Il film CIA – Un uomo nel mirino, diretto da Roel Reiné e in prima tv su Rai 2 la sera del 12 settembre, si inserisce nel solco dei thriller spionistici d’azione, mettendo al centro la figura di un agente operativo solitario che scopre (troppo tardi) di non sapere per chi lavora davvero. Il lungometraggio non si limita alla classica caccia al traditore, ma intreccia i fili di un’identità smarrita, un legame familiare improvviso e una lunga serie di esecuzioni portate avanti in nome di un’autorità che forse non è mai esistita.
A guidare il racconto è Evan Shaw (Aaron Eckhart), veterano delle missioni coperte, braccato e tradito, affiancato da Kacey Walker (Abigail Breslin), analista dell’MI6 e portatrice di una verità scomoda quanto personale. In un’Europa soleggiata e scenografica (Malta, in particolare), si svolge un racconto di sorveglianza, manipolazione e vendetta, dove la linea tra giusto e sbagliato è sempre più sfocata.

Codici e bugie
Evan Shaw, il protagonista del film di Rai 2 CIA – Un uomo nel mirino, ha passato vent’anni a svolgere il suo compito senza fare domande. Riceve ordini cifrati tramite annunci nei giornali, recupera l’attrezzatura in valigette lasciate in drop point prestabiliti, elimina i bersagli e scompare. È convinto di agire sotto l’egida della CIA, rispondendo al comando diretto di Kevin Angler (Tim Roth), suo referente di lunga data.
Ma un giorno tutto cambia. Kacey Walker, analista britannica, si presenta con una rivelazione: Angler è morto da anni, e l’intera divisione per cui Shaw crede di lavorare è stata smantellata molto tempo prima. Se ciò è vero, allora da chi arrivano gli ordini? E perché? La verità si fa ancora più ingombrante quando emerge che Kacey è la figlia biologica di Shaw, a lui sconosciuta fino a quel momento.
La coppia, riluttante ma obbligata a collaborare, si lancia in un’indagine che li mette sulle tracce di chi ha manipolato Shaw trasformandolo, per due decenni, in un sicario privato con credenziali istituzionali fasulle. Tra fughe, sparatorie, e flashback sul passato dell’agente, il film alterna momenti d’azione a spiegazioni dense di complotti politici e interessi economici, fino a un finale segnato da esplosioni, resa dei conti e scelte inevitabili.
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Il professionista disilluso
Nel film di Rai 2 CIA – Un uomo nel mirino, Aaron Eckhart interpreta Evan Shaw come un’ombra disciplinata, metodica e perennemente allerta. Dorme con la pistola sotto il cuscino, chiude le ferite con una graffettatrice e cancella ogni traccia dei suoi movimenti. Ha perso la moglie (evento che ha inciso sul suo distacco emotivo) e ha rinunciato a ogni legame umano in nome dell’efficienza operativa. Il personaggio è costruito sulla solitudine e sulla fiducia cieca in un sistema che lo ha trasformato in strumento puro.
La sua trasformazione, però, non avviene con il tono epico della redenzione, ma con il graduale crollo di ogni certezza. Quando scopre di essere stato usato, e di avere una figlia adulta che ha rischiato la vita per rintracciarlo, Shaw comincia a muoversi tra il desiderio di verità e l’istinto di sopravvivenza. L’unica bussola morale che gli resta è proteggere Kacey, ma anche questo si scontra con l’impossibilità di recuperare in poche ore vent’anni di assenza.
Kacey Walker non è un’agente sul campo, almeno non in senso stretto. Analista brillante dell’MI6, entra nella storia come disgregatrice dell’ordine fittizio su cui Shaw ha basato tutta la sua vita. Nonostante la sua inesperienza nel mondo delle sparatorie, Kacey si rivela determinata, pragmatica, e sorprendentemente resiliente.
Il suo legame con Shaw, fondato su un abbandono e ricostruito in circostanze disperate, è l’elemento più instabile del film. Non cercano davvero di colmare il vuoto lasciato dal tempo, ma finiscono per agire come alleati funzionali in una guerra che nessuno dei due aveva previsto. La loro relazione è tesa, fredda, a tratti disfunzionale. Ma è anche l’unico elemento emotivo autentico in un racconto costruito sull’inganno.

Ordini fantasma
Uno dei temi centrali del film di Rai 2 CIA – Un uomo nel mirino è l’illusione dell’autorità. Shaw è stato convinto di agire per conto del governo americano, ma in realtà eseguiva omicidi su commissione per interessi privati, forse aziendali, sicuramente non ufficiali. Questo meccanismo si fonda sull’assenza di verifica: un uomo addestrato a non chiedere nulla e a obbedire sempre diventa l’arma perfetta in mano a chi sa parlare la lingua del potere.
Il film non approfondisce fino in fondo il sistema che ha permesso questa mistificazione, ma ne lascia intravedere la struttura. Ci sono enti fittizi, comunicazioni in codice, tecnologie di localizzazione, e un’organizzazione capace di mantenere l’illusione operativa per vent’anni. La vera domanda – implicita ma ineludibile – è quanto potere serva per creare e mantenere una realtà falsa così a lungo.
Il dilemma dell’identità
In fondo, CIA – Un uomo nel mirino è un film sull’identità. Chi siamo quando rinunciamo a scegliere? Shaw non è solo un assassino su commissione: è un uomo che ha delegato il proprio senso morale a una struttura che credeva superiore, imparziale, legittima. Quando questa struttura si rivela una truffa, resta il vuoto. È questo il cuore del racconto: la frattura tra chi pensavamo di essere e ciò che scopriamo di aver fatto.
Non ci sono facili soluzioni. Non c’è redenzione né riconciliazione piena. Solo la consapevolezza amara di aver vissuto per anni secondo un codice falso, e la necessità di sopravvivere a quella verità.
Il film di Rai 2 CIA – Un uomo nel mirino mette in scena una storia di inganno sistemico e di solitudine operativa, in cui le relazioni umane, anche quelle più intime, sono contaminate dalla segretezza e dal sospetto. Shaw è un uomo che esegue ordini, ma che non sa più da dove provengano. Kacey è una figlia che cerca il padre, ma lo trova troppo tardi.
Al di là dell’azione, degli scontri e degli inseguimenti, il film interroga lo spettatore su una domanda semplice ma disarmante: quanto tempo ci vuole per accorgersi di vivere una bugia? E cosa resta da salvare, quando si spezza l’unico legame su cui si è costruita un’intera esistenza?
Il resto (proiettili, codici cifrati, agenti doppiogiochisti) è solo la scenografia di un conflitto molto più profondo: quello tra il dovere cieco e la verità che brucia.
Filmografia
CIA - Un uomo nel mirino
Thriller - Usa 2024 - durata 105’
Titolo originale: Classified
Regia: Roel Reiné
Con Aaron Eckhart, Tim Roth, Abigail Breslin, Matt Hookings
in TV: 12/09/2025 - Rai 2 - Ore 21.20
in streaming: su Timvision Apple TV Google Play Movies Mediaset Infinity Rakuten TV Amazon Video
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