(Attenzione: spoiler) Quando nel 1983 esce nelle sale statunitensi Sleepaway Camp, tutti credono di assistere al solito slasher alla Venerdì 13, complice anche l’ambientazione in un camping per minorenni. Poi arriva quel finale, quel grido rauco, quel breve carrello all’indietro che rivela in full frontal che Angela, la protagonista adolescente, non è una femmina bensì un maschio. Sbam! Shock! Le questioni di genere si sbriciolano in un genere scambiato regolarmente per sessista, misogino, sessuofobico. Il film di Hiltzik, prima di altri, alza l’asticella e segna un precedente. Credo lo segni anche Together. Che da Sleepaway Camp sembra discendere, quanto meno nelle implicazioni della sua conclusione (no spoiler, sì, d’accordo).

Ben sapendo che di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia, tanto nella percezione comune, quanto nei gender studies. E infatti il body horror dell’esordiente Michael Shanks sposta lo sguardo di sguincio. Il titolo dice molto. Tutto. Tim (Dave Franco) e Millie (Alison Brie) stanno insieme da dieci anni ma sono paralizzati - metaforicamente - in un vicolo cieco. Impasse di coppia. Evadere, dalla città, dalla comfort zone, dagli amici, sembra la soluzione. Una minuscola cittadina e una dimora isolata tra i boschi hanno il sapore di un toccasana. Per tornare together. Complici. Uniti. Fino alla fusione, dopo una notte trascorsa per cause di forza maggiore in una grotta. Uomo, donna. E i paradossi dell’indissolubilità di ogni legame sentimentale, che vuole i sessi autonomi eppure dipendenti. A fare la differenza, tuttavia, è la forma. Il tipico “stile Sundance” a poco a poco si storpia e crea un glitch nel suo sistema.

Tim e Mille, che scoprono loro malgrado di non poter più fare a meno l’uno dell’altra, diventano un*. Una cosa sola. Ma non erano giunti in campagna, lontano dalla metropoli, proprio per questo motivo? Per riconciliarsi? Per recuperarsi? Attenzione, però. Shanks propone per l’appunto un passaggio ulteriore rispetto all’ormai vetusto terzo sesso. Il ritrovato avvicinamento e l’accorpamento terminale rappresentano una nuova immagine, che nei moduli canonici del cinema indie statunitense ai quali Together pare aderire funge da bug. E se questa nuova immagine, fatta dei vecchi Tim e Millie, i precedenti, i dati per scontato, fosse AI generated?

Provate a pensarci, alla larga da qualunque ipocrisia, e figuratevi tutte le possibili conseguenze relative all’ideologia e all’idea stessa dei sessi (anche le più progressiste e innovative). Sarebbero straordinarie. Rivoluzionarie. Ciò che (ne) risulta infine, ciò che Tim e Millie decidono infine di accogliere, per sé, in nome dell’amore (sì, certo, non abbiate timore di chiamarlo per il suo nome, quello vero: amore), in nome della condivisione di un affetto più grande di ogni perplessità, è un disturbo nella narrazione dominante. Un errore imprevisto che danneggia l’hardware che ci governa, e che governa specialmente le nostre prospettive. Che determina e comanda le nostre immagini. In una stagione solare di eccezionale benessere per il genere, stavolta lo si può esclamare davvero a buon diritto: Together è l’horror dell’anno.
Il film
Together
Horror - Australia, USA 2025 - durata 102’
Titolo originale: Together
Regia: Michael Shanks
Con Dave Franco, Alison Brie, Damon Herriman, Mia Morrissey, Karl Richmond, Jack Kenny
Al cinema: Uscita in Italia il 01/10/2025
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