A Leslie, il film in onda su Rai 5 la sera del 13 ottobre, non è una storia su come si può perdere tutto. È una storia su cosa resta quando non c’è più nulla da perdere. Diretto da Michael Morris e scritto da Ryan Binaco, racconta la discesa e la fragile risalita di una donna che ha sperperato una fortuna, distrutto ogni relazione significativa, e continua a vivere ai margini, inseguita da dipendenze, colpa e vergogna.
Basato in parte sulla storia vera della madre dello sceneggiatore, A Leslie è un film che rifiuta la spettacolarizzazione della miseria. Al contrario, sceglie di guardarla da vicino, senza trucchi o sentimentalismi. L’interpretazione di Andrea Riseborough è il motore emotivo dell’opera: un ritratto ruvido, realistico e senza compiacimenti di una donna spinta all’autodistruzione ma non del tutto rassegnata all’estinzione.

Dove l’incubo comincia
Leslie Rowlands è una madre single del Texas rurale. Ha vinto 190.000 dollari alla lotteria sette anni fa: soldi bruciati in alcol, hotel di passaggio, scelte disastrose e illusioni da bar. Oggi è una figura fantasma che vaga tra locali fatiscenti, cercando rifugi di fortuna e attenzioni momentanee da uomini sconosciuti.
Quando la incontriamo, Leslie viene sfrattata dall’ennesima stanza d’albergo. Con una valigia rosa e uno sguardo svuotato, si presenta alla porta del figlio diciannovenne James, che vive da solo in città. Il suo tentativo di riallacciare il rapporto dura poco: James le impone una sola regola (niente alcol) e quella regola viene infranta quasi subito. Espulsa anche da lì, Leslie è costretta a tornare nella città dove tutto è iniziato. Ma nessuno vuole vederla. Tutti ricordano cosa ha fatto.
A questo punto, il film di Rai 5 A Leslie sembra condannare la sua protagonista a un destino segnato. Ma l’incontro con Sweeney, un uomo che gestisce un piccolo motel con l’eccentrico Royal, apre uno spiraglio. Sweeney le offre un lavoro e una stanza. Non è un atto ingenuo, ma una scommessa consapevole: lui conosce quel tipo di dolore. Il film, però, non si lancia in facili redenzioni: la vera domanda è se Leslie sarà in grado di cogliere quell’occasione, o finirà per distruggere anche l’ultima possibilità.
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Andrea Riseborough: una presenza impossibile da ignorare
Andrea Riseborough è il film di Rai 5 A Leslie. Ogni scena, ogni sguardo, ogni movimento della macchina da presa è centrato su di lei. La sua interpretazione non chiede empatia: impone verità. Leslie è imprevedibile, manipolatrice, piena di vergogna e priva di filtri. Riseborough riesce a incarnare tutto questo senza una nota falsa, con una fisicità che sfugge alle logiche del “piacere allo spettatore”. Non chiede di essere salvata, e spesso non merita fiducia. Ma nemmeno viene assolutamente condannata.
Il momento chiave (un piano sequenza al bar, dove ascolta una canzone fino in fondo) è pura potenza cinematografica. La macchina da presa si avvicina lentamente, come se volesse capire cosa stia accadendo dentro Leslie. Non ci sono parole, solo il volto dell’attrice e tutto ciò che riesce a comunicarci senza aprire bocca. È uno di quei rari momenti in cui il cinema, nudo, colpisce più forte di qualsiasi dialogo.

Sweeney, Royal e gli altri: vite di passaggio
Marc Maron, nel ruolo di Sweeney, rappresenta l’anti-salvatore. Non ha soluzioni magiche, non è lì per redimere nessuno. Ha il suo passato, e nel volto si legge tutta la fatica di chi ha imparato a non giudicare troppo in fretta. Il suo modo di aiutare Leslie non è eroico: è umano. Il rapporto tra i due cresce lentamente, tra diffidenze e piccoli gesti. Non si tratta di amore romantico, ma di un legame fondato sulla reciproca consapevolezza della rovina.
Royal, interpretato nel film di Rai 5 A Leslie da Andre Royo, è una figura marginale ma fondamentale. Con il suo comportamento bizzarro e quasi mistico, rappresenta un mondo che continua a girare anche per chi ha smesso di credere che ci sia un posto per loro. Owen Teague, nel ruolo del figlio James, offre un contraltare emotivo potente: un giovane adulto forzato troppo presto a diventare genitore del proprio genitore. La sua rabbia è giustificata, il suo distacco è una forma di autodifesa.
Allison Janney e Stephen Root, nel ruolo di Nancy e Dutch, ex amici di Leslie, sono le voci del disprezzo sociale. Non offrono seconde possibilità. Non hanno tempo per le spiegazioni. Sono parte della realtà che Leslie ha contribuito a modellare con le sue scelte, e che ora la respinge senza appello.
Alcolismo, solitudine, riscatto
Il cuore del film di Rai 5 A Leslie è l’alcolismo. Ma non come dispositivo narrativo o condizione clinica: come sistema di vita. Leslie beve per cancellare il passato, per sopportare il presente, per riempire il vuoto. L’alcol è un rifugio, ma anche una prigione. Il film evita i didascalismi e mostra invece le conseguenze, senza spiegazioni o giustificazioni: rapporti distrutti, fiducia annientata, dignità smarrita.
Altro tema cruciale è la solitudine. Leslie è sola non solo fisicamente, ma anche nel modo in cui percepisce se stessa. È convinta di non meritare più nulla, e agisce come se dovesse confermare quella condanna. Ogni gesto di gentilezza la sorprende e la spaventa. La vergogna non è mai raccontata, è vissuta e questa è una delle vittorie del film.
Il riscatto, quando arriva, non è definitivo. Non ci sono epiloghi confortanti. La rinascita di Leslie è fragile, instabile, forse temporanea. Il film non si sbilancia sul futuro: si limita a mostrare che cambiare è possibile, ma è un lavoro lento, spesso invisibile, che si consuma nelle azioni quotidiane e nei fallimenti continui. A Leslie rifiuta l’arco narrativo classico della “redenzione” e si concentra sull’umanità imperfetta del tentativo.
Un film che non chiede di piacere
Il film di Rai 5 A Leslie non vuole essere amato. Non cerca di piacere, non regala facili emozioni. È un film che si regge su una visione precisa e su una performance che rifiuta ogni trucco. Michael Morris dirige con mano sicura, lasciando spazio agli attori, alla luce, agli ambienti, alla materia viva del racconto. Ryan Binaco scrive con l’urgenza di chi ha vissuto ciò che racconta.
Non c’è nulla di rivoluzionario nella trama. Ma c’è qualcosa di raro nella sua esecuzione: l’onestà. E in un panorama cinematografico spesso affollato di melodrammi patinati e finte cadute, A Leslie ha il coraggio di essere grezzo, sporco, autentico.
Leslie non è caduta nel fondo del barile. Leslie è il barile. Ma forse, nel buio, riesce a vedere una fessura da cui filtra un po’ di luce. E noi, con lei, ci chiediamo se questa volta sarà sufficiente.
Filmografia
A Leslie
Drammatico - Usa 2022 - durata 119’
Titolo originale: To Leslie
Regia: Michael Morris
Con Andrea Riseborough, Allison Janney, Stephen Root, James Landry Hébert, Matt Lauria
in TV: 13/10/2025 - Rai 5 - Ore 21.20
in streaming: su Rakuten TV Amazon Video Apple TV
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