In No Way Up – Senza via d’uscita, il film in prima tv su Italia 1 il 28 agosto, lo spunto è di quelli che non passano inosservati: un aereo cade nell’oceano e si ferma sul ciglio di una scogliera sottomarina, con un gruppo di sopravvissuti bloccati all’interno. L’ossigeno scarseggia, l’acqua sale, e fuori dal relitto si aggirano squali.


Il concept è chiaro e attraente, quasi da soggetto televisivo degli anni ’90: “Sharks on a Plane”, ma senza l’ironia. Eppure, il film, diretto da Claudio Fäh e scritto dal produttore esordiente Andy Mayson, non si preoccupa troppo di rendere questa idea realmente vertiginosa. Piuttosto, diventa un campione involontario di un genere che ormai si muove per inerzia: il thriller subacqueo a basso budget.

Will Attenborough, Jeremias Amoore, Sophie McIntosh
No Way Up - Senza via d'uscita (2024) Will Attenborough, Jeremias Amoore, Sophie McIntosh

Nella pancia del mostro d’acciaio

La trama del film di Italia 1 No Way Up – Senza via d’uscita prende forma subito dopo il decollo da Los Angeles verso il Messico. A bordo c’è Ava, giovane e insicura figlia del governatore della California, in viaggio con il fidanzato Jed, il suo amico Kyle e il bodyguard Brandon. Tra i passeggeri incontriamo anche la piccola Rosa con i suoi nonni, Mardy e Hank, e il sorridente assistente di volo Danilo.


Dopo uno scontro con uno stormo di uccelli, uno dei motori esplode. Il velivolo viene squarciato e precipita nell’oceano, fermandosi in fondo a una scarpata marina. I superstiti si rifugiano in una sacca d’aria nel retro della cabina. Ma la vera lotta inizia qui: l’acqua entra lentamente, l’ossigeno si consuma, e attorno al relitto nuotano squali.


Da qui si innesca il meccanismo classico del survival movie: i personaggi devono trovare un modo per uscire, restare lucidi, affrontare i pericoli esterni ma anche i dissidi interni. Lo spazio è ristretto, la minaccia è costante, ma il senso di tensione non cresce come dovrebbe. La scrittura si limita a una sequenza di prove da superare, senza costruire una reale escalation.


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Un triangolo emotivo che (quasi) funziona

Ava è la protagonista designata del film di Italia 1 No Way Up – Senza via d’uscita. Giovane, protetta, introversa, ha vissuto nell’ombra del potere paterno. Il trauma della madre annegata e la sua insofferenza per la costante sorveglianza di Brandon creano un minimo arco di trasformazione. Tuttavia, il film le dedica un’introduzione lunga e poco incisiva, e la sua crescita resta abbozzata.


Brandon (Colm Meaney) è l’elemento di solidità: un ex militare, segnato dal senso di colpa, protettivo ma emotivamente distante. Il suo rapporto con Ava avrebbe potuto diventare il cuore della storia, ma viene reciso troppo presto. Il personaggio, pur stereotipato, aveva un potenziale tragico che il film non esplora davvero.


Mardy, la nonna di Rosa, interpretata da Phyllis Logan, emerge come figura sorprendentemente incisiva. Decisa, lucida, resiliente, diventa un pilastro del gruppo. È l’unico personaggio a cui il lungometraggio concede qualche spazio in più per respirare, anche grazie a una performance che riesce a suggerire molto con poco.


Gli altri personaggi rimangono funzioni narrative. Kyle serve da provocatore, con battute omofobe e atteggiamenti fastidiosi, e il suo destino è quasi telegrafato. Danilo, l’assistente di volo, è trattato con un certo affetto, ma non ha il tempo di emergere.

Colm Meaney
No Way Up - Senza via d'uscita (2024) Colm Meaney

La paura claustrofobica

L’elemento più riuscito del film di Italia 1 No Way Up – Senza via d’uscita è il senso di chiusura. La cabina sommersa, l’oscurità, l’acqua che filtra lentamente: tutto contribuisce a generare un’atmosfera di pericolo imminente. Qui Fäh mostra un po’ di mestiere, affidandosi a inquadrature strette e al sonoro per aumentare il disagio. Ma questo disagio non sfocia mai in vera angoscia. Il montaggio accelera nei momenti sbagliati, taglia le scene d’azione prima che possano davvero svilupparsi, e la regia evita sempre di mostrare troppo.


Gli squali, promessi nel titolo e nel marketing, rimangono figure secondarie. Appaiono quando serve per una morte spettacolare, ma non sono mai davvero presenti. Mancano il ritmo, l’imprevedibilità, la sensazione che qualcosa possa veramente andare storto da un momento all’altro. Il film preferisce restare in una comfort zone narrativa, rispettando tutte le regole del genere senza mai deviarne.

Sopravvivere non basta

Il grande limite del film di Italia 1 No Way Up – Senza via d’uscita è la sua totale assenza di sottotesto. In un contesto che offre potenzialmente infinite letture (isolamento, dinamiche di potere, classe sociale, paura dell’ignoto), il film non ha molto da dire. Ava potrebbe rappresentare la gioventù che cerca di emanciparsi da un sistema opprimente. Brandon potrebbe incarnare la responsabilità del patriarcato. Mardy, il valore dell’esperienza in un mondo che privilegia i giovani. Ma tutto resta sulla superficie, come i personaggi stessi.


Neanche il contesto politico (la figlia del governatore, una crisi mediatica, un’operazione di salvataggio potenzialmente internazionale) viene sfruttato. La narrazione si chiude su se stessa, incapace di dialogare con il mondo esterno, reale o simbolico.


No Way Up – Senza via d’uscita
non è un disastro, ma è un’occasione sprecata. Parte da un’idea forte, visivamente potente, che gioca con la paura dell’altezza, della profondità, dell’acqua, dell’essere intrappolati. Ma poi si accontenta del minimo sindacale: personaggi scritti in fretta, dinamiche già viste, tensione gestita senza coraggio.


Il film finisce col diventare un esempio perfetto di cosa oggi significhi “thriller subacqueo a basso budget”: un esercizio tecnico che non vuole disturbare troppo, che non osa, e che, alla fine, lascia il pubblico a galleggiare in un mare di prevedibilità. E, per un film che parla di sopravvivenza, forse questo è il suo vero fallimento.

Autore

Redazione

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Filmografia

locandina No Way Up - Senza via d'uscita

No Way Up - Senza via d'uscita

Catastrofico - Gran Bretagna 2024 - durata 90’

Titolo originale: No Way Up

Regia: Claudio Fäh

Con Colm Meaney, Will Attenborough, Jeremias Amoore, Sophie McIntosh, Phyllis Logan, James Carroll Jordan

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