In un’epoca in cui il cinema d’autore fatica spesso a coniugare riflessione e leggerezza, Rémi Bezançon torna con un film che riesce a farlo con naturalezza disarmante: Un colpo da maestro, su IWonderFull dal 22 luglio. La sua è una tragicommedia travestita da farsa burlesca, ma sotto l’apparente semplicità si cela una riflessione profonda sul senso dell’arte, il lutto e il valore inestimabile dell’amicizia.

Tra realtà e menzogna, vita e morte
Al centro del film Un colpo da maestro ci sono due uomini: Renzo, un pittore geniale ma dimenticato, e Arthur, un gallerista che crede ancora nel suo talento nonostante il mondo dell’arte l’abbia archiviato. Renzo è in piena crisi creativa e personale: ha perso la voglia di dipingere, il rispetto del pubblico, e soprattutto Esther, sua moglie defunta, la cui assenza è una presenza costante.
In un atto disperato e surreale, i due escogitano un piano folle: far credere al mondo che Renzo sia morto, per far esplodere il valore delle sue opere. Il trucco funziona. Le quotazioni schizzano, le tele si vendono come mai prima. Ma il gioco si fa pericoloso: perché la morte, anche se simulata, lascia sempre tracce.
Il film si muove così in bilico tra il comico e il tragico, tra l’arte e la truffa, tra la finzione e la verità più cruda.
Due solitudini che si tengono in piedi a vicenda
Renzo, interpretato nel film Un colpo da maestro da Bouli Lanners, è un artista totale, impulsivo, orgoglioso, anarchico. Vive nel suo atelier come un eremita urbano, tra barattoli di vernice, sigarette spente e citazioni colte. È un uomo spezzato dal dolore, capace però di grande tenerezza. La sua arte è sincera, rabbiosa, esistenziale. E il suo disprezzo per il mercato dell’arte è autentico quanto la sua difficoltà a sopravvivere.
Arthur, interpretato da Vincent Macaigne, è il suo esatto opposto: razionale, diplomatico, vestito come un curatore di prestigio ma attraversato da un’irrequietezza silenziosa. Arthur è stato allievo di Renzo, ma ha abbandonato l’arte per vendere quella degli altri. Eppure, in lui c’è un’ammirazione incondizionata per l’amico. L’amicizia tra i due è la vera spina dorsale del film: una connessione fatta di dipendenza reciproca, ironia, e sacrificio.

L’arte, la morte, il compromesso
Un colpo da maestro è prima di tutto un film sull’arte. Ma non quella delle gallerie chic, bensì quella sporca, sincera, fragile. Bezançon ci mostra il processo creativo come qualcosa di doloroso e instabile, che si nutre tanto della vita quanto del vuoto. L’arte di Renzo nasce dal lutto: “Tutta la mia pittura è uscita dal sorriso di Esther”, dice. Il film interroga quindi il legame tra dolore e creazione, e lo fa senza retorica.
C’è poi la riflessione, amaramente attuale, sul valore postumo dell’arte. Perché un artista vale più da morto che da vivo? Il film non dà risposte, ma mette in scena un meccanismo perverso che conosciamo bene: quello che trasforma la morte in marketing e la sofferenza in quotazione.
Infine, c’è il tema dell’amicizia come atto di fede laico, che nel film si manifesta con una complicità a tratti assurda, ma mai gratuita. Arthur e Renzo sembrano saltare nel vuoto insieme, tenendosi per mano, come in una comica tragica. E il film li segue con tenerezza, tra truffe, spari e tele squarciate.
Realismo intimo con punte di surreale
La regia di Rémi Bezançon è volutamente essenziale: pochi piani, camera a spalla, intimità totale con gli attori. L’idea era quella di non sovraccaricare la narrazione, e lasciare che fossero i volti, i silenzi, le crepe nei dialoghi a raccontare. Il film Un colpo da maestro è girato con una piccola troupe, quasi come un’opera indipendente, e questa leggerezza produttiva si riflette anche nell’atmosfera: fluida, spontanea, vera.
La colonna sonora, firmata da Laurent Perez del Mar, è un altro punto di forza. Invece di scegliere l’orchestrale classico, Bezançon ha voluto un mix tra acustico ed elettronico, dove la musica racconta il contrasto tra l’arte “alla vecchia” di Renzo e la modernità che lo circonda. Fino a toccare vette emozionanti con la canzone finale All You’ve Got.
L’uso di brani punk (Ramones, Cannibale) rafforza l’anima ribelle del film, e costruisce un’identità sonora fuori dagli schemi.
Un’opera viva, imprevedibile, umana
Un colpo da maestro è un film che riesce a essere, nello stesso tempo, una critica al mondo dell’arte contemporanea, un’ode alla creazione sincera, e un ritratto dolente e divertente dell’amicizia maschile. Una storia che sfiora la farsa, ma affonda nelle emozioni reali. Una commedia che sa prendersi sul serio senza diventare mai pesante.
Bezançon, con la sua solita grazia malinconica, firma forse il suo film più libero. Lanners e Macaigne formano una coppia memorabile, intensa e comica. E noi spettatori ne usciamo con il cuore più leggero… e un po’ più consapevoli.
Filmografia
Un colpo da maestro
Commedia - Francia, Belgio 2023 - durata 85’
Titolo originale: Un coup de maître
Regia: Rémi Bezançon
Con Vincent Macaigne, Bouli Lanners, Bastien Ughetto, Anaïde Rozam, Aure Atika, Michel Nabokoff
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta