Il 9 aprile 1940, l’esercito tedesco invade Oslo con tre obiettivi chiari (il re, il governo, e l’oro): inizia così Gold Run – L’oro di Hitler, primo film originale norvegese prodotto dalla piattaforma Viaplay in onda su Rete 4 la sera del 4 agosto, diretto da Hallvard Bræin. Basato su uno degli episodi meno noti ma più audaci della Seconda guerra mondiale, il film racconta la fuga rocambolesca delle riserve auree della Norvegia, per evitare che finissero nelle mani del Terzo Reich.

Una missione impossibile, ma vera
La storia del film di Rete 4 Gold Run – L’oro di Hitler si concentra su un arco temporale preciso: i primi giorni dell’invasione tedesca. Il protagonista, Fredrik Haslund (interpretato da Jon Øigarden), è un funzionario del Parlamento e membro del Partito Laburista, non un militare, non un eroe da manuale. Eppure, è proprio a lui che il ministro delle Finanze affida una missione cruciale: mettere in salvo le 50 tonnellate d’oro della Banca Centrale norvegese. Nessun piano. Nessun tempo. Solo una corsa contro l’avanzata nazista.
Haslund raduna in fretta un gruppo eterogeneo: sua sorella Nini, ex volontaria nella guerra civile spagnola; un poeta diventato soldato, Nordahl Grieg; alcuni impiegati di banca; camionisti e operai. Inizia così un viaggio logorante attraverso strade innevate, linee ferroviarie e traghetti, costantemente inseguiti dai tedeschi e con il peso, fisico e simbolico, di un intero paese sulle spalle.
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Eroi per caso
Il film di Rete 4 Gold Run – L’oro di Hitler si regge su un gruppo di personaggi veri, molti dei quali realmente esistiti. Il cuore narrativo resta Fredrik Haslund, uomo metodico, capace di tenere traccia di ogni cassa d’oro anche sotto bombardamento. Questa attenzione maniacale alla procedura genera continui attriti con l’ufficiale dell’esercito norvegese che lo accompagna, interessato solo alla rapidità dell’evacuazione.
Nini Haslund (Ida Elise Broch) è la figura femminile centrale. Giovane, idealista, con esperienza di guerra e una risolutezza rara, rappresenta una generazione che ha già imparato a vivere nel caos. Accanto a lei, Nordahl Grieg (Morten Svartveit), intellettuale che ha scelto le armi per difendere la libertà, dà al film un’anima più lirica e politica.
Completano il quadro due personaggi comici: un giovane impiegato di banca impacciato e un rude camionista, improbabile coppia chiamata a contribuire a una delle operazioni logistiche più rischiose del conflitto. Dall’altra parte, i tedeschi: in particolare l’ufficiale nemico interpretato da Anatole Taubman, quasi una caricatura, un villain dai tratti grotteschi.

Logistica, identità nazionale, memoria
Gold Run – L’oro di Hitler su Rete 4 non è un film di guerra in senso tradizionale. Non si concentra sulle battaglie ma sulla logistica, sulla gestione dell’impossibile sotto pressione. È un film su un’azione invisibile ma fondamentale: spostare fisicamente l’anima economica del Paese, l’oro, per impedirne la conquista. È una missione tanto materiale quanto simbolica: impedire al nemico di controllare il futuro della Norvegia.
Il film tocca anche il tema della costruzione dell’identità nazionale. La narrazione si fonda su un episodio poco celebrato ma decisivo per la continuità dello Stato norvegese, che avrebbe poi trovato rifugio a Londra in esilio. Si parla di resistenza civile prima che militare, di azioni non spettacolari ma fondamentali.
C’è anche un discorso implicito sulla memoria e sulla rappresentazione storica. I toni leggeri, l’umorismo, la scelta di costruire alcuni personaggi su cliché quasi comici (soprattutto sul fronte tedesco), sono segnali di una scelta precisa: quella di rendere accessibile al grande pubblico una storia nazionale, trasformandola in intrattenimento senza svuotarla di significato.
Un equilibrio tra cinema popolare e storia
Hallvard Bræin dirige il film di Rete 4 Gold Run – L’oro di Hitler con un occhio più vicino al ritmo dell’action che alla ricostruzione drammatica pura. C’è tensione, ma anche spettacolo. Le ambientazioni naturali (in particolare, i fiordi norvegesi) sono fotografate con cura, e rappresentano un valore aggiunto rispetto a certi effetti digitali meno convincenti (soprattutto gli aerei tedeschi, poco credibili). Ma non è questo il punto. Il film punta sull’energia del racconto, sulla coralità del gruppo e sul valore umano della resistenza.
Gold Run – L’oro di Hitler evita il sentimentalismo, ma non rinuncia alla leggerezza. Non indulge nell’eroismo classico, ma mostra il coraggio nella forma più quotidiana: quella della responsabilità. Haslund non combatte, non spara. Agisce. E nella sua azione, porta avanti un’intera nazione.
Gold Run – L’oro di Hitler non cerca la spettacolarizzazione del conflitto né il revisionismo storico. Racconta una storia reale e poco nota con ritmo, ironia e una discreta tensione, mantenendosi in bilico tra film d’avventura e cronaca storica. È una riflessione sul ruolo dei civili in tempo di guerra, su quanto il destino collettivo dipenda spesso da persone comuni poste in situazioni straordinarie.
Non è solo un film su un trasporto di oro. È il racconto di un gesto collettivo di sopravvivenza nazionale. E su questo fronte, colpisce nel segno.
Filmografia
Gold Run - L'oro di Hitler
Guerra - Norvegia 2022 - durata 117’
Titolo originale: Gulltransporten
Regia: Hallvard Bræin
Con Jon Øigarden, Ida Elise Broch, Sven Nordin, Eivind Sander, Axel Bøyum, Morten Svartveit
in streaming: su Infinity Selection Amazon Channel Infinity+
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