In Project Silence, primo film catastrofico del regista sudcoreano Kim Tae Gon in onda su Rai 4 la sera del 31 luglio, la distruzione non viene dal cielo né da una pandemia, ma si insinua attraverso un cortocircuito nel rapporto più fidato dell’essere umano: quello con il cane. La pellicola fonde suspense, scenari apocalittici e critica sociale, puntando tutto sulla dimensione umana del disastro.

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Project Silence (2023) scena

Un ponte, un blackout, un branco

Nel film di Rai 4 Project Silence, siamo su un ponte sospeso nella nebbia che collega la città all’aeroporto. Un ambiente quotidiano, un’infrastruttura apparentemente solida. Ma qualcosa va storto. Un improvviso banco di nebbia provoca un gigantesco incidente a catena. Poi, il ponte inizia a cedere. E nel caos, si libera una minaccia inattesa: cani militari geneticamente modificati, parte di un esperimento segreto denominato Project Silence, fuggono da un veicolo ribaltato e cominciano a cacciare i sopravvissuti.


Il pericolo non è solo fisico, ma psicologico. Project Silence lavora sulla sospensione dell’orientamento, sulla perdita di controllo e sulla fragilità dei legami umani. Non c’è modo di fuggire: nessuna via d’accesso al ponte, linee di comunicazione interrotte, catastrofi che si rincorrono (gas tossici, crolli, incidenti aerei). Ogni tentativo di sopravvivenza diventa un test morale.


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Otto ritratti nella nebbia

La coralità del film di Rai 4 Project Silence è costruita con precisione. Otto sopravvissuti, molto diversi tra loro, si trovano intrappolati nella stessa situazione. L’accidente li obbliga a fare fronte comune, pur partendo da fragilità, pregiudizi e storie personali.


Jung-won (interpretato da Lee Sun Kyun, già visto in Parasite), è un consigliere presidenziale in missione personale: accompagnare la figlia adolescente, Kyung-min, all’aeroporto per gli studi all’estero. Uomo razionale, esperto di sicurezza, è costretto a gestire un disastro senza precedenti mentre cerca di proteggere la propria figlia con cui ha un rapporto complicato.


Jobak (Ju Ji Hoon) è un meccanico di carattere ruvido e ironico, accompagnato dalla sua cagna fedele, Jodie. Inseguito da problemi economici e insoddisfazioni personali, incarna l’uomo comune catapultato in una crisi che lo costringe a riscoprire il coraggio.


Il dottor Yang (Kim Hie Won) è lo scienziato che guidava il convoglio militare contenente i cani da guerra. È l’unico consapevole del vero pericolo, ma crolla emotivamente sotto il peso della responsabilità. Il suo personaggio introduce un’altra dimensione: la scienza come forza ambigua, tanto salvifica quanto letale.


Accanto a loro, una coppia di anziani, Byung-hak e Soon-ok, e due sorelle, Miran e Yura, completano il mosaico. Ognuno reagisce al pericolo in modo differente, rivelando la gamma delle risposte umane alla paura: altruismo, panico, egoismo, determinazione.

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Project Silence (2023) scena

L’animale che siamo

Il punto di rottura su cui insiste il film di Rai 4 Project Silence non è solo il crollo fisico del ponte, ma quello simbolico del confine tra familiarità e minaccia. Il regista Kim Tae Gon lo dichiara chiaramente: voleva esplorare la tensione che emerge quando un ambiente noto, e perfino gli animali domestici, si trasformano in un pericolo mortale.


In tal senso, il film non si limita a essere un disaster movie. È anche una riflessione sulla fragilità della fiducia e sull’illusione di controllo. I cani Echo, simbolo distorto del “migliore amico dell’uomo”, non sono mostri fantasy, ma creazioni scientifiche realistiche. La loro violenza non ha nulla di metafisico: è programmata, addestrata, umana.


La narrazione porta lo spettatore a interrogarsi sul prezzo dell’innovazione militare, sull’invisibilità dei rischi quotidiani e sulla tenuta delle relazioni sociali in contesti estremi. Il ponte diventa così uno spazio-limite, una zona sospesa dove si ridefiniscono identità e priorità.

L’urgenza nel dettaglio

Il film di Rai 4 Project Silence si distingue per una messa in scena iper-realista, frutto di un lavoro tecnico meticoloso. Il direttore della fotografia Hong Kyung Pyo (Parasite, Burning) adotta una camera a spalla per il 90% delle inquadrature, amplificando la sensazione di immersione e vulnerabilità. Le luci fluttuano tra opacità e strappi di violenza visiva, simboleggiando il passaggio da calma apparente a caos totale.


La sceneggiatura di Park Joo Suk, già autore di Train to Busan, mantiene la tensione costante grazie a un crescendo ben orchestrato di eventi, mai ripetitivi, sempre più claustrofobici. Il film non si concede tregue né parentesi retoriche: ogni sequenza è progettata per aumentare la pressione emotiva.


Gli effetti visivi, affidati al Studio Dexter, leader coreano del settore, si integrano perfettamente con l’ambiente fisico. Il crollo del ponte, le esplosioni e i cani Echo sono tutti resi con un realismo tale da far dimenticare l’uso del digitale. Anche le coreografie degli attacchi, curate da Lee Geon Moon, accentuano l’aspetto “animale” e imprevedibile della minaccia.


Infine, la scenografa Han Ah Rum ha costruito un ponte a grandezza naturale su un set gigantesco, offrendo agli attori un terreno concreto su cui muoversi, riflettendosi nella fisicità delle interpretazioni e nell’impatto visivo dell’opera.


Con Project Silence, Kim Tae Gon rinnova il genere catastrofico senza ricorrere all’inverosimile. La minaccia non viene da un altro pianeta, ma da una scelta umana: trasformare un compagno in un’arma. Il risultato è un film che, pur mantenendo un ritmo serrato e spettacolare, spinge a interrogarsi sul rapporto tra controllo, fiducia e sopravvivenza. Un’esplosione di tensione lucida che tiene lo spettatore in bilico fino all’ultimo istante.

Autore

Redazione

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Filmografia

locandina Project Silence

Project Silence

Catastrofico - Rok/Hk 2023 - durata 101’

Titolo originale: Project Silence

Regia: Tae-gon Kim

Con Lee Sun-Kyun, Ju Ji-hoon, Kim Hee-won, Moon Sung-Keun, Soo-jung Ye

in streaming: su Apple TV Google Play Movies Amazon Video Timvision Mediaset Infinity Rakuten TV Prime Video