Becky è tornata e nel film di Rai 4 L’ira di Becky, in onda il 2 giugno, è furiosa. Dopo aver sconvolto il pubblico nel 2020 con Becky, un thriller action a sorpresa che vedeva una tredicenne vendicarsi con ferocia su un gruppo di neonazisti, la giovane protagonista fa il suo ritorno in un sequel che, invece di accontentarsi di ripetere la formula del primo film, ne espande l’universo narrativo, amplifica le implicazioni tematiche e trasforma Becky in un’icona di vendetta, giustizia e resistenza. Alla regia ci sono Matt Angel e Suzanne Coote.

Lulu Wilson
L'ira di Becky (2023) Lulu Wilson

Una ragazza, un cane e una vendetta

Nel film di Rai 4 L’ira di Becky, oramai sedicenne, Becky ha vissuto due anni di fughe, famiglie adottive e rifiuto. Il dolore per la morte del padre nel film precedente non è mai stato elaborato del tutto, e la rabbia è diventata un veleno silenzioso che la accompagna ovunque. Quando trova un rifugio temporaneo nella casa della solitaria Elena (Denise Burse), sembra che possa finalmente tirare il fiato. Ma la pace è illusoria. Un gruppo di giovani uomini appartenenti a un’organizzazione estremista chiamata Noble Men fa irruzione, uccide Elena e rapisce il cane di Becky, Diego.


Da questo punto in poi, il lungometraggio esplode. La vendetta non è solo personale, ma ideologica. Becky scopre che i Noble Men stanno preparando un attentato terroristico. Il loro leader, Darryl Jr. (un sorprendente e inquietante Seann William Scott), è il volto pubblico di un’ideologia profondamente misogina, fascista e radicalizzata. Becky decide che non basta più ritrovare Diego: deve fermarli, annientarli, distruggerli. E lo farà con tutto l’arsenale (fisico e psicologico) che ha accumulato.


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Un’eroina adolescente tra Wick e Ripley

Becky non è un’eroina convenzionale. È una ragazza, apparentemente fragile, ma armata di una furia compressa che esplode in atti di violenza coreografata. Il film di Rai 4 L’ira di Becky gioca sapientemente tra realtà e fantasia: spesso le sue vendette più cruente appaiono prima nella sua immaginazione, a testimonianza del controllo che deve mantenere per sopravvivere in un mondo che la considera ancora una minore, un’orfana, una “problematica”.


Lulu Wilson, già protagonista del primo film, torna con un’interpretazione che affonda le radici in un trauma profondo, ma che non si concede mai al patetico. Becky non vuole essere compatita. Vuole essere temuta. E amata, forse, da un pubblico che riconosce in lei una figura di ribellione e autodeterminazione.

«Becky non è più la tredicenne arrabbiata del primo film», ha dichiarato Wilson. «È cresciuta, ha sofferto, ma ora ha un metodo nella sua follia. È consapevole. E sa di avere un obiettivo: la giustizia».

Un cattivo memorabile

Se nel primo capitolo Kevin James aveva sorpreso tutti nei panni del nazista dominante, nel film di Rai 4 L’ira di Becky Seann William Scott (famoso per le sue commedie demenziali) si reinventa con una performance glaciale, misurata e terrificante. Darryl Jr. è la rappresentazione perfetta dell’odio contemporaneo: controllato, colto, strategico. Non urla, ma manipola. Non si sporca le mani, ma tira le fila.


«Scott voleva un monologo», raccontano i registi. «L’ha scritto lui stesso, e ci ha lasciati a bocca aperta. Con quel solo discorso, ha dato profondità, motivazioni e paura al suo personaggio. È stato come vedere De Niro trasformarsi in un villain moderno».

Seann William Scott
L'ira di Becky (2023) Seann William Scott

L’attualità della vendetta

Dietro le esplosioni e il sangue, il film di Rai 4 L’ira di Becky nasconde una critica politica esplicita. I Noble Men ricordano i Proud Boys, le teorie incel e le derive estremiste del web. Il bersaglio delle loro fantasie violente è spesso una donna politica somigliante ad Alexandria Ocasio-Cortez, con un bersaglio sulla testa.


I registi non fanno mistero del parallelismo con l’attualità: «Viviamo in un’epoca in cui certe ideologie sono tornate a galla. Becky è la nostra risposta narrativa a queste aberrazioni. È la vendetta dell’umanità contro l’odio codificato».

Tra fumetto e splatter

Il tono del film di Rai 4 L’ira di Becky è volutamente sopra le righe, a tratti fumettistico. La violenza è esagerata, grandguignolesca, ma sempre motivata. Le uccisioni sono creative, grottesche e spesso accompagnate da battute sarcastiche alla Deadpool, che alleggeriscono la tensione senza svuotarla di significato. L’influenza di Kick-Ass, Edgar Wright e Tarantino è evidente, ma ben calibrata.


Il film rompe persino la quarta parete in un paio di momenti inaspettati, facendo l’occhiolino allo spettatore, ricordandogli che sì, L’ira di Becky è un gioco… ma con regole precise, e una posta in palio altissima.


L’ira di Becky
è un sequel che osa. Non sempre supera l’originale in termini di tensione narrativa, ma ne arricchisce l’universo, approfondisce la protagonista e introduce antagonisti ben radicati nella realtà. È un film che diverte, scuote, fa riflettere e lascia il pubblico con una domanda: “Cosa succederà in un probabile Becky 3?”.


Per ora, possiamo solo sperare che Becky torni ancora. Più arrabbiata. Più affilata. E più pericolosa.

Autore

Redazione

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Filmografia

locandina L'ira di Becky

L'ira di Becky

Horror - Usa 2023 - durata 83’

Titolo originale: The Wrath of Becky

Regia: Matt Angel, Suzanne Coote

Con Seann William Scott, Courtney Gains, Lulu Wilson, Gabriella Piazza, Matt Angel

in streaming: su Apple TV Amazon Video Mediaset Infinity Google Play Movies Rakuten TV

locandina Becky

Becky

Horror - Usa 2020 - durata 100’

Titolo originale: Becky

Regia: Jonathan Milott, Cary Murnion

Con Lulu Wilson, Kevin James, Joel McHale, Amanda Brugel, Robert Maillet

in streaming: su Apple TV Google Play Movies Amazon Video