Il manierismo è una strategia, non una finalità. La misura del film a episodi - lungi dall’essere segno di una carenza d’ispirazione - è la forma che permette a Jarmusch una concentrazione del racconto e un’essenzializzazione del tratto. Come Mystery Train - Martedì notte a Memphis, Taxisti di notte e Coffee & Cigarettes, la misura breve permette a Jarmusch di - letteralmente - giocare con i suoi interpreti e contemporaneamente esplorare un ambito (un tema) come se si trattasse di una micro improvvisazione jazz (da camera). Il film a episodi, dunque, è una forma di “autorialità sostenibile” realizzata in un ambiente complice e solidale, che esprime la poetica del regista nella sua forma più compiuta.

Sin dal primo episodio, Father, nel quale la presenza di Adam Driver permette (anche) di ipotizzare che si tratti di una sorta di flashforward di Paterson, il regista si lascia andare a un cinema a bassa definizione, lo-fi, nel quale la macchina da presa gioca con gli interpreti mettendosi al loro servizio. L’indecidibilità del racconto (il Rolex è vero o falso? La povertà del genitore interpretato mirabilmente da Tom Waits è presunta o reale?) si offre come un insieme di possibili punti di fuga che riflettono le aporie delle relazioni famigliari e non. Il secondo episodio, Mother, letteralmente costruito attorno a una tavolata famigliare, si presenta come il centro di gravità del film con i suoi rancori gentili ma non espressi e i silenzi coperti da brandelli esitanti di conversazioni che si offrono come una variazione tratta da un inedito di Sally Rooney (ed è anche il luogo nel quale il marchio Yves Saint Laurent è maggiormente evidente, nonostante la nonchalanche casual delle magistrali interpreti Charlotte Rampling, Cate Blanchett e Vicky Krieps).

L’ultimo, Sister Brother, rivela compiutamente la matrice nipponica di Jarmusch, l’amatissimo Ozu, come in un viaggio in una stanza (o a Tokyo, a Parigi...) dal cui orizzonte i genitori sono ormai scomparsi. L’eleganza minimale permette al regista di liberare maggiormente l’emozione e attenuare l’ironia sottilissima dei precedenti segmenti. Nel far loro attraversare - da fermi - le stanze dell’infanzia e dell’adolescenza, che si riflettono in quella dei genitori, il regista crea una struggente malinconia priva di desideri che inevitabilmente si offre come un haiku cinematografico. E quando la mdp di Yorick Le Saux inizia a muoversi per gli ambienti spogli dell’appartamento è come se Jim Jarmusch evocasse tutti i fantasmi dei non detti che si sono coagulati sino a quel momento sulla superficie delle parole, dei gesti e dei corpi. Attraverso la stilizzata economia del gesto, il regista riafferma, in maniera liberissima, la sua cinefilia e, soprattutto, il mondo che questa gli ha permesso di abitare in quanto cineasta. Father Mother Sister Brother è il cinema per eccellenza di Jarmusch, non un mero riciclare di forme e stereotipi. Rispetto al precedente I morti non muoiono, Father Mother Sister Brother - premiato con il Leone d’oro alla Mostra di Venezia 2025 - si presenta con un’urgenza e una misura davvero encomiabili.
Father Mother Sister Brother di Jim Jarmusch è anche il film oggetto della puntata n. 2 di Full Frontal, il podcast di Film Tv scritto e diretto da Giulio Sangiorgio, online su tutte le piattaforme a partire dal 19/12/2025. Seguitelo e seguiteci!

Il film
Father Mother Sister Brother
Drammatico - USA 2025 - durata 110’
Titolo originale: Father Mother Sister Brother
Regia: Jim Jarmusch
Con Cate Blanchett, Charlotte Rampling, Vicky Krieps, Adam Driver, Tom Waits
Al cinema: Uscita in Italia il 18/12/2025


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