Sette vite e tre carriere

Il cinema di Jackie Chan non è facile da inquadrare. Scherzando sul numero impressionante di infortuni sul set (alcuni gravi come la botta in testa in Armour of God che gli costò parte dell’udito) si potrebbe dire che ha sette vite come i gatti e almeno tre carriere. La prima, giovanile, tra Cina popolare e Hong Kong. La seconda, cominciata nel 1995 con Terremoto nel Bronx, americana. Infine la terza, quella del ritorno in patria coincidente con il nuovo millennio e alla quale fanno riferimento i titoli proposti dai canali di The Film Club.

A eccezione del primo, Twin Dragons (1992), diretto in coppia da Tsui Hark e Ringo Lam, quest’ultimo responsabile di tutte le scene d’azione. Un film in perfetto Jackie Chan style, o almeno vecchio stile: commedia comica + arti marziali. Si sfrutta un espediente tipico del comico, quello dei gemelli, due Jackie divisi in culla da un boss della mala interpretato da Kirk Wong (dirigerà l’attore in uno dei suoi film migliori: Crime Story), uno diventa un pianista e direttore d’orchestra, l’altro un artista marziale cresciuto nei bassifondi. C’è anche Maggie Cheung.

Ma soprattutto ci sono camei dei grandi di Hong Kong: John Woo fa il prete, ChiaLiang Liu - regista e coreografo del leggendario 36ª camera dello Shaolin da cui il titolo del primo disco dei Wu-Tang Clan Enter the Wu-Tang 36 Chambers - è il dottore, Tsui Hark e Ringo Lam i meccanici. Enjoy. Gli altri titoli sono, in ordine cronologico: New Police Story (2004), Le cronache di Huadu - La spada e la rosa (2004, Full Action), The Myth -Il risveglio di un eroe (2005), Rob-B-Hood (2006, TFC Premium), La vendetta del dragone (2009, Full Action), Dragon Blade - La battaglia degli Imperi (2015, Full Action). Mi soffermo su due.

New Police Story di Benny Chan è il reboot della più storica saga di Chan, quella di Police Story cominciata nel 1985. I toni però sono meno comedy. L’ispettore Wing non riesce a salvare un gruppo di colleghi dalla banda di giovani fuorilegge con i quali ha un conto in sospeso. Entra in crisi, comincia a bere, viene aiutato da un collega più giovane ma intanto i teppisti tornano in azione. Segnalo una bella e teoricissima sequenza di combattimento in un negozio della LEGO.

L’altro titolo è The Myth, che si ricollega a un filone specifico della produzione di Chan, quello più avventuroso di Project A e Armour of God. L’archeologo Jack sogna spesso di essere un generale fedele alla dinastia Qin incaricato di proteggere una principessa coreana della quale, immancabilmente, si innamora. Durante una spedizione scopre di essere veramente la reincarnazione del generale, di avere inaspettati talenti marziali e di amare ancora la principessa resa immortale da un magico elisir. Nel film una bella scena old style in una fabbrica di colla. In parte è ambientato in India, dove praticano un’arte marziale molto interessante, la kalarippayattu, considerata la più antica del mondo alla base del kung fu e del ju jitsu.

Jackie Chan su The Film Club