L’afide e la formica, il film trasmesso da Rai 5 la sera del 22 luglio, è il primo lungometraggio di Mario Vitale e nasce da un’urgenza: raccontare la Calabria contemporanea, non come sfondo stereotipato di degrado o criminalità, ma come terreno vivo di incontro, cambiamento e crescita.

Una maratona per la vita
Il film di Rai 5 L’afide e la formica si muove su un doppio binario narrativo: da un lato la storia di Fatima (Cristina Parku), adolescente di origini marocchine in cerca del suo posto nel mondo; dall’altro quella di Michele Scimone (Beppe Fiorello), professore di educazione fisica radicato in un passato che lo opprime. I due percorsi si intrecciano attorno a una sfida sportiva (una maratona) che diventa metafora del superamento dei limiti personali e culturali.
La vicenda inizia in medias res, quando Michele decide di rompere con un passato segnato da un evento tragico: la morte del figlio. La sceneggiatura evita i flashback tradizionali, preferendo un linguaggio onirico per trasmettere il trauma del protagonista. Tale approccio non solo arricchisce la profondità psicologica del personaggio, ma mantiene la narrazione tesa e coinvolgente.
Il ritmo del film segue l’arco di trasformazione dei protagonisti, procedendo per piccoli avvicinamenti, fratture e ricongiungimenti. La maratona finale diventa il punto culminante, una sorta di catarsi che segna la rinascita di entrambi.
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Fatima e Michele
Nel film di Rai 5 L’afide e la formica, Fatima è una ragazza che vive tutte le contraddizioni di chi appartiene a una seconda generazione: nata e cresciuta in Calabria, parla il dialetto, frequenta la scuola, eppure non si sente del tutto parte del contesto. La sua identità è sospesa tra due culture. Il suo sogno, correre, è semplice ma potente: una forma di espressione fisica e simbolica della sua volontà di affermazione. Fatima non è una vittima, né un’eroina retorica: è una ragazza che inciampa, esita, ma insiste.
Michele è invece un uomo in crisi. Lutto, colpa, fallimento personale e professionale si intrecciano in un’esistenza contratta e nevrotica. La sua figura rappresenta un’altra Calabria: quella ferita, intrappolata in codici culturali rigidi, ma non priva di risorse. Il rapporto con Fatima lo costringe a rimettere in discussione tutto: i suoi pregiudizi, le sue paure, il suo ruolo nel mondo. Attraverso il confronto con lei, riscopre la possibilità del cambiamento.

Integrazione e identità
Il film di Rai 5 L’afide e la formica affronta l’integrazione non come uno scontro tra mondi, ma come un dialogo possibile. La storia di Fatima è quella di molti ragazzi cresciuti in Italia da genitori stranieri (la madre di Fatima, Amina, ha il volto di Nadia Kibout): perfettamente inseriti eppure spesso percepiti come “altro”. Vitale evita scorciatoie sociologiche e preferisce guardare da vicino le sfumature emotive e le reazioni individuali. L’identità, in L’afide e la formica, non è un punto di partenza, ma un percorso accidentato.
Attraverso Michele (Valentina Lodovini interpreta Anna, la madre di suo figlio tragicamente scomparso), il film mette a fuoco la difficoltà di uscire dai condizionamenti di un contesto chiuso. La Calabria descritta non è un luogo immobile, ma un crocevia: di storie, memorie e possibilità. La rinascita del protagonista passa per un atto di consapevolezza e rottura con il passato, che non è rifiuto delle radici ma tentativo di ridefinirle in un presente diverso.
La maratona è, poi, il cuore simbolico del racconto. Lo sport, con il suo linguaggio universale, è il mezzo che permette il superamento dei confini culturali. Correre diventa una forma di resistenza, di affermazione e di contatto. È attraverso l’allenamento, la fatica condivisa, l’obiettivo comune che Fatima e Michele costruiscono una relazione reale, fatta di fiducia reciproca.
Un film sull’incontro
Mario Vitale sceglie per il film di Rai 5 L’afide e la formica un tono sobrio e diretto, ispirandosi alla tradizione del cinema europeo che tratta tematiche adolescenziali con onestà e senza condiscendenza. La scelta di non mostrare direttamente il trauma originario, ma di inserirlo in sequenze oniriche e surreali, dimostra una cura formale e una volontà precisa di evitare scorciatoie drammatiche.
Interessante anche la scelta di ambientare la storia a Lamezia Terme, città simbolica nella sua normalità, lontana dai cliché. Qui si incontrano due mondi che, nella storia, scoprono una somiglianza inaspettata: entrambi spinti dal bisogno di riconoscimento, appartenenza, riscatto.
L’afide e la formica è un film sull’incontro. Sulla possibilità che il dialogo tra generazioni, culture e storie possa portare a un cambiamento autentico. Non c’è una morale imposta, non c’è un lieto fine forzato: c’è una corsa, reale e simbolica, verso qualcosa che ancora non ha nome ma che merita di essere cercato.
Fatima corre per affermare se stessa. Michele corre per lasciarsi qualcosa alle spalle. Insieme, vincono molto più di una gara.
Filmografia
L'afide e la formica
Drammatico - Italia 2021 - durata 99’
Regia: Mario Vitale (II)
Con Giuseppe Fiorello, Valentina Lodovini, Cristina Parku, Nadia Kibout, Alessio Praticò, Annamaria De Luca
Al cinema: Uscita in Italia il 04/11/2021
in TV: 13/09/2025 - Rai Movie - Ore 10.20
in streaming: su Prime Video Amazon Video Rai Play
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