Hot Summer Nights, esordio alla regia di Elijah Bynum in onda su Rai 4 la sera del 30 giugno, è un film che gioca a travestirsi. A prima vista è un racconto di formazione ambientato nella Cape Cod del 1991. Ma basta poco per accorgersi che sotto la scorza patinata di nostalgica adolescenza pulsa qualcosa di più cupo: droga, desiderio, morte. In meno di due ore, il lungometraggio attraversa tre generi (teen drama, crime, noir), cambia tono quattro volte, prende in prestito l’estetica di cinque registi diversi e corre il rischio di smarrirsi. Diciamolo subito: non è un film riuscito ma è un film interessante.

Timothée Chalamet, Alex Roe
Hot Summer Nights (2017) Timothée Chalamet, Alex Roe

Un’estate che cambia tutto

All’inizio del film di Rai 4 Hot Summer Nights, Daniel Middleton (Timothée Chalamet), diciassettenne gracile e spaesato, viene spedito dalla madre a passare l’estate dalla zia, dopo la morte del padre. Siamo a Cape Cod, nel Massachusetts. Cielo azzurro, spiagge infinite, turisti ricchi che invadono le case estive. Daniel è subito fuori posto: non è un “townie”, non è un “summer bird”. È uno che guarda da fuori.


Finché non incontra Hunter Strawberry (Alex Roe): un ragazzo bello, dannato, leggendario. Hunter è il re non incoronato della piccola cittadina: vende erba, fa paura ai poliziotti e spezza cuori. Daniel ne rimane affascinato e presto entra in affari con lui: cominciano a spacciare insieme, prima marijuana, poi cocaina.


E poi c’è lei. McKayla (Maika Monroe), la sorella minore di Hunter. Ragazza maledetta, sguardo di ghiaccio, reputazione da femme fatale. Daniel si innamora. Ma Hunter ha posto una sola regola: “Non toccare mia sorella”. Ovviamente, Daniel la infrange.


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Adolescenti alla deriva

Nelfilm di Rai 4 Hot Summer Nights, Daniel Middleton è l’epitome del ragazzo invisibile che cerca identità e significato. Timothée Chalamet gli presta corpo e sguardo, ma senza la grazia magnetica vista in Chiamami con il tuo nome. Daniel non è un personaggio che cresce: è qualcuno che si lascia trascinare. Dall’estate, dal crimine, dall’amore.


Hunter Strawberry ha il volto carismatico e ambiguo di Alex Roe. Hunter è il James Dean del supermarket: bello, maledetto, con la sigaretta sempre pronta e una rabbia che prelude al disastro. È forse il personaggio più riuscito del film, quello che incarna davvero il mito e la tragedia.


Maika Monroe è, purtroppo, sprecata nei panni di McKayla, un ruolo scritto da uno sguardo maschile che la riduce a oggetto del desiderio. Le manca una voce propria, un’agency narrativa. La sua presenza è potente, ma la sua funzione è decorativa.

Maika Monroe
Hot Summer Nights (2017) Maika Monroe

Identità, desiderio, rovina

Il film di Rai 4 Hot Summer Nights cerca di raccontare quel momento magico (e mitizzato) in cui un ragazzo diventa adulto: l’estate che cambia tutto. Ma, invece di maturazione, c’è fuga. Daniel non diventa uomo, diventa complice. Il sogno americano qui è fatto di marijuana, truffe, e una Mustang rossa che corre verso il nulla.


La voce narrante (di un ragazzo che compare solo alla fine) racconta gli eventi con un filtro malinconico, come se stesse ricordando una leggenda urbana. Ma la nostalgia è sporca, infetta. Ogni elemento (la musica anni ‘70 fuori tempo, i riferimenti pop a Terminator 2, le riprese in slow motion) è un patchwork nostalgico che però non costruisce un’epoca coerente. È un’illusione.


L’amore in Hot Summer Nights è pericoloso. Chi ama, muore. Chi desidera, viene punito. E chi osa sognare, finisce con il volto sfigurato da una tempesta che non è solo atmosferica, ma anche emotiva e morale.

Un’identità frammentata

Il problema principale del film di Rai 4 Hot Summer Nights è il suo bisogno di piacere a tutti. Vuole farci ridere, sudare, commuovere e tremare. E così facendo, perde la bussola.


L’uso della voce off, l’inquadratura dei personaggi che parlano in camera come in un falso documentario, l’uso iper-stilizzato del colore e del montaggio: tutto suggerisce un’intenzione autoriale precisa. Ma l’intenzione si dissolve nella confusione narrativa: troppo poco noir per essere un noir, troppo criminale per essere un coming-of-age.


Hot Summer Nights
è un film visivamente accattivante, con momenti di autentico slancio emotivo e una colonna sonora che funziona. Ma è anche un’opera sbilenca, affetta da un’identità multipla e da una sceneggiatura che salta passaggi chiave con noncuranza.


Per un regista esordiente, Elijah Bynum dimostra stile. Ma stile non basta. Serve sostanza. E qui, dietro il fumo della marijuana e i tramonti saturi, c’è troppo poco. Eppure… qualcosa resta. Un senso di perdita, forse. O quella strana sensazione di quando un’estate finisce e ti accorgi che, per quanto l’hai aspettata, non era come te l’eri immaginata.

Autore

Redazione

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Filmografia

locandina Hot Summer Nights

Hot Summer Nights

Drammatico - USA 2017 - durata 120’

Titolo originale: Hot Summer Nights

Regia: Elijah Bynum

Con Emory Cohen, Maika Monroe, Thomas Jane, William Fichtner, Timothée Chalamet, Maia Mitchell