Labirinto d’amore, in onda su Rai Premium la sera dell’11 agosto, è un film prodotto da Hallmark Channel, diretto da Jason Bourque e ambientato tra i paesaggi innevati del Manitoba, in Canada. Al centro della narrazione, una giornalista in crisi creativa e un gigantesco labirinto di neve. Sullo sfondo, un piccolo paese di provincia, un vecchio amico d’infanzia, e una storia che si muove tra nostalgia, amicizia e possibilità mai esplorate. Non è una rivoluzione del genere, ma è un racconto che vale la pena osservare con attenzione, soprattutto per quello che dice (o non dice) sui legami e sull’identità.

Tornare a casa per perdersi e forse ritrovarsi
Nel film di Rai Premium Labirinto d’amore, Julia (Jessy Schram), giornalista specializzata in articoli motivazionali, sta attraversando una fase di stallo. Le sue parole non ispirano più e la passione per il mestiere sembra svanita. Su suggerimento della sua caporedattrice, torna nella sua città natale per scrivere un pezzo sul valore delle piccole comunità. L’idea è semplice: allontanarsi dalla frenesia cittadina per ritrovare quella scintilla perduta.
Al suo arrivo, però, trova qualcosa di inaspettato: Nate (Marshall Williams), suo migliore amico d’infanzia, ha costruito un enorme labirinto di neve alle porte del paese. Non è un’attrazione commerciale, ma un progetto nato per divertire i residenti e offrire un punto d’incontro alla comunità. È un gesto silenzioso ma potente, che rimette in moto il desiderio creativo di Julia e innesca un progressivo cambiamento interiore.
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Amicizie, legami e vie non percorse
Julia è una protagonista che non cerca risposte definitive. Il suo ritorno nel film di Rai Premium Labirinto d’amore non ha la pretesa di essere catartico, almeno all’inizio. L’incontro con Nate non riapre vecchie ferite, ma riattiva una connessione autentica e non complicata da un passato romantico. Sono amici, punto. O almeno lo sono stati finché la vita non li ha portati in direzioni diverse.
Nate è il classico ragazzo rimasto legato al luogo in cui è cresciuto. Non ha un “grande sogno”, ma ha costruito qualcosa di significativo con le sue mani. Il labirinto diventa il simbolo di ciò che rappresenta: stabilità, creatività quotidiana, attenzione verso gli altri. Il suo approccio alla vita è diverso da quello di Julia, ma non è in contrasto con esso: è complementare.
Un terzo personaggio, Skye (Melissa Marie Elias), entra nella dinamica come interesse romantico alternativo. È una presenza più funzionale che incisiva, che mette in discussione gli equilibri ma non li altera in profondità.

Il labirinto come metafora
Il titolo Labirinto d’amore, apparentemente banale, contiene in realtà la chiave del film di Rai Premium. Il labirinto non è solo uno sfondo spettacolare: è la rappresentazione visiva del momento che Julia sta vivendo. È disorientata, come chi si muove tra muri innevati senza mappa né direzione. Ma è proprio in quello spazio, fatto di curve inaspettate e passaggi nascosti, che trova nuova ispirazione e un possibile futuro diverso.
Il film non spinge sulla drammaticità. I conflitti sono minimi, le tensioni leggere. Eppure questo tono sommesso è coerente con il messaggio: a volte i cambiamenti profondi arrivano senza rumore, nei dettagli. Il dialogo tra vita urbana e rurale, l’opposizione tra produttività e contemplazione, sono sottotracce che si intrecciano nel racconto senza mai diventare didascaliche.
Quando “niente accade” è una scelta
Il film di Rai Premium Labirinto d’amore si muove con lentezza, e non per caso. La narrazione privilegia scene ordinarie: Julia e Nate sulle altalene, passeggiate nel bosco, cioccolata calda nella neve. Sono momenti che raccontano una quotidianità vissuta con pienezza. La relazione tra i due protagonisti cresce senza scossoni, quasi senza dichiarazioni esplicite. Il “grande gesto romantico” arriva, ma non è spettacolare: è coerente con la delicatezza dell’intero racconto.
Labirinto d’amore rifiuta i colpi di scena e gli eccessi drammatici per raccontare qualcosa di più semplice e forse più difficile da mostrare: la possibilità di trovare qualcosa o qualcuno di importante nei luoghi dove si è smesso di guardare. Lo fa con una narrazione lineare, personaggi ben calibrati e un’ambientazione che si fa racconto essa stessa.
Non è un film sull’amore in senso romantico, ma sul sentirsi a casa. E forse, in fondo, è la stessa cosa.
Filmografia
Labirinto d'amore
Sentimentale - USA, Canada 2020 - durata 90’
Titolo originale: Amazing Winter Romance
Regia: Jason Bourque
Con Jessy Schram, Marshall Williams, Zoe Fish, Melissa Marie Elias, Paul Magel, Nancy Sorel
in streaming: su Rai Play
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