1957. I tre mesi peggiori della vita di Enzo Ferrari. L’attività è in crisi, e allora scommette tutto sulla corsa Mille miglia. Se fallisce dovrà vendere Maranello. Deve vincere. La notte prima della gara i suoi piloti scrivono lettere romantiche alle loro amate. Potrebbero non sopravvivere. Come in Linea rossa 7000 di Hawks lo spettro della morte fa parte della carica inebriante e rumorosa di un Grand Prix. Ma non è solo l’azione, la corsa a essere carica di pericoli e sfide elettrizzanti. Ogni momento del dramma, anche il più intimo, si muove con un senso di paura ad alto rischio, di turbolenza emotiva di fondo.
Scatta il piacere colpevole che ci attrae nella saga degli Avengers, i superpoteri qui sono affidati alla tecnologia rivoluzionaria delle riprese, che vi faranno saltare sulla sedia quanto in Psyco. Scriveva Karl Kraus: «Da quando l’umanità si è legata davanti un propulsore, si va indietro; l’elica poi fa in modo che si vada anche giù», e non per passatismo. Profetizzava rollercoaster mentali degne dei pazzi circuiti d’auto che Jack Hill in Pit Stop collaudò per il sensibile seguace. Chi ha letto e amato, come Mann, l’autobiografia di Ferrari Le mie gioie terribili, scritta per elaborare il lutto del figlio (ed erede) Dino, morto nel 1956, ritrova tutto quel dolore nel film, tratto però da Enzo Ferrari The Man and the Machine di Brock Yates, e sceneggiato dall’ormai defunto Troy Kennedy Martin: già, il progetto è di 20 anni fa. Ferrari è splendidamente “cromatizzato” da Erik Messerschmidt, tra cupi interni rinascimentali domestici ingialliti ed esterni rosso shocking degni del fumetto di Michel Vaillant.
Il rosso nella tavolozza di Mann è il colore focoso dal carattere immateriale e inquieto, richiama la gioia giovanile del primo futurismo. L’odiato (da Mann) verde (parola di Dante Spinotti) è il colore delle auto nemiche, Lotus, Cooper... C’è la grottesca storia delle infrastrutture perennemente pre-industriali del nostro paese (causa degli incidenti mortali alla Mille miglia, corsa adorata dal Fellini di Amarcord e poi proibita). C’è l’aria frizzante di provincia, con il barbiere tifoso del Modena, la moglie uscita da un noir (Penélope Cruz) e da cui non si può divorziare; l’immancabile prete e il figlio da riconoscere.
E l’ambiguità di un genio venuto dal basso (ex meccanico ed ex pilota) che manipola, da sovrano, motori e donne, come si usava un tempo. La maschera perfetta di Adam Driver dipinge Ferrari con intense pennellate che ne cancellano le emozioni vistose. Si ama e si odia il mitico “Drake”, la leggenda di Maranello, l’ingegnere corsaro non privo di cinismo, il meccanico visionario che sarà l’industriale pronto alle peggiori giravolte morali per sopravvivere. Per salvare la baracca Ferrari deve vincere quella Mille miglia e punta su Piero Taruffi, la “volpe argentata”. Ma le Maserati fanno paura. Stirling Moss su Mercedes ha il record della corsa. Eugenio Castellotti muore collaudando il nuovo prototipo. In gara la rossa col cavallino rampante di Alfonso de Portago e Edmund Gurner Nelson per lo scoppio del pneumatico esce di strada. 11 morti, compresi i piloti, compresi cinque bambini.
Il film
Ferrari
Biografico - USA 2023 - durata 130’
Titolo originale: Ferrari
Regia: Michael Mann
Con Shailene Woodley, Adam Driver, Penélope Cruz, Sarah Gadon, Patrick Dempsey, Jack O'Connell
Al cinema: Uscita in Italia il 14/12/2023
in TV: 21/12/2024 - Sky Cinema Drama - Ore 11.55
in streaming: su Now TV Amazon Prime Video Apple TV Google Play Movies Mediaset Infinity Rakuten TV Microsoft Store Amazon Video Timvision
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