Nel cinema thriller di natura telesiva, dove la tensione si mescola spesso a drammi familiari e psicologie borderline, il film Nuotando nella follia su Rai 2 la sera del 5 luglio si distingue per la sua capacità di fondere melodramma, suspense, e delirio ossessivo in un unico cocktail tossico. Il film, prodotto da Lifetime nel 2022, è una parabola disturbante sull’ossessione amorosa, sulla fragilità della fiducia e su quanto l’acqua, da sempre simbolo di vita e rinascita, possa diventare il teatro perfetto per la morte.

Sydney Hamm, Cj Hammond
Nuotando nella follia (2022) Sydney Hamm, Cj Hammond

Quando la piscina diventa trappola

Il film di Rai 2 Nuotando nella follia parte da un’apparente situazione ordinaria: Parker Scott, padre single temporaneo e marito in crisi, cerca di aiutare la sua bambina, Ashley, a superare la paura dell’acqua. Sua moglie Ellen è in clinica per disintossicarsi dopo aver lasciato quasi annegare la figlia in un momento di blackout alcolico. Per aiutare Ashley, Parker assume Sabrina Jameson, una giovane e talentuosa istruttrice di nuoto.


Ma Sabrina porta con sé un passato oscuro: ex promessa olimpica del nuoto, è caduta in disgrazia dopo essere stata rifiutata dal suo allenatore e aver tentato di ucciderlo. Tornata alla vita civile, sembra aver ritrovato un equilibrio lavorando con i bambini. Ma quando incontra Parker, tutto precipita. La sua attrazione per uomini maturi riemerge, alimentata da un bisogno disperato di amore e controllo. E chi si mette sulla sua strada, compresa la madre che tenta di farla ricoverare, rischia di pagare con la vita.


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Maschere d’acqua e inganni familiari

Sabrina Jameson, interpretata da Sydney Hamm, è il cuore pulsante e tossico del film di Rai 2 Nuotando nella follia. Dietro la sua bellezza da bagnina e il sorriso rassicurante si nasconde un mostro mosso da una fame affettiva insaziabile e da un narcisismo patologico. È una figura tragica e spaventosa: incapace di distinguere amore da possesso, tenerezza da controllo.


Parker Scott, il padre ingenuo e troppo disponibile (CJ Hammond), rappresenta il classico protagonista maschile del thriller domestico: affascinante, ma cieco. Troppo preso dal senso di colpa e dalla gestione familiare per vedere i segnali allarmanti.


Ellen, sua moglie (Shellie Sterling), è forse il personaggio più interessante nel suo percorso da vittima passiva a madre lucida e combattiva. Da figura in penombra, derubata della fiducia di marito e figlia, torna protagonista assoluta nel finale.


Infine, Donna Dean (Mackenzie Possage), la nuova istruttrice e medaglia olimpica, è l’unico vero ostacolo per Sabrina. È anche il personaggio che rompe la finzione e prova a rivelare la verità, ma proprio per questo viene eliminata con precisione spietata.

Cj Hammond, Shellie Sterling
Nuotando nella follia (2022) Cj Hammond, Shellie Sterling

Ossessione, identità e l’invisibile ciclo della violenza

Il film di Rai 2 Nuotando nella follia lavora su più livelli, pur mantenendo un ritmo da soap-thriller. Il tema centrale è l’ossessione e il bisogno patologico di controllo affettivo. Sabrina non vuole solo essere amata: vuole sostituire, annientare e riformattare la famiglia ideale che ha scoperto. In questa operazione, ogni donna diventa rivale, ogni legame umano un ostacolo da spezzare.


Altro tema forte è quello della maternità: sia nella sua versione fallita (Khloe, madre di Sabrina) sia in quella redenta (Ellen), la maternità è continuamente messa in discussione, esaminata nei suoi limiti e nelle sue colpe. Sabrina, orfana affettiva, costruisce un’ideologia personale dove “essere scelta” significa esistere.


Anche l’acqua, elemento simbolico dominante, è ambivalente. Non solo luogo di terapia e sport, ma strumento di morte, di occultamento, di manipolazione. In piscina non si nuota: si affoga, si inganna, si muore.

Il finale spiegato

Nel finale del film di Rai 2 Nuotando nella follia, l’ormai sospettoso Parker affronta Sabrina, che gli mostra una foto ritoccata in cui ha sostituito la faccia della moglie con la propria. È l’apice del suo delirio: non vuole più sedurre Parker, ma diventare Ellen. Quando lui tenta di chiamare la polizia, Sabrina cerca di annegare anche lui. A salvarlo è proprio Ellen, che torna in scena armata di una mazza e di una nuova determinazione.


Il colpo di grazia (letterale) arriva con Sabrina che cade in piscina, apparentemente destinata alla stessa morte che ha inflitto. Ma Ellen la rianima, non per pietà, ma per assicurarsi che affronti la giustizia. È un gesto lucido: non vendetta, ma chiusura del cerchio.


La scena finale (la famiglia finalmente unita che gioca in piscina) ha il sapore amaro di una riconquista. L’acqua torna a essere simbolo di vita, ma solo dopo essere stata campo di battaglia.


Nuotando nella follia
riesce nell’impresa di superare le sue stesse premesse da film per la tv grazie a una costruzione narrativa tesa e coerente, personaggi ben delineati e un villain memorabile. Sabrina è una figura disturbante, che non si dimentica facilmente, e il film sa sfruttare bene il genere per raccontare qualcosa di più profondo: il vuoto lasciato dalle figure genitoriali, il bisogno di riconoscimento, e le ombre che l’amore può generare quando si trasforma in possesso.


Un film che nasconde un ritratto crudo e credibile della follia quotidiana. E che, in fin dei conti, sa come tenerti sott’acqua fino all’ultimo respiro.

Autore

Redazione

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Filmografia

locandina Nuotando nella follia

Nuotando nella follia

Thriller - Usa 2022 - durata 85’

Titolo originale: Swim Instructor Nightmare

Regia: Doug Campbell

Con Sydney Hamm, Cj Hammond, Shellie Sterling, Kiarra Beasley, Mackenzie Possage, Elijah Mahar