, ma la cura quotidiana, la presenza, la comprensione reciproca. Jonah è tutt’altro che un genitore perfetto, ma ha costruito con Annabel un rapporto fondato su amore, rispetto e fiducia. Al contrario, i nonni materni, pur offrendo sicurezza economica, sono estranei alla realtà della ragazza.


Il centro di ricerca marino non è solo sfondo scenografico. È un simbolo di eredità, di continuità tra generazioni, e un invito implicito alle giovani spettatrici a immaginarsi in carriere scientifiche. Il legame con Mitzy e il lavoro nella conservazione marina suggeriscono un’educazione sentimentale e scientifica fondata sull’esperienza, sull’osservazione e sul rispetto.


L’opposizione tra il mondo semplice, “imperfetto ma reale” dell’isola e quello asettico e regolato dei tribunali (e della città) è evidente. Il film non maschera la corruzione, ma la ridicolizza — come se volesse dire che il male non è davvero potente, ma solo rumoroso.


Carbunkle si pente, viene perdonato. È un messaggio chiaro per il target del film: le persone possono cambiare. Ma il modo in cui questo avviene è troppo semplificato per essere credibile agli occhi di un pubblico più maturo.


La scelta di girare il film alle Bahamas, con attori locali, e di devolvere parte degli incassi alla comunità colpita dall’uragano Dorian, mostra l’intento produttivo di contribuire concretamente al territorio. La rappresentazione etnica è inclusiva e non stereotipata, anche se alcuni personaggi restano legati a cliché (il legale corrotto, il nonno burbero ma buono).

Rassicurare e non provocare

L’isola dei delfini su Rai Premium è un film che non sorprende, ma funziona. Costruito su archetipi chiari, si muove su binari narrativi collaudati, destinati a rassicurare più che a provocare. È cinema di conforto, dove la morale è esplicita, i personaggi non lasciano ambiguità, e tutto prima o poi si sistema.


Il vero protagonista non è Annabel, ma la relazione. Tra nonno e nipote. Tra uomo e natura. Tra passato e presente. In un’epoca in cui le narrazioni familiari sono spesso segnate da conflitto, separazione e freddezza, questo film propone una visione opposta: quella della cura come fondamento di ogni scelta.


Per il pubblico giovane è un racconto accessibile, educativo, emotivamente efficace. Per gli adulti è un’occasione per riflettere su cosa significa davvero “fare la cosa giusta”, anche quando farlo richiede andare contro il sistema.

Autore

Redazione

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Filmografia

locandina L'isola dei delfini

L'isola dei delfini

Sentimentale - Bahamas 2021 - durata 91’

Titolo originale: Dolphin Island

Regia: Mike Disa

Con Rafaella Biscayn, Bob Bledsoe, Aaron Burrows, Annette Lovrien Duncan, Conrad Forbes, Margaret Hogan

in streaming: su Rai Play