Non è facile scrivere un buon articolo sul genere più deriso e insieme più resistente della programmazione natalizia, il “royal Christmas movie”, e lo è ancora meno quando si ha a che fare con Il mio inatteso principe di Natale, il film su Rai Premium la sera del 27 ottobre che si muove su una pista ben oliata di cliché, zucchero e canzoni a metà.
Dietro la solita impalcatura della principessa mancata che incontra il principe spaesato, si nasconde una storia meno scontata di quanto sembri, più interessata ai piccoli gesti che ai grandi colpi di scena. Un tv movie che, pur restando ancorato ai limiti del format Hallmark, tenta qualche passo di valzer fuori dal copione.

Quando due si incontrano
La trama del film di Rai Premium Il mio inatteso principe di Natale parte da una premessa semplice: Anna, un’infermiera dal cuore grande e dalle tradizioni natalizie incrollabili, offre ospitalità a una madre e un figlio rimasti bloccati da una tempesta di neve. Solo dopo scopre che si tratta della regina Gabriella e del principe James, eredi al trono di Galwick, un regno che esiste solo nella geografia parallela dei film Hallmark.
James deve scrivere un importante discorso natalizio per il suo popolo, ma il soggiorno forzato a Kentsbury, nel pittoresco New England, lo allontana da quel compito e lo avvicina invece alla vita vera, fatta di persone, memoria, lutti familiari, e… dolci americani.
Il resto si sviluppa tra preparativi natalizi, balli improvvisati, una slitta, una rivelazione tardiva e una partenza che sembra definitiva. Ma, come in ogni fiaba che si rispetti, il finale non poteva che essere danzante, innevato e coronato da un bacio. O più di uno.
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Anna e James, oltre il cliché
Nel panorama delle protagoniste Hallmark, Anna Jordan (interpretata da Laura Osnes) si distingue per un dettaglio quasi rivoluzionario: fa qualcosa. Non sforna biscotti, ma lavora come infermiera in un reparto di cardiologia. È gentile, sì, ma non ingenua. È aperta, ma non svampita. La sua generosità non è solo un tratto caratteriale: è parte della sua identità, vissuta nel quotidiano. Anche se la sceneggiatura del film di Rai Premium Il mio inatteso principe di Natale le nega un vero arco narrativo, la performance di Osnes riesce a infondere vita a un personaggio scritto con la penna dell’abitudine.
Il principe James (Aaron Tveit), invece, comincia come la solita caricatura del nobile snob e controllato. Ma sotto la superficie si intravede un uomo in crisi d’identità, schiacciato dalle aspettative e alla ricerca di uno scopo. La sua lentezza nell’aprirsi, più che una gag ricorrente, diventa il riflesso di un conflitto personale mai del tutto risolto: essere un leader o essere se stesso? È un personaggio bloccato che cerca spazio in un copione che non gliene concede molto, eppure trova momenti di autenticità nei dialoghi con la madre o nei gesti spontanei con Anna.

Un microcosmo senza pose
Se il film di Rai Premium Il mio inatteso principe di Natale regge è anche grazie alla presenza sobria ma incisiva di Victoria Clark nel ruolo della regina Gabriella. Madre saggia ma non retorica, riesce a umanizzare la figura della monarchia, ancorandola al mondo reale. Non è solo un personaggio di supporto: è il ponte tra due mondi, tra tradizione e cambiamento.
Il padre di Anna, ostinato guardiano dell’accoglienza, e i comprimari della cittadina fanno da sfondo a questa “royal invasion” con naturalezza. Non rubano la scena, ma ne definiscono i contorni: sono l’America “normale” secondo la mitologia Hallmark, fatta di gentilezza disarmante, sciarpe di lana e decorazioni abbondanti.
Natale, lutto e identità
Dietro l’ennesimo prodotto televisivo su reali in fuga c’è un nucleo tematico più interessante del previsto. Il film di Rai Premium Il mio inatteso principe di Natale parla, a modo suo, di perdita e memoria: la madre di Anna e il padre di James, due assenze che condizionano i protagonisti più delle rispettive carriere. Il ballo in pigiama, che diventa improvvisamente un evento in cravatta, è il simbolo di un cambiamento che spaventa ma che va abbracciato. È la tensione tra conservare e rinnovare, tra ciò che era e ciò che può essere.
C’è poi il discorso mai fatto (e poi improvvisamente centrale) del principe: un momento in cui la sua voce, che finora era rimasta trattenuta, prende spazio. È lì che si compie la sua transizione da figura decorativa a persona reale, grazie anche al legame inaspettato con Anna, che si rivela essere la misteriosa “AJ” citata nell’ultimo messaggio del re defunto. Il sentimentalismo è inevitabile, ma il film almeno si prende il rischio di usare il lutto come motore narrativo, non solo come nota biografica.
Canto spezzato e danze mancate
Un’occasione mancata, invece, è l’elemento musicale. Con due protagonisti di Broadway come Osnes e Tveit, ci si aspetterebbe almeno un numero musicale degno di nota. E, invece, il film di Rai Premium Il mio inatteso principe di Natale li relega a cori natalizi spezzettati e accenni di canzoni che sembrano teaser più che scene. È un peccato, perché proprio la musica avrebbe potuto dare profondità e originalità a una struttura così prevedibile.
Il mio inatteso principe di Natale non scappa dal suo destino di film natalizio con corona e cuore. Segue il tracciato con disciplina, ma lascia intravedere, qua e là, qualche deviazione interessante. È un film che funziona non perché sorprende, ma perché non prova nemmeno a farlo. Al contrario, si accontenta di scaldare con misura e senza eccessi un pubblico che conosce bene. E a volte, anche se non è ancora Natale, basta davvero questo: un po’ di calore, un pizzico di nostalgia, e una storia che finisce sempre con un bacio sotto la neve.
Filmografia
Il mio inatteso principe di Natale
Sentimentale - Usa 2020 - durata 90’
Titolo originale: One Royal Holiday
Regia: Dustin Rikert
Con Laura Osnes, Aaron Tveit, Victoria Clark, Tom McGowan, Bradley Rose, Krystal Joy Brown
in TV: 27/10/2025 - Rai Premium - Ore 21.20
in streaming: su Prime Video


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