Nel panorama spesso saturo della commedia francese, il film Suore in sella (su IWonderFull dal 1° luglio) è un’opera che riesce a distinguersi. Non tanto per la trama in apparenza surreale (un gruppo di suore che partecipa a una corsa ciclistica con in palio un incontro col Papa) ma per l’intelligenza con cui questa premessa viene sviluppata. Diretto da Laurent Tirard, il film si presenta come una commedia leggera, ma piena di sottotesti, costruita con precisione millimetrica e animata da un cast tutto al femminile che brilla di talento e affiatamento.

Il cielo chiama, le suore rispondono... in bicicletta
Nel film Suore in sella, in un convento isolato tra le montagne del Giura, un gruppo di religiose si trova in difficoltà economiche. La salvezza arriva da un’insolita opportunità: partecipare a una gara ciclistica tra conventi. La squadra vincitrice potrà recarsi a Roma per incontrare il Papa. Ma è chiaro fin da subito che non sarà solo una questione di gambe forti e buoni freni: rivalità personali, traumi passati, vocazioni in crisi e vecchie ruggini riemergono strada facendo.
Il motore comico si accende quando Madre Véronique (Valérie Bonneton), autoritaria ma goffa madre superiora, scopre che tra le partecipanti c’è anche Madre Joséphine (Sidse Babett Knudsen), sua storica rivale dai tempi dell’infanzia. Insieme a loro: suor Augustine (Camille Chamoux), intellettuale della fede con un passato da ribelle; suor Bernadette (Claire Nadeau), muta ma espressiva con la sua lavagnetta; suor Béatrice (Guilaine Londez), la pragmatica della truppa; e la giovane Gwendoline (Louise Malek), stagista inesperta che rappresenta lo sguardo nuovo e fresco della modernità.
Un convento di caratteri
La forza del film Suore in sella sta nel riuscire a far convivere archetipi e complessità individuale. Nessuna delle protagoniste è ridotta a macchietta: ciascuna ha una sua voce e una sua storia.
Madre Véronique, interpretata con misura e ironia da Valérie Bonneton, è una guida insicura, che finge fermezza mentre il mondo attorno le crolla. Il suo rapporto conflittuale con Joséphine è la colonna vertebrale narrativa: una guerra fredda tra due personalità diversamente autoritarie, intrisa di vecchi rancori e rivalità irrisolte.
Madre Joséphine, impersonata dalla magnetica Sidse Babett Knudsen, è il controcampo perfetto: austera, carismatica, spietata nella sua dolcezza apparente. Il duello tra le due, mai violento ma sempre intenso, è tra i momenti più gustosi del film.
Suor Augustine è forse il personaggio più interessante sul piano tematico. Chamoux ne fa una figura stratificata: intellettuale e devota, ma con un passato selvaggio che riaffiora a sprazzi. Un esempio di come la fede possa essere scelta e non rifugio.
Suor Bernadette, che non parla ma comunica con sguardi e gesti, è un’icona del film: presenza silenziosa, quasi senza tempo, interpretata con maestria da Claire Nadeau. La sua comicità è tutta fisica e di tempi comici impeccabili.
Pierre (François Morel), l’allenatore riluttante, è l’elemento maschile che serve da catalizzatore comico. Pigro, sarcastico e sempre seduto, è l’opposto dello spirito competitivo, e proprio per questo irresistibile.

Tra satira religiosa e sorellanza autentica
Il film Suore in sella gioca con l’immaginario religioso senza mai scadere nella derisione. Anzi, la fede viene mostrata come qualcosa di profondo e liberatorio. Ogni personaggio ha un rapporto personale con Dio, spesso imperfetto ma autentico. Non si ride della religione, ma con la religione.
Il convento diventa metafora di una piccola società. Le dinamiche tra le suore riflettono tensioni universali: leadership, accettazione, appartenenza. Le protagoniste, ognuna con il proprio passato, sono ritratti di donne che hanno fatto scelte controcorrente. Il film le celebra non come eroine, ma come esseri umani.
Tirard punta a una comicità visiva, fisica, a tratti slapstick (tra voli in bici e situazioni assurde) ma non dimentica mai il cuore. Come dice Bonneton, “non è solo far ridere a tutti i costi”: c’è una dolcezza di fondo, quasi rétro, che rende il film unico.
Un’opera corale al femminile
In un’industria ancora dominata da ruoli maschili, il film Suore in sella è una boccata d’aria. Tutti i personaggi principali sono donne, e non donne decorative o funzionali alla narrazione maschile: sono loro la storia. Camille Chamoux lo dice chiaramente: “Cominciamo a gioire di una commedia dove le donne hanno tutti i ruoli principali”.
Il film diventa così, senza proclami ideologici, una piccola dichiarazione politica: si può essere divertenti, intelligenti e profondamente femminili senza cliché né stereotipi.
Suore in sella è un film brillante, umano, necessario. Non pretende di rivoluzionare il cinema, ma riesce nell’impresa più difficile: unire leggerezza e sostanza. Ti fa ridere senza vergogna, ti sorprende con le sue sfumature, e alla fine lascia addosso una sensazione rara: quella di essere stato bene, di aver visto qualcosa di semplice e profondo insieme.
È una parabola comica dove Dio non scende dal cielo, ma pedala accanto alle sue suore.
Filmografia
Suore in sella
Commedia - Francia 2023 - durata 87’
Titolo originale: Juste ciel!
Regia: Laurent Tirard
Con Valérie Bonneton, Camille Chamoux, Claire Duburcq, Sidse Babett Knudsen, Guilaine Londez, Louise Malek
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