Con Il mio fiocco di neve, il film in onda su Tv8 il 3 novembre, Hallmark affida a Max McGuire la regia di un film che, pur muovendosi all’interno della sua formula tradizionale, tenta qualche variazione sul tema. Il tv movie prende, infatti, un soggetto inusuale (la caccia a un rarissimo fiocco di neve a dodici punte) e lo trasforma in pretesto per raccontare un ritorno, una riconnessione, e una scelta tra passato e futuro.

L’amore a Natale
La protagonista del film di Tv8 Il mio fiocco di neve è Teagan (Rebecca Dalton), una fotografa specializzata in macrofotografia di fiocchi di neve. Ha immortalato 34 delle 35 forme esistenti di cristalli, tutte esposte in una galleria d’arte locale. All’appello manca la forma più rara, la dendrite stellare a dodici lati, che si forma solo in condizioni atmosferiche eccezionali.
Quando il facoltoso collezionista Calvin Garrett visita la mostra e propone di acquistare l’intera collezione a condizione che Teagan completi l’ultima foto, la posta in gioco diventa doppia: soldi per il centro comunitario dove insegna fotografia ai bambini e la possibilità di onorare la memoria della madre, con cui condivideva questa passione.
A complicare la ricerca ci pensa Suzanne (Julia Dyan), una rivale poco scrupolosa e goffa, pronta a tutto pur di soffiare a Teagan la fama e la ricompensa. Ma la vera svolta arriva quando Teagan scopre che una delle sue allieve, Julie, è la figlia del suo ex fidanzato del liceo, Noah (Marcus Rosner), oggi gestore dell’impresa di spazzaneve ereditata dal padre di Teagan.
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Quando due fiocchi si incontrano
Il cuore del film di Tv8 Il mio fiocco di neve è nel rapporto tra Teagan e Noah. Il film li mette nuovamente uno di fronte all’altra dopo anni di distanza, e li spinge a condividere un viaggio nel bel mezzo di una bufera, alla ricerca del fiocco impossibile. È durante questa spedizione che riaffiorano ricordi, incomprensioni passate e una rinnovata sintonia fatta di silenzi, incoraggiamenti e piccoli gesti. La dinamica tra i due non cerca forzature: entrambi sembrano portare addosso ferite non del tutto rimarginate (lui è vedovo, lei ancora legata al ricordo della madre) ma trovano un terreno comune nel rispetto reciproco per le proprie passioni.
Il personaggio di Noah, in particolare, funziona meglio quando non è scritto per essere eroe o principe azzurro, ma come figura solida, concreta, che supporta senza invadere. Non ha soluzioni magiche, ma è presente. Teagan invece oscilla tra la determinazione e una leggerezza che, a tratti, rischia di banalizzare i suoi stessi obiettivi. Nonostante questo, il loro viaggio assume un tono più simbolico che realistico: due persone che si muovono nella neve per cercare qualcosa di apparentemente irraggiungibile e, nel farlo, si ritrovano.
Suzanne, la rivale, non è tanto una vera antagonista quanto una caricatura. Il film decide deliberatamente di non darle profondità: viene presentata come un’imitatrice pasticciona, più interessata al prestigio che al significato della fotografia. Il suo ruolo, anziché generare tensione, serve da contrasto per sottolineare la serietà e l’autenticità della protagonista. Quando le sue foto sfocate vengono bocciate senza appello, il conflitto si dissolve in modo comico. La sua funzione narrativa si esaurisce nel mostrare che il talento e la passione non si possono improvvisare.

Il vero centro non è la galleria
Sullo sfondo del film di Tv8 Il mio fiocco di neve si muove un’altra dimensione: quella della comunità. Il centro giovanile dove Teagan insegna è il luogo che dà senso alla sua impresa. Il denaro promesso da Garrett non rappresenta un trionfo individuale, ma un modo per restituire qualcosa a chi ha meno.
La fotografia, in questo contesto, non è arte fine a se stessa, ma strumento di connessione e trasmissione.
È forse il lato più interessante del tv movie, quello che prova a uscire dalla gabbia del romanticismo natalizio per toccare un discorso più ampio sul valore del lavoro creativo, sull’impatto concreto dell’arte nella società e sull’importanza di insegnare, letteralmente, a guardare.
La metafora del fiocco di neve
Il fiocco di neve a dodici punte è raro perché nasce dalla fusione perfetta di due cristalli esagonali che si incontrano in volo. Questa immagine, spiegata più volte durante il film, diventa la metafora centrale: Teagan e Noah sono quei due fiocchi. Per ritrovarsi, devono seguire percorsi complessi, attraversare tempeste, sincronizzarsi in modo improbabile. È una metafora semplice, forse troppo insistita, ma efficace per il tono del racconto. Serve anche a dare senso al motto della madre di Teagan: “Un fiocco di neve non cade mai nel posto sbagliato”. Un’idea che il film abbraccia senza ironia, con la fiducia (ingenua ma coerente) che ogni cosa accada per una ragione.
Il film di Tv8 Il mio fiocco di neve mostra come anche dentro uno schema prevedibile possano emergere spunti inediti. La trama, per quanto poco credibile in certi snodi (dal miliardario folgorato dalla mostra all’improbabile coincidenza tra allieva e padre-ex), riesce a mantenere una coerenza interna. I personaggi principali si muovono in modo verosimile e, pur con qualche ingenuità narrativa, il tv movie riesce a trasmettere una sua idea di meraviglia: quella che nasce quando si guarda da vicino qualcosa di piccolo, unico, e si sceglie di crederci.
Non sarà un classico del genere, né un film memorabile. Ma nella sua cornice innevata e nei suoi eccessi zuccherosi, Il mio fiocco di neve riesce comunque a raccontare un frammento di inverno, di amore e di tenacia. E come i fiocchi che cadono, anche questo film, per quanto leggero, trova il suo posto.
Filmografia
Il mio fiocco di neve
Sentimentale - USA, Canada 2024 - durata 84’
Titolo originale: Falling Like Snowflakes
Regia: Max McGuire
Con Rebecca Dalton, Marcus Rosner, Madeline Leon, Julia Dyan, Ava Weiss, John Nightingale
in TV: 03/11/2025 - TV8 - Ore 15.30


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