Mistero a Saint-Tropez, il film in onda su Rai Movie il 6 agosto, diretto da Nicolas Benamou e scritto da Christian Clavier insieme a Jean-François Halin e Jean-Marie Poiré, è una commedia costruita sul modello del giallo classico, ma destrutturata con logica farsesca. Ambientato negli anni Settanta nella cornice sgargiante della Costa Azzurra, il film gioca con le convenzioni del poliziesco, le esaspera, le svuota e infine le ribalta.


L’approccio non è nostalgico, ma geometrico. Tutto è calibrato: movimenti, battute, posture. La comicità non nasce dal caos, ma da un ordine preciso e consapevole. Questo è un film dove l’improvvisazione è bandita e la costruzione conta più del caso. E dove ogni attore è al servizio del ritmo collettivo, come in una partitura musicale.

Un caso da risolvere

La vicenda del film di Rai Movie Mistero a Saint-Tropez prende avvio nel 1970, quando la baronessa Eliane Tranchant, moglie del magnate Claude Tranchant, riceve una serie di lettere minatorie nella loro villa a Saint-Tropez. Il Ministero degli Interni, alle prese con altre urgenze, affida il caso a un ispettore dallo zelo discutibile ma utile per salvare le apparenze: Jean Boulin.


Boulin, interpretato da Christian Clavier, è un poliziotto che sembra uscito da un fumetto: tronfio, inadeguato, convinto del proprio genio investigativo e completamente scollegato dalla realtà. L’inchiesta si trasforma rapidamente in un circo. Mentre cerca invano un colpevole, Boulin si scontra con un microcosmo composto da ospiti stravaganti, domestici ambigui, infedeltà coniugali e tensioni mondane.


Claude Tranchant (Benoît Poelvoorde) è forse l’unico personaggio sincero del gruppo, ma vive immerso in un’ingenuità quasi infantile. Eliane (Virginie Hocq), invece, è snob, egocentrica e distratta al punto da ignorare i pericoli che lei stessa ha denunciato.


L’indagine diventa quindi solo un pretesto per svelare le ipocrisie di una comunità che finge di divertirsi mentre tutto scricchiola. Ogni personaggio ha qualcosa da nascondere, ma nessuno ha davvero qualcosa da perdere. La posta in gioco non è la verità, ma l’immagine.


L’apparente minaccia resta sullo sfondo. Ciò che conta è come ciascuno reagisce: con isteria, menzogne o colpi di teatro. Alla fine, il mistero si risolve più per esaurimento che per acume, lasciando dietro di sé un ritratto grottesco ma riconoscibile di una società troppo distratta da sé stessa per accorgersi del mondo.


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Archetipi sotto pressione

Boulin nel film di Rai Movie Mistero a Saint-Tropez è l’anti-Clouseau perfetto: invece di risolvere il caso per caso, lo ingarbuglia per principio. Il suo personaggio è costruito con una precisione millimetrica, che riflette il lavoro degli autori e l’esperienza di Clavier, abituato ai ruoli sopra le righe ma sempre funzionali alla struttura. Non c’è spazio per l’improvvisazione, e la forza comica sta proprio nella fedeltà al copione e nella musicalità dell’esecuzione.


Claude Tranchant, interpretato da Poelvoorde, è il classico “ricco che paga tutto e non controlla nulla”: ricco, ingenuo, tradito, ma mai realmente sveglio. È il contrappunto perfetto a Boulin: dove l’ispettore è rumoroso e inopportuno, Tranchant è silenzioso e rassegnato, un personaggio tragicomico nel suo candore.


Il film esplora anche il personaggio di Eliane, moglie e snob, interpretata con eccesso calcolato da Virginie Hocq. Eliane è tutta forma e nessuna sostanza, guidata da un narcisismo iperbolico e da un’ossessione per l’apparenza. Rappresenta un’epoca (gli anni ’70) e una classe sociale (l’alta borghesia francese) che vivono in bolle impermeabili ai drammi reali.


Il resto del cast (Thierry Lhermitte, Rossy de Palma, Gérard Depardieu, Jérôme Commandeur e altr) compone una galleria di comparse di lusso che alimentano la confusione, ma senza mai deviare dallo scopo centrale: mettere in scena una commedia del caos.

Rossy De Palma
Mistero a Saint-Tropez (2021) Rossy De Palma

La farsa come specchio sociale

Sotto la superficie colorata e farsesca, il film di Rai Movie Mistero a Saint-Tropez riflette su una società che si guarda troppo allo specchio per accorgersi del fuoco alle spalle. Gli anni ’70, nel film, non sono ricostruiti con nostalgia sterile ma usati come filtro grottesco per raccontare un microcosmo fatto di apparenze, tradimenti, falsi allarmi e paure borghesi.


Il giallo in sé diventa secondario: non importa davvero chi ha fatto cosa. Conta piuttosto il modo in cui ogni personaggio reagisce alla minaccia, vera o presunta, di essere esposto. Lo “smacco” sociale è la vera posta in gioco, più del crimine. La paranoia che guida i personaggi non è esistenziale, è estetica.


Anche il costume e il design concorrono alla narrazione. Gli abiti sgargianti di Eliane, le mise improbabili di Tranchant, il trucco teatrale dei personaggi sono maschere in senso letterale e simbolico. Il travestimento non è solo parte della trama (si pensi alla scena del ballo in maschera), ma il fondamento identitario di questo mondo.

Una questione di ritmo

Il vero protagonista del film di Rai Movie Mistero a Saint-Tropez è il ritmo. Come ha raccontato lo stesso cast, a partire da Clavier e Poelvoorde, nulla è lasciato al caso. La comicità, per funzionare, ha bisogno di una partitura. Il regista Benamou orchestra questo materiale con attenzione quasi matematica. Il montaggio e le riprese multi-camera, pur rispettando l’artificio, conferiscono alla commedia una leggerezza che sa anche essere precisa e puntuale.


A differenza di molte commedie che si affidano alla deriva o all’improvvisazione, Mistero a Saint-Tropez si presenta come un’opera costruita, dove ogni gesto è previsto e ogni esagerazione ha un posto. Il risultato è una macchina narrativa che non cerca verosimiglianza, ma efficacia.


Mistero a Saint-Tropez
non stravolge il linguaggio cinematografico ma porta a compimento un’idea semplice con una disciplina sorprendente. È un gioco serio, dove i codici della commedia classica si intrecciano con l’ambientazione rétro per dire qualcosa su classi, potere, ego e apparenza.


È un film corale, ma fatto di assoli. Una burla elegante su chi prende troppo sul serio se stesso, messa in scena da attori che, al contrario, sanno ridere anche di sé.

Autore

Redazione

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Filmografia

locandina Mistero a Saint-Tropez

Mistero a Saint-Tropez

Commedia - Francia/Belgio 2021 - durata 90’

Titolo originale: Mystère à Saint-Tropez

Regia: Nicolas Benamou

Con Christian Clavier, Benoît Poelvoorde, Virginie Hocq, Rossy De Palma, Thierry Lhermitte

Al cinema: Uscita in Italia il 30/06/2022

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