Il cinema italiano torna a confrontarsi con un classico del teatro contemporaneo: il film Maratona di New York su Rai 5 la sera del 30 settembre, esordio alla regia di Luca Franco, traspone l’opera di Edoardo Erba che dal 1993 ha attraversato palcoscenici in tutto il mondo, tradotta in diciassette lingue e accolta da Buenos Aires a Tokyo.


La sfida non era semplice: due soli personaggi, una corsa, un dialogo che si sviluppa lungo una strada apparentemente infinita. Il film sceglie di tradurre in immagini quell’essenzialità, ambientando l’azione tra i paesaggi delle alture liguri, dal Monte Fasce al Parco del Beigua. Una natura aspra e nebbiosa diventa lo scenario ideale per un racconto sospeso tra concretezza fisica e tensione esistenziale.

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Maratona di New York (2024) scena

Due uomini e una strada

La trama del film di Rai 5 Maratona di New York si costruisce su una premessa minimale: Mario e Steve, amici di lunga data, si allenano ogni giorno per partecipare alla Maratona di New York. Le loro corse quotidiane attraversano boschi e scarpate, in un rituale fatto di fatica, sudore e ostinazione. Ma una sera, mentre il sole tramonta e la nebbia si insinua tra i sentieri, qualcosa cambia.


La conversazione si fa più serrata, i silenzi diventano più pesanti, emergono inquietudini e ricordi che rimettono in discussione la loro amicizia. È un percorso che non riguarda solo il corpo, ma la mente e l’anima. E, passo dopo passo, li conduce verso una verità inattesa, fino a un epilogo capace di spiazzare.


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Specchi diversi di una stessa corsa

I due protagonisti del film di Rai 5 Maratona di New York incarnano caratteri opposti e complementari. Mario, interpretato da Massimiliano Caretta, è il più remissivo, segnato da un passato che riaffiora a tratti: “schegge di ricordi (Mario bambino, con mamma iper-apprensiva e papà burbero e assente)”, come sottolinea Giulia Bona nella sua recensione su Film Tv 12/2025.


Steve, a cui dà volto Davide Paganini, è invece “il più energico”, colui che trascina avanti la corsa e che sembra incarnare la vitalità necessaria a non fermarsi. La loro relazione si regge su equilibri sottili, che il film mette alla prova attraverso la fatica fisica e la densità del dialogo.


L’opera teatrale di Erba si svolgeva in un “non luogo” astratto, ma il film di Rai 5 Maratona di New York sceglie di collocare i protagonisti in spazi concreti e potenti. “Sfrutta bene i paesaggi naturalmente spettrali dei monti liguri (il lunare e brumoso parco del Beigua)”, osserva ancora Bona, cogliendo la centralità di un territorio che diventa specchio delle tensioni interiori dei personaggi. La Liguria montana, con i suoi sentieri nebbiosi e le alture scoscese, non è solo scenario, ma presenza attiva che accompagna e condiziona il percorso dei due uomini.

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Maratona di New York (2024) scena

La maratona come metafora della vita

Il film di Rai 5 Maratona di New York si inserisce in una tradizione cinematografica che utilizza lo sport come linguaggio simbolico. La corsa, disciplina antica e universale, diventa qui una metafora dell’esistenza: resistenza, fatica, resilienza, desiderio di riscatto.


“Due uomini di mezza età […] corrono e parlano durante una lunga marcia che pare infinita e assume via via una dimensione metafisica, esistenziale”, scrive Bona. La distanza da percorrere, i chilometri che si accumulano sotto i piedi, si trasformano in simboli di prove interiori. La maratona diventa il modo per misurare non solo la resistenza fisica, ma soprattutto la capacità di affrontare i fantasmi del passato e le incognite del presente.

Tra teatro e cinema

Uno degli aspetti più interessanti del progetto è il passaggio dal palcoscenico al grande schermo. L’essenzialità dell’opera originale rimane, ma il film di Rai 5 Maratona di New York introduce elementi nuovi: il paesaggio, i flashback, le immagini del passato.


Una scelta che arricchisce il tessuto narrativo, ma che, secondo Bona, presenta anche un rischio: “mentre s(corre), però, il film arranca qua e là, così il crescendo di fatica fisica dei protagonisti ‘contagia’ lo spettatore, fiaccato da un andamento ripetitivo e da flashback che gradualmente stancano e distraggono, depotenziando la simbolica, onirica escalation finale”. È un’osservazione che mette in luce la complessità del passaggio da una forma teatrale essenziale a un linguaggio cinematografico che deve trovare un equilibrio tra realismo e metafora.

Correre per non fermarsi

Maratona di New York è un’opera che unisce sport, teatro e cinema in un intreccio che mette al centro il rapporto umano. La corsa diventa il dispositivo narrativo per raccontare l’amicizia, le paure, i fallimenti e i sogni. Lontano dal clamore della Grande Mela, sono le montagne liguri a farsi scenario di una sfida che non è soltanto atletica, ma soprattutto interiore.


Nel confronto serrato tra Mario e Steve si riflette la condizione di chiunque si trovi a dover correre contro i propri limiti. E in questa corsa senza fine, fatta di fiato corto, di domande irrisolte e di nebbia che confonde, ciò che resta è la necessità di andare avanti, passo dopo passo.

Autore

Redazione

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Filmografia

locandina Maratona di New York

Maratona di New York

Drammatico - Italia 2024 - durata 87’

Regia: Luca Franco

Con Davide Paganini, Massimiliano Caretta, Enzo Paci, Chiara Degani, Giacomo Ardito