Nelle terre luminose del Sud Italia, Stéphane Freiss firma il suo esordio alla regia con Alla vita, in onda su Sky Cinema Due la sera del 7 giugno, un film delicato e intenso, dove i sentimenti esplodono nel silenzio, le tradizioni pesano come catene invisibili, e la libertà (se arriva) è sempre una conquista lacerante. Alla vita è un film che parla sottovoce, ma dice tutto.

Lou de Laâge
Alla vita (2022) Lou de Laâge

La missione, l’incontro, la frattura

Nel film su Sky Alla vita, una famiglia ebrea ultra-ortodossa arriva ogni anno in una masseria delle Puglie per una missione sacra: la raccolta dei cedri, frutti simbolici nella festa ebraica di Sukkot. Ma questo viaggio, apparentemente rituale, si trasforma in uno snodo esistenziale per Esther, giovane figlia del rabbino Aaron Zelnik, interpretata da Lou de Laâge.


Nel silenzio denso dei campi assolati, Esther incontra Elio (Riccardo Scamarcio), il contadino che possiede la terra. Elio parla poco, ma osserva molto. Tra loro nasce qualcosa che non può chiamarsi amore secondo i codici della Torah, ma che ha tutta la forza sovversiva dell’attrazione e del riconoscimento reciproco. Una possibilità di rinascita.


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Figure inquiete in un teatro sacro

Esther, la protagonista del film Sky Alla vita, è l’anima in rivolta. Ha fede, ma è oppressa. Ha dolcezza, ma anche fame di libertà. Lou de Laâge la interpreta con una fisicità trattenuta, mai teatrale, costruendo un personaggio che comunica soprattutto attraverso ciò che trattiene.


Elio, contadino pugliese segnato dal lavoro e dal silenzio, è interpretato da un sorprendente Riccardo Scamarcio, qui lontano dalle pose da star e calato in un ruolo di fragilità muta. “Riccardo ha un tale fascino naturale che dovevo spesso chiedergli di smorzarlo un po’”, racconta Freiss. Ne è uscito un personaggio che abita la terra, ma è sospeso in un vuoto interiore.


Aaron, il padre, è il vero antagonista: non in senso morale, ma simbolico. Rappresenta il peso della trasmissione, l’educazione che diventa oppressione. Pierre-Henry Salfati, kabbalista e filosofo nella vita reale, dona ad Aaron una credibilità che va oltre la recitazione.


A completare il quadro, Silvia, la “prigioniera consenziente”, è un personaggio minore solo sulla carta. La sua resilienza rassegnata è lo specchio di ciò che potrebbe essere il futuro di Esther, se non scegliesse di disobbedire. Ha il volto di Astrid Meloni.

Lou de Laâge, Riccardo Scamarcio
Alla vita (2022) Lou de Laâge, Riccardo Scamarcio

La fede, la libertà e la tradizione come “prigione”

Il film Alla vita, in prima tv su Sky, è una parabola moderna sull’emancipazione e il peso dell’eredità spirituale. Freiss non demonizza la religione, ma ne denuncia la chiusura, l’asfissia che può generare quando diventa sistema chiuso, impermeabile al dubbio. Il film pone una domanda semplice ma vertiginosa: cosa resta della fede quando manca la libertà?


Alla vita
, il titolo stesso, è un’esortazione: a scegliere, a rinascere. Una frase tratta dal Deuteronomio: “Ho posto davanti a te la vita e la morte… tu sceglierai la vita”. Ed è proprio questo che accade a Esther: sceglie, e nel farlo, si separa, perde, ma anche si ritrova.

La luce contro il dogma

L’estetica del film Sky Alla vita è quanto di più distante dal cliché grigio e claustrofobico del cinema religioso. La fotografia di Michele Paradisi è una dichiarazione di intenti: la luce solare, abbacinante, delle Puglie diventa un elemento narrativo. La messa in scena della fede non avviene nell’ombra, ma sotto il sole, in un Eden che accoglie ma può anche respingere.


La regia di Freiss, alla sua prima prova, sorprende per sensibilità visiva e pudore narrativo. Il montaggio, affidato ad Aline Hervé, è lo strumento attraverso cui il film trova la sua voce. La scelta di aprire il film con Esther che legge la lettera è un colpo di genio che sposta subito il cuore della storia nel suo vissuto interiore.


Anche la musica in Alla vita è parte del racconto. Da Lucio Dalla a Niaz Diasamidze, fino alla composizione originale di Giovanni Mirabassi, ogni nota è scelta con cura maniacale. La scena in cui Esther rimette in funzione il mangianastri e parte La casa in riva al mare è un momento di grazia: la musica diventa strumento di resistenza, di ricordo, e forse di salvezza.


Ogni scena è attraversata da questa urgenza, da questa voglia di dire qualcosa che per troppo tempo è rimasta inascoltata. “Alla vita” è un film sull’uscita dal patriarcato religioso, ma anche sull’amore, la solitudine, e l’impossibilità di appartenere pienamente a due mondi.


Lou de Laâge lo sintetizza così: “La ricerca di una donna di sfuggire a un ambiente asfissiante e trovare il coraggio di vivere secondo ciò che il suo istinto le chiede è universale”. E ha ragione. Perché Esther siamo tutti noi quando decidiamo, anche con paura, di essere fedeli solo a ciò che sentiamo giusto, anche se significa tradire tutto ciò che ci è stato insegnato.

Autore

Redazione

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Filmografia

locandina Alla vita

Alla vita

Drammatico - Italia/Francia 2022 - durata 100’

Titolo originale: Face à toi

Regia: Stéphane Freiss

Con Riccardo Scamarcio, Lou de Laâge, Anna Sigalevitch, Luigi Diberti, Astrid Meloni

Al cinema: Uscita in Italia il 16/06/2022

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