Nel panorama dei thriller psicologici per la televisione, il film Ti vorrei come mia figlia su Rai 2 la sera dell’11 ottobre si inserisce con forza nel solco delle narrazioni che partono da una promessa salvifica per poi virare verso l’ossessione e la manipolazione.
Il tv movie, targato Lifetime, racconta la storia di Jessica (Emily Miceli), un’adolescente brillante e determinata, che sogna un futuro migliore attraverso l’ammissione all’università. Ma quando sua madre viene investita e finisce in coma, la sua vita cambia drasticamente. A colmare il vuoto entra Eva (Stacy Haiduk), una ricca e affascinante donna che si propone come tutrice temporanea. Quello che sembra un atto di pura generosità si rivelerà invece una trappola emotiva, costruita pezzo dopo pezzo con lucidità inquietante.

La spirale della sostituzione
La trama del film di Rai 2 Ti vorrei come mia figlia si costruisce su un inganno: Eva, presentata inizialmente come una benefattrice, diventa il fulcro di un progetto disturbante. Il suo vero obiettivo è sostituire Jessica alla figlia morta, Sarah, di cui Jessica è (scopriamo) la sorella gemella, ignara di esserlo. Le dinamiche si fanno via via più claustrofobiche: Eva isola Jessica da amici, scuola e ospedale, fino a rinchiuderla letteralmente in soffitta.
Il film gioca con il senso di familiarità e fiducia tradita, portando lo spettatore a chiedersi quanto del comportamento di Eva sia dettato da dolore irrisolto e quanto da pura follia calcolata.
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Madri, figlie e fantasmi del passato
Al centro del film di Rai 2 Ti vorrei come mia figlia ci sono le figure femminili: Jessica, Eva e Liza (la madre biologica, in coma, con il volto di Kristi Murdock). La tensione narrativa si basa sul conflitto tra legami di sangue e legami costruiti. Eva ha perso una figlia e cerca di colmare quel vuoto sostituendola con una nuova versione perfetta, cancellando la volontà e l’identità di Jessica.
Il tv movie affronta in modo indiretto ma potente il tema dell’identità, della maternità ossessiva e del trauma irrisolto. Jessica è costretta a lottare per preservare sé stessa da una donna che non vuole solo prendersi cura di lei, ma riscriverle l’intera esistenza.

Jessica e Eva: due facce della stessa storia
Il cuore emotivo del film di Rai 2 Ti vorrei come mia figlia è il rapporto teso e ambiguo tra Jessica ed Eva. Jessica è una ragazza sveglia, ma anche vulnerabile, resa fragile dalla situazione familiare e dalla pressione del futuro universitario. Eva, invece, è calma, affabile, sofisticata, ma sotto la superficie nasconde una fragilità pericolosa. Non è semplicemente una “cattiva”: è una donna spezzata, disposta a tutto pur di non affrontare la realtà della perdita.
Anche i personaggi secondari – come Vanessa (Rachel Jensen), amica leale e lucida, e Shane (Sam Brooks), che si muove tra ingenuità e intuizione – servono a mettere in evidenza quanto sia difficile, per chi è fuori dalla spirale manipolativa, comprendere cosa stia realmente accadendo.
Il finale spiegato
L’apice del film di Rai 2 Ti vorrei come mia figlia arriva nel momento in cui Jessica, ormai prigioniera fisica ed emotiva, capisce che Eva non vuole solo una figlia, ma quella figlia, identica a Sarah in tutto. La svolta arriva grazie all’intuito di Vanessa e Shane, ma soprattutto grazie alla tenacia della stessa Jessica, che rifiuta di essere trasformata in qualcuno che non è.
Il confronto finale è violento ma liberatorio: Jessica riesce a difendersi da Eva usando le stesse armi che quest’ultima aveva preparato per annientarla.
L’epilogo conferma la restituzione dell’identità: Liza si risveglia dal coma, Eva viene internata in un ospedale psichiatrico, e Jessica può finalmente tornare a vivere secondo la sua verità. L’ultima scena, con Eva che scambia una giovane dottoressa per la defunta Sarah, suggerisce che per lei il tempo si è fermato, intrappolata nel lutto e nel delirio.

Una riflessione sul bisogno e sull’ossessione
Il film di Rai 2 Ti vorrei come mia figlia affronta in modo diretto una domanda inquietante: cosa succede quando il bisogno di amare diventa un’ossessione? Il lungometraggio non è interessato a costruire suspense fine a sé stessa, quanto a mostrare la trasformazione graduale di un legame potenzialmente salvifico in una relazione tossica e distorta. È una storia che parla di traumi non elaborati, di solitudini profonde, e del pericolo di confondere l’amore con il possesso.
Nel mondo iper-drammatico dei thriller televisivi, Ti vorrei come mia figlia si distingue per la chiarezza con cui mette al centro una dinamica disturbante e plausibile: l’appropriazione dell’identità altrui come forma estrema di rielaborazione del dolore. Il film resta impresso non per la verosimiglianza degli eventi, ma per la lucidità con cui racconta una verità scomoda: quando si smette di vedere l’altro come individuo, e lo si riduce a sostituto di un’assenza, non si costruisce amore, ma prigionia. E in quella prigione, solo chi riesce a ricordare chi è davvero può trovare una via d’uscita.
Filmografia
Ti vorrei come mia figlia
Thriller - USA 2024 - durata 88’
Titolo originale: The Replacement Daughter
Regia: Bruno Hernández
Con Stacy Haiduk, Emily Miceli, Kristi Murdock, Janet Scott, Rachel Jensen, Sam Brooks
in TV: 11/10/2025 - Rai 2 - Ore 21.20
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