In Gli omicidi del Baltico – Colpo di scena, il film in onda su Rai 2 il pomeriggio del 15 agosto seguito a tre anni di distanza di Gli omicidi del Baltico – Ritorno a casa, la trama prende una piega insolita: la popolarità di un campione di pallamano viene messa a dura prova da una decisione professionale. Quando l’atleta annuncia il trasferimento in un altro club, la tifoseria reagisce con rabbia. Ma la tensione sfocia nell’assurdo quando il figlio di Mikkel Poulsen (Nicklas Kingo) viene rapito da sconosciuti che vogliono costringerlo a rimanere.
Una premessa forte, che combina sport e crimine in un quadro narrativo carico di potenziale, ma il film sembra non trovare una linea chiara: tra indagine, dramma familiare e riflessioni sociali, finisce per disperdere la propria forza.

Un gesto estremo in nome del tifo
Nel film di Rai 2 Gli omicidi del Baltico – Colpo di scena, Mikkel Poulsen è il volto simbolo dell’HBC Flensburg, idolo locale e figura centrale nella squadra. Il suo desiderio di crescita (rappresentato dal trasferimento in un club parigino) è legittimo, ma mal digerito da una tifoseria viscerale. Alcuni fan non si limitano alla contestazione verbale: decidono di colpire l’atleta dove fa più male, rapendo il figlio Jan.
Il messaggio è chiaro: o resti, o tuo figlio non lo rivedi più. La situazione precipita e Mikkel, insieme alla moglie Tamara (Laura-Sophie Warachewicz), si ritrova stretto in un ricatto che trasforma una scelta di carriera in una questione di vita o di morte.
Le indagini vengono affidate a Svenja Rasmussen (Katharina Schlothauer) e Antoine “Tony” Haller (Eugene Boateng), due investigatori che oltre al caso devono gestire anche i rispettivi nodi irrisolti sul piano personale. L’inchiesta li conduce nei meandri più oscuri della fan culture, dove il confine tra passione e fanatismo si fa labile.
SCOPRI TUTTI I FILM DA GUARDARE IN TV STASERA
Più psicologia che azione
Il film di Rai 2 Gli omicidi del Baltico – Colpo di scena mette in scena personaggi dalla costruzione variegata ma irrisolta. Mikkel, in teoria protagonista, viene tratteggiato più come pretesto narrativo che come persona viva e credibile: la sua angoscia di padre e atleta rimane sottotono.
Svenja e Tony incarnano l’anima della serie, ma il loro dinamismo investigativo è spesso interrotto da sottotrame personali. Lei, lesbica sposata con una donna che non vuole lasciare Amburgo; lui, fratello maggiore di un giovane sordo appassionato di danza. Sono personaggi progettati per rappresentare diversità e inclusività, ma troppo spesso definiti da queste caratteristiche anziché essere lasciati liberi di agire nel contesto del giallo.
Il padre di Svenja, Morten Rasmussen (Uwe Rohde), ex poliziotto ossessionato dal sospetto che il figlio defunto sia stato ucciso dai colleghi, aggiunge un altro strato alla narrazione. Ma, anche questa storyline resta (ancora una volta) abbozzata, senza trovare un vero peso nel quadro complessivo.

Sport, follia collettiva e traumi privati
Il punto di partenza del di Rai 2 Gli omicidi del Baltico – Colpo di scena è stimolante: cosa succede quando un idolo locale decide di andarsene? Quanto controllo dovrebbe avere il pubblico sulla carriera di un singolo? Il film sfiora questioni cruciali come il senso di appartenenza, la logica del “tutto per la maglia”, l’equilibrio tra affari e emozioni nello sport moderno.
C’è anche un tentativo di inserire elementi di critica sociale: la dinamica tra le forze dell’ordine, la gestione del lutto, l’omofobia latente in ambienti conservatori. Ma nessuna di queste linee viene veramente portata fino in fondo.
La parte investigativa, che dovrebbe sostenere il ritmo narrativo, è zavorrata da scene che sembrano non avere urgenza. Lo sviluppo del caso è prevedibile, e quando arriva il “colpo di scena” (con un secondo sequestro e una richiesta di riscatto milionaria) manca l’impatto emotivo.
Un thriller sbilanciato
Gli omicidi del Baltico – Colpo di scena su Rai 2 è un titolo che promette tensione e sorprese, ma il film preferisce soffermarsi su dinamiche personali e familiari. L’elemento crime rimane al servizio del contorno, non il contrario.
Anche la rappresentazione visiva rispecchia questo squilibrio: le scene di danza con Leon, ad esempio, sono curate e suggestive, mentre la suspense legata al rapimento manca di mordente. La regia di Anja Gurres si distingue per sensibilità visiva, ma non riesce a far decollare il ritmo del racconto.
Gli omicidi del Baltico – Colpo di scena affronta sì tematiche potenti ma non riesce a orchestrarle in un racconto coeso. Troppo concentrato sulle backstory dei protagonisti, troppo timido nella gestione del crimine, finisce per essere una miscellanea di spunti interessanti mai davvero sviluppati.
È un episodio che sembra cercare una sua identità tra drama e thriller, senza scegliere davvero. E nel farlo, rischia di perdere entrambi i pubblici. E per trasformare Gli omicidi del Baltico in una serie il cammino è ancora lungo.
Filmografia
Gli omicidi del Baltico - Colpo di scena
Giallo - Germania 2024 - durata 89’
Titolo originale: Der Flensburg-Krimi: Wechselspiele
Regia: Anja Gurres
Con Katharina Schlothauer, Eugene Boateng, Uwe Rohde, Wolfram Grandezka, Elzemarieke de Vos, Iris Becher
Gli omicidi del Baltico - Ritorno a casa
Giallo - Germania 2021 - durata 88’
Titolo originale: Der Flensburg-Krimi: Der Tote am Strand
Regia: Janis Rattenni
Con Katharina Schlothauer, Eugene Boateng, Teresa Harder, Wolfram Grandezka, Iris Becher, Lisa Flachmeyer
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta