Nel catalogo delle produzioni Lifetime, il film Ho quasi sposato un serial killer su Rai 2 il 4 agosto è il perfetto esempio di thriller casalingo: sensazionalista, esagerato, ma capace di aggrapparsi a un’ansia reale. La paura di non conoscere mai davvero la persona che si ama. Quello che parte come una commedia romantica finisce in una fuga per la vita. Ma ciò che rende il film irresistibile è proprio il suo tono fuori scala: tra codici segreti su zucchero filato, maschere chirurgiche e tonnellate di vino, è impossibile non rimanere incollati allo schermo.

Dalle coccole al coltello
Nel film di Rai 2 Ho quasi sposato un serial killer, Krista Allen interpreta Camille, una professoressa che vive una vita tranquilla con la figlia adolescente, Violet. Tutto cambia quando Rafael, il fidanzato perfetto, le lascia involontariamente intravedere un anello di fidanzamento nella sua giacca. Un dettaglio romantico che si trasforma presto in preludio all’orrore. Dopo un salto a casa di Rafael, Camille scopre nel garage un inquietante muro ricoperto di ritagli di giornale e foto di ragazze scomparse. L’ultimo volto nella bacheca? Il suo.
Quello che segue è un incubo a occhi aperti: Camille riesce a scappare grazie alla telefonata di Violet e a un ingegnoso uso di una parola in codice. Rafael viene arrestato e condannato all’ergastolo. Ma sei mesi dopo, l’inferno torna: Rafael evade, si rifà il volto con un intervento plastico e uccide il chirurgo. Camille e Violet vengono inserite in un programma di protezione testimoni e spedite a Willowfield, California, con nuove identità.
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Madri, figlie e psicopatici camaleontici
Krista Allen è il cuore del film di Rai 2 Ho quasi sposato un serial killer. Camille, il suo personaggio, incarna la madre protettiva, ma anche l’ingenua romantica che si fida troppo in fretta. Pur essendo sopravvissuta a un serial killer, si lascia nuovamente incantare da un affascinante sconosciuto, Brian, che si rivela essere proprio Rafael sotto mentite spoglie. Il suo percorso è segnato da un continuo alternarsi di istinto materno e cieca vulnerabilità amorosa.
Violet (Zoë Lillian), la figlia, è la voce della ragione nel film. Nonostante i tipici tratti adolescenziali come la testardaggine o il bisogno di libertà, è l’unica a notare le incongruenze, a mantenere il sangue freddo e a cercare soluzioni concrete.
Rafael/Brian (Louis Mandylor) è la quintessenza del cattivo Lifetime: carismatico, manipolatore, metamorfico. Da uomo dei sogni a incubo vivente, il suo personaggio è una critica esagerata ma efficace all’uomo predatore, pronto a rifarsi la faccia pur di ottenere ciò che vuole: il controllo.

L’identità, la fiducia e l’amore tossico
Il film di Rai 2 Ho quasi sposato un serial killer gioca tutto sul concetto di identità. Non solo Rafael cambia volto, ma Camille e Violet devono rinunciare alle loro vite, ai loro nomi, ai loro legami. L’identità diventa instabile, manipolabile, messa in discussione a ogni svolta.
Al centro c’è anche il tema della fiducia cieca, in particolare quella femminile nei confronti dell’amore romantico. Camille vuole credere che qualcuno possa amarla senza secondi fini, e questo desiderio diventa la sua debolezza più grande. Lifetime ci mette in guardia: anche il principe azzurro può avere un coltello dietro la schiena.
Infine, c’è il rapporto madre-figlia, che emerge come vero fulcro emotivo. Nonostante le tensioni, le due si salvano a vicenda più volte. L’amore tra Camille e Violet è ciò che impedisce a Rafael di vincere: è la loro alleanza, più della legge o dell’FBI, a ribaltare le sorti.
Il finale spiegato
Il finale del film di Rai 2 Ho quasi sposato un serial killer è tanto assurdo quanto soddisfacente. Dopo mille segnali ignorati, Camille scopre chi è davvero Brian/Rafael solo nel momento della proposta. L’anello, lo stesso visto mesi prima, le riaccende la memoria. Rafael ripete il copione, come se il suo amore tossico fosse un rituale da replicare.
A salvarla è un colpo ben piazzato, un po’ di lacca per capelli e l’istinto animale di una madre pronta a tutto. Violet viene salvata, Rafael muore, e madre e figlia possono finalmente festeggiare il sedicesimo compleanno come si deve. Niente uomini nuovi. Solo un brindisi tra donne che hanno imparato, sulla loro pelle, a non fidarsi delle apparenze.
Ho quasi sposato un serial killer è uno di quei film che non puoi prendere troppo sul serio, ma che riesce comunque a colpire. Perché dietro le trovate improbabili, i colpi di scena forzati e i bicchieri di vino infiniti, c’è un messaggio chiaro: l’amore non basta, serve anche lucidità.
E, se il romanticismo diventa una gabbia, il vero lieto fine è saper dire no, prendere tua figlia per mano e colpire al cuore il mostro con tutto quello che hai.
Filmografia
Ho quasi sposato un serial killer
Thriller - USA 2019 - durata 90’
Titolo originale: I Almost Married a Serial Killer
Regia: Nadeem Soumah
Con Krista Allen, Zoë Lillian, Brooklyn Brailsford, Louis Mandylor, Adamo Palladino, Avra Friedman
in streaming: su Prime Video
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