Se vi aspettate una di quelle storie edificanti su adozioni, nuove famiglie e seconde possibilità, il film La mia piccola principessa in onda su Tv8 il 3 giugno non fa al caso vostro dal momento che si presenta come una variante inquietante e sovversiva di un cliché ormai usurato. Ciò che inizia come un dramma familiare toccante si trasforma progressivamente in un thriller psicologico dai toni gotici suburbani, dove il bisogno di amore e appartenenza si deforma fino a diventare ossessione, manipolazione e quasi omicidio.

Sarah Abbott, Alicia Leigh Willis
La mia piccola principessa (2019) Sarah Abbott, Alicia Leigh Willis

L’illusione di essere speciale

Nel film di Tv8 La mia piccola principessa, Lizzy è una bambina di dieci anni con alle spalle un’infanzia devastante: una madre tossicodipendente, abusi psicologici, solitudine. Viene adottata da Julianna, una donna in carriera apparentemente perfetta, e si ritrova a vivere con lei e con il compagno Greg, padre dell’adolescente Allie. Fin dall’inizio, Lizzy lotta per trovare un senso d’identità: bugie a scuola, furti in casa, scontri con la sorellastra. Ma tutto cambia con un test del DNA.


Scoprire di avere un legame lontano con una dinastia nobiliare tedesca (i fittizi Wittelsbaum) scatena in Lizzy un delirio di grandezza: si convince di essere una principessa. Da quel momento, tutto ruota attorno a questa convinzione. Compra abiti reali con la carta di credito della madre, costruisce un “muro investigativo” degno di un thriller, e inizia a disprezzare la realtà che la circonda: la sua nuova famiglia, la scuola, la sua città. È l’inizio di una spirale discendente che culmina con tentativi di sabotaggio, minacce a compagni, e infine un’aggressione che quasi uccide la sua insegnante.


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Archetipi disturbati e profondamente umani

Lizzy (Sarah Abbott) è il centro gravitazionale del film di Tv8 La mia piccola principessa. Bambina traumatizzata, manipolatrice precoce, vittima e carnefice allo stesso tempo, rappresenta una generazione cresciuta tra promesse non mantenute, social media, e la narrazione tossica che per valere bisogna essere “speciali”.


Julianna (Alicia Leigh Willis), la madre adottiva, incarna la madre moderna: razionale, affettuosa, permissiva. Ma il suo desiderio di guarire Lizzy con amore e conferme si rivela ingenuo, persino pericoloso. Non vede i segnali. O li ignora.


Allie (Kelly irene Whyte), la sorellastra, è inizialmente la voce del realismo, ma anche dell’ostilità. Cresciuta in una famiglia divisa, lotta per ritagliarsi uno spazio in una nuova dinamica familiare in cui non si riconosce. La sua evoluzione, da rivale ad alleata, è forse il punto più autentico del film.


Greg (Jeff Teravainen), padre bohémien e artista, è il personaggio meno incisivo, ma rappresenta bene una certa fragilità maschile di fronte a crisi familiari complesse: spesso passivo, spesso ignorato.

Alicia Leigh Willis, Jeff Teravainen
La mia piccola principessa (2019) Alicia Leigh Willis, Jeff Teravainen

Identità, tra trauma e desiderio

Il film di Tv8 La mia piccola principessa si muove abilmente su diversi piani tematici, alcuni più evidenti, altri più disturbanti. Primo fra tutti, il desiderio di identità: Lizzy non vuole solo una famiglia, vuole una narrativa che la riscatti dalla sua origine traumatica. Scoprire di essere una principessa diventa il modo per negare ciò che è stata, senza dover affrontare quel dolore.


C’è poi il sogno americano, travestito da sogno monarchico: la convinzione che si possa salire nella scala sociale, non con l’impegno, ma con il sangue blu. È una critica tagliente alla mitologia dell’“essere speciali” inculcata a bambini e adolescenti. Lizzy non vuole essere amata, vuole essere ammirata. Non vuole una madre, vuole una regina al suo fianco. L’ossessione per i Wittelsbaum è l’ultima fuga da una realtà che non offre alcuna favola.


Infine, il film tocca il tema della malattia mentale infantile, con un coraggio raro nei prodotti destinati alla tv generalista. Lizzy non è solo ribelle: è instabile, pericolosa, incapace di distinguere fantasia da realtà. E questo non viene mai addolcito.

Il finale spiegato

Dopo aver quasi ucciso la sua insegnante, sabotato il lavoro del padre, e tentato di scappare in Germania per unirsi simbolicamente alla famiglia reale, Lizzy viene fermata da Allie in un bagno di pizzeria. Il dialogo tra le due è il momento di svolta: Lizzy confessa tutto, e Allie, in un atto di amore autentico, le promette che saranno una famiglia, qualunque cosa accada. Tale atto di empatia fraterna, più che le minacce di arresto, porta Lizzy a scegliere la via della responsabilità.


Il film di Tv8 La mia piccola principessa si chiude con una scena di quiete quasi surreale: Lizzy in terapia, Allie che si diploma, la famiglia riunita per una foto. Ma il finale non è un vero “lieto fine”. È una tregua. Il mostro non è stato sconfitto, è stato contenuto. Lizzy è ancora pericolosa? Possibilmente. È cambiata? Forse. Ma ciò che importa è che, per ora, è inserita in una rete affettiva che non ha intenzione di abbandonarla.

La mia piccola principessa è molto più di un film Lifetime dal titolo ingannevole. È un ritratto disturbante della fragilità dell’identità infantile e di quanto sia pericoloso promettere ai nostri figli che basta crederci per diventare speciali. Lizzy non voleva solo una nuova vita. Voleva cancellare la vecchia. Ma la realtà come la monarchia non fa sconti. E nessuno, nemmeno le principesse, ne è immune.

Autore

Redazione

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Filmografia

locandina La mia piccola principessa

La mia piccola principessa

Drammatico - Canada 2019 - durata 85’

Titolo originale: Mommy's Little Princess

Regia: Curtis Crawford

Con Alicia Leigh Willis, Sarah Abbott, Kelly Whyte, Jeff Teravainen, Jaeda LeBlanc, Jonathon LeRose