Il titolo originale, The Paramedic Who Stalked Me, racconta tutto prima ancora di iniziare mentre Gli occhi blu dell’ossessione, quello italiano scelto da Rai 2 per il film in onda il 12 luglio, risulta forse più poetico ma altrettanto diretto. Eppure, dietro l’etichetta da thriller televisivo del sabato sera, si nasconde un film che, volutamente o meno, sfiora la commedia involontaria, flirta con l’horror psicologico e approda, infine, al melodramma grottesco.
È il classico racconto Lifetime: una giovane donna in pericolo, un uomo affascinante ma squilibrato, una madre iperprotettiva e un crescendo di minacce sempre più surreali. Ma Gli occhi blu dell’ossessione riesce a distinguersi per la sua sfacciata dedizione al delirio narrativo, e un villain così disturbato da rasentare la caricatura… se non fosse per la sua preoccupante verosimiglianza.

La resurrezione di un amore malato
Nel film di Rai 2 Gli occhi blu dell’ossessione, Chloe è una teenager qualunque, carina, spensierata, incosciente il giusto. Una notte esce di nascosto per stare col fidanzato Bryce e gli amici. L’adolescenza la tradisce: un incidente d’auto, causato da un ubriaco recidivo, la lascia gravemente ferita. Entra in scena Matt, paramedico belloccio che la rianima… e che da quel momento non smetterà più di cercarla.
Matt ha perso la fidanzata al ballo di fine anno dieci anni prima. Quando vede Chloe, riversa su di lei ogni suo dolore, ogni desiderio non realizzato. La salva, le ruba un ciondolo a forma di angelo e una copia delle chiavi di casa. Si insinua nella sua vita con regali, attenzioni e una maschera di dolcezza, spacciandosi per un salvatore romantico. In realtà, è un manipolatore letale, ossessionato dall’idea di ricostruire un passato che non tornerà mai più.
Il film si trasforma rapidamente in un horror psicologico, dove ogni gesto di Matt è una tappa verso l’annullamento della volontà di Chloe. Interviene la madre Karen, personaggio a metà tra l’eroina lucida e il cliché della “mamma che ha ragione fin dall’inizio”. Bryce finisce in coma, la partner di Matt viene pugnalata, e la tensione si trasforma in un gioco perverso tra predatore e preda.
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Bellezza tossica e adolescenza ferita
Matt (Andrew Spach) è il centro magnetico del film di Rai 2 Gli occhi blu dell’ossessione. Bello da togliere il fiato, ma con gli occhi vuoti di empatia. Il suo fascino diventa una trappola narrativa: ci seduce, poi ci respinge. È il classico “uomo che salva per possedere”, figura inquietante che incarna la dinamica del salvatore-narcisista. La sua follia cresce con precisione meccanica, fino a culminare in una danza prom finale che è allo stesso tempo ridicola e terrificante.
Chloe (Lexi Minetree) è la sorpresa positiva. La sua interpretazione, per quanto incastrata in una scrittura prevedibile, ha un cuore autentico. Riesce a passare dal ruolo di vittima a quello di sopravvissuta con un arco narrativo che funziona, almeno nel contesto del film. È un personaggio più sveglio di quanto sembri e lo dimostra nel finale.
Karen (Maeve Quinlan), madre single e battagliera, è il personaggio che tiene tutto insieme. Spinta da un istinto primordiale di protezione, rappresenta l’unico adulto capace di leggere la realtà per quella che è. Il film le dà ragione fin dall’inizio, rendendola quasi una Cassandra suburbana.

La nostalgia patologica, la mascolinità distorta, la sorveglianza
Il tema più potente del film di Rai 2 Gli occhi blu dell’ossessione è la distorsione del lutto. Matt non ha mai elaborato la morte della sua ragazza, bloccandosi in un eterno ritorno che lo porta a vedere in Chloe una reincarnazione. È una nostalgia malata, che diventa ossessione e poi violenza.
C’è anche una riflessione implicita (ma non troppo) sulla mascolinità tossica: Matt si arroga il diritto di “salvare” e “possedere” una ragazza che non ha mai scelto di essere al centro della sua fantasia. L’idea che l’amore giustifichi qualsiasi comportamento viene smontata in modo brutale.
Infine, il film gioca con l’idea della sorveglianza: il paramedico ha accesso a case, informazioni mediche, spostamenti. È l’uomo che sa tutto, vede tutto e approfitta della fiducia che il sistema gli concede. Una critica implicita al potere invisibile che alcune figure possono esercitare nella quotidianità.
Il finale spiegato
La scena culminante del film di Rai 2 Gli occhi blu dell’ossessione si svolge nel luogo simbolo dell’ossessione di Matt: la palestra del liceo, addobbata come se fosse il ballo di fine anno. Chloe, costretta in un vestito da sogno e incatenata nella fantasia di Matt, capisce che non può scappare. Decide allora di giocare con la sua mente: gli offre una danza, una promessa d’amore, un bacio. E al momento giusto, lo colpisce, scappa, salva la madre e affronta Matt con le sue stesse armi: il defibrillatore.
Il messaggio è chiaro: la realtà deve rompere l’incantesimo della fantasia. Matt, prigioniero del suo delirio, finisce in un istituto psichiatrico dove, nella scena finale, fissa con desiderio la nuova infermiera. Il ciclo non si è spezzato: si è solo spostato.
Gli occhi blu dell’ossessione non è un grande film, ma è un film enorme… nel suo essere folle. È una storia che si prende sul serio mentre scivola verso l’assurdo, con momenti così sopra le righe da risultare irresistibili. La regia non osa mai troppo, ma lascia spazio agli attori, soprattutto Spach e Minetree, di spingere il pedale emotivo al massimo.
È cinema televisivo, certo, ma capace di tenere incollati con il suo mix di tensione, cringe e melodramma. Un’opera che, per quanto disturbante, parla a un pubblico abituato a riconoscere il pericolo anche dietro un sorriso rassicurante. E forse è proprio questo il suo merito più grande: trasformare la bellezza in una minaccia e l’amore in un’arma.
Filmografia
Gli occhi blu dell'ossessione
Thriller - Usa 2023 - durata 87’
Titolo originale: Psycho Paramedic
Regia: Dave Thomas
Con Lexi Minetree, Andrew Spach, Maeve Quinlan, Nick Clark, Erica J Orr
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