Rai 4 propone la sera del 3 luglio in seconda serata il film Wolfkin. Diretto dal regista lussemburghese Jacques Molitor, è un affascinante fantasy/horror che ruota intorno al racconto di una madre e di un figlio, uniti nell’amore ma divisi dal destino.

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Wolfkin (2022) scena

Madre e figlio

Elaine (Louise Manteau), la protagonista del film di Rai 4 Wolfkin, è una madre single che combatte giornalmente per conciliare un programma di lavoro intenso e la crescita del proprio figlio Martin (Victor Dieu). Al ragazzo manca il padre, che ha abbandonato entrambi ancor prima della sua nascita, e un giorno, improvvisamente, Martin inizia a mostrare atteggiamenti strani e incontrollabili, incomprensibili anche per mamma Elaine, con cui ha un legame fortissimo.


La situazione precipita quando il ragazzo morde selvaggiamente uno dei suoi compagni di classe ed Elaine, disperata e alla ricerca di aiuto e spiegazioni, decide di recarsi dai nonni paterni (Marja-Leena Junker e Marco Lorenzini), importanti viticoltori della regione della Mosella.


Elaine e Martin vengono accolti calorosamente nella lussuosa magione ed entrambi rimangono inizialmente affascinati dall’aura di sontuoso mistero che aleggia nella tenuta. Ma la vera natura della famiglia non tarderà a rivelarsi ed Elaine è consapevole che del destino di questa elegante ma oscura famiglia fa parte anche suo figlio. Fino a che punto potrà spingersi per il bene di Martin, sarà disposta ad accettare una sua sofferente “normalità” o ad accogliere la sua natura?


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Una storia sull’amore incondizionato

Con il film di Rai 4 Wolfkin, Jacques Molitor offre uno sguardo intenso e originale su uno dei miti gotici più misteriosi e intriganti (quello del lupo mannaro) e, al tempo stesso, affronta in modo innovativo il genere horror, fondendolo con rilevanti e scottanti questioni contemporanee. 


“Ho sempre desiderato realizzare un film horror, che per me rappresenta il genere per eccellenza attraverso cui esprimere idee personali o politiche. In effetti, le origini di Wolfkin risalgono a una situazione che mi ha toccato personalmente. Anni fa, ho scoperto che gran parte della storia della mia famiglia e della mia identità erano una bugia bianca. Uno shock che mi ha portato a confrontarmi e a pormi domande difficili sulla condizione umana. Come possiamo definire realmente i legami familiari? Si tratta di amore, valori condivisi... o la nostra identità è un mero risultato della genetica?”, ha spiegato il regista.


Wolfkin è una storia sull’amore incondizionato, che si rivela pienamente solo quando Elaine accetta la maledizione che giace sopita in suo figlio ed è pronta a perdere il Martin che conosce affinché possa seguire il suo destino. “Vuole che Suo figlio diventi un mostro da circo?” chiede, con profonda serietà, il medico di famiglia a Elaine. In realtà, desidera solo conformare Martin alle “norme”, proprio come hanno fatto generazioni di professionisti della sanità nel corso della storia con persone che hanno avuto la sfortuna di essere diverse”.

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Wolfkin (2022) scena

Uno spirito idealista

Elaine, la protagonista del film di Rai 4 Wolfkin, è uno spirito idealista e libero che spesso si scontra con chi la circonda. Il rapporto simbiotico che la lega al figlio Martin oscilla tra puro amore e senso di colpa: Patrick, il padre di Martin, è scomparso appena ha appreso della sua gravidanza, senza mai averle spiegato i motivi per cui l’idea di avere un bambino gli ha causato tanta angoscia.


Oggi Elaine difende il comportamento sempre più inquietante del figlio, compensando così la sua mancanza di fiducia materna. Nel frattempo, Martin è combattuto tra la rigida educazione dei suoi nonni (che vogliono sopprimere l’animale dentro di lui e cancellare ogni traccia della sua bestialità) e il desiderio di diventare un lupo, come suo padre.


Il finale di Wolfkin non offre soluzioni facili né redenzioni consolatorie: è una scelta, dolorosa ma necessaria, che spinge Elaine ad abbandonare ogni illusione di normalità per abbracciare la verità più scomoda. In un mondo che stigmatizza la diversità, il film di Molitor ci ricorda che amare davvero qualcuno significa anche lasciarlo essere ciò che è, anche se fa paura.


Wolfkin chiude così il cerchio di un racconto cupo e potente, dove l’orrore non sta nella trasformazione mostruosa, ma nell’imposizione di una maschera per rendere tutto più accettabile. Un horror psicologico e politico che resta dentro, anche dopo i titoli di coda.

Autore

Redazione

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Filmografia

locandina Wolfkin

Wolfkin

Horror - Lussemburgo 2022 - durata 90’

Titolo originale: Kommunioun

Regia: Jacques Molitor

Con Louise Manteau, Victor Dieu, Marja-Leena Junker, Jules Werner, Marco Lorenzini, Myriam Muller

Al cinema: Uscita in Italia il 24/08/2023