Una ragazza affitta il seminterrato della casa di famiglia a un uomo apparentemente normale ma la sua vita viene risucchiata da una spirale di controllo, violenza e bugie: accade nel film Il killer del piano di sotto, in onda su Tv8 il 2 luglio, che parte con le regole del film romantico e le usa contro lo spettatore. Nessuna relazione sana, nessun salvatore. Solo una donna intrappolata nella sua stessa casa, circondata da uomini che la vogliono usare, possedere o annientare.
Lifetime firma un altro titolo di genere che mescola ossessione domestica, omicidi coreografici e svolte da soap opera. Ma sotto la superficie camp, il film tocca temi precisi: la vulnerabilità femminile, il sessismo quotidiano, la violenza che si camuffa da premura. Non è raffinato, ma funziona. E colpisce più a fondo di quanto sembri.

“Mi casa, non su casa mia”
Nel flm di Tv8 Il killer del piano di sotto, Alison, giovane avvocatessa declassata a commessa d’outlet, vive nella casa dei genitori dopo la morte del padre. Affitta il seminterrato a James, uomo misterioso con un profilo falso e delle cicatrici troppo coreografate per non essere sospette. Mentre Alison cerca di sfuggire ai soprusi del suo capo Brandon e ricostruirsi una carriera legale, James si insinua nella sua vita come un coinquilino gentile e sexy, pronto a cucinare, riparare lavandini e, oh sì, uccidere.
La tensione cresce mentre James elimina uno a uno gli uomini attorno ad Alison, inizia a spiarla con telecamere nascoste, falsifica messaggi e costruisce una realtà alternativa dove lui e lei sono una coppia perfetta. La casa si trasforma in una trappola e il seminterrato in una tana da serial killer, tra segreti sepolti in giardino e finali (quasi) mortali.
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Archetipi che parlano
Quello che rende il film di Tv8 Il killer del piano di sotto avvincente è proprio il modo in cui i personaggi si intrecciano in un gioco sottile di percezioni e ambiguità. Alison, interpretata da Cindy Busby, incarna una donna moderna che ha però perso la rotta: avvocato di formazione ma costretta a fare la commessa, si rifugia nella casa dei genitori e decide di affittare il seminterrato per rialzarsi da un momento di stallo professionale. La sua vulnerabilità è la molla narrativa: scaturisce da una buona dose di empatia ma anche da un eccesso di fiducia, che la costringe a lottare per riappropriarsi del proprio spazio e della propria sicurezza.
James (Marcus Rosner) entra in scena come il coinquilino ideale, uomo separato e affascinante, con cicatrici sul corpo e nella mente. Inizialmente sembra un aiutante discreto, pronto a riparare il lavandino e cucinare per lei; ma è proprio dietro quel volto rassicurante che si nasconde un predatore morboso che stravolge l’equilibrio della casa e della mente di Alison. Attraverso lui, il film mette in scena la metastasi della fiducia in ossessione e violenza.
Sarah, la migliore amica, impersonata da Donna Benedicto, è la coscienza spontanea e preveggente. La sua presenza sostiene Alison, la avvisa dei pericoli e rappresenta la forza della solidarietà femminile. Ed è significativo che la prima vittima del seminterrato emotivo di James sia proprio lei, che, troppo fedele, paga il prezzo più alto.
Brandon (Benjamin Wilkinson) costituisce l’altra faccia del potere predatorio: un capo che molesta Alison sul posto di lavoro, incarnazione di una mascolinità abusiva, non violenta quanto James ma ugualmente tossica. La dinamica tra loro accentua il tema del corpo come campo di battaglia – dal luogo del lavoro alla casa stessa.
Infine, Michael (Emy Aneke), un collega avvocato e vecchio compagno di studi, è l’illusione di una via d’uscita professionale e forse sentimentale. Il suo ruolo è ambiguo, e il fatto che diventi anch’egli vittima lascia intendere come ogni tentativo di costruire un’alleanza si trasformi in un rischio nel mondo manipolato da James.

Controllo, ossessione e patriarcato sotto pelle
Il film di Tv8 Il killer del piano di sotto non è solo un thriller casalingo, è una parabola sulla perdita del controllo. L’ossessione di James si nutre di un’idea malata d’amore e possesso, e la casa diventa il simbolo di una femminilità violata: il seminterrato è la mente invasa, la cucina lo spazio domestico sequestrato, la videocamera l’occhio patriarcale che tutto giudica.
C’è anche una critica implicita al mondo del lavoro: Alison, pur essendo qualificata, viene sfruttata, molestata e costretta a barattare dignità con sopravvivenza. Il sistema legale, le forze dell’ordine e i colleghi uomini falliscono uno dopo l’altro. Solo l’amicizia con Sarah rappresenta una forma di resistenza.
Il finale spiegato
Il finale del film di Tv8 Il killer del piano di sotto è in puro Lifetime-style: James rapisce, lega, scava tombe e confessa. Ma Alison, ormai sveglia, ribalta la situazione con una finta seduzione e una badilata ben assestata. Quando la polizia arriva, scopriamo che James è responsabile di sette omicidi precedenti. Ciononostante, sembra quasi una nota a piè di pagina nel tono scanzonato del film, che chiude con Alison e Sarah finalmente libere, nuove avvocatesse, pronte a ordinare tacos con un “Sí, por favor!” che sa di vendetta e tortilla.
Il killer del piano di sotto è un prodotto tipico di Lifetime: al tempo stesso assurdo, coinvolgente, e sorprendentemente politico. Gioca con il genere, flirta col trash, ma affonda il colpo quando meno te lo aspetti. È un thriller che parla di corpi (e corpi maschili, finalmente oggettificati), di spazi personali, di microviolenza quotidiana. E lo fa con il sorriso assassino di James e la resilienza sottovalutata di Alison.
Non è un capolavoro, ma ha qualcosa da dire. E lo dice forte. Con una badilata.
Filmografia
Il killer del piano di sotto
Thriller - Canada 2019 - durata 90’
Titolo originale: The Killer Downstairs
Regia: Tony Dean Smith
Con Cindy Busby, Marcus Rosner, Donna Benedicto, Emy Aneke, Josh Byer, Ben Wilkinson
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