Tra Musk e Bozzetto, scegli Bruno!

Neuralink è la società di Elon Musk che testa i microchip da conficcare nel cervello per ampliare le potenzialità della mente. Siamo in piena distopia, tra la Skynet di James Cameron e Lucy di Luc Besson, ma chissà se i suoi ingegneri (o lui stesso) hanno mai visto un “piccolo” cartone animato italiano intitolato Vip, mio fratello superuomo di Bruno Bozzetto (1968) dove MiniVip, il più sfigato dei superfratelli Vip, incontra Happy Betty, proprietaria dei supermercati HB, che vuole fare il lavaggio del cervello dell’umanità per trasformarla in una banda di consumatori perfetti e mansueti.

Può riuscire nel turpe intento grazie a un antenato dei moderni microchip nel cervello. Per la cronaca, e non è un dettaglio: Happy Betty è pazza. Scrigno di profetiche visioni esteticamente all’avanguardia il film fa parte di una trilogia di capolavori del disegnatore e cineasta milanese, i suoi più celebri lungometraggi (escluso il ciclo del Signor Rossi), disponibili sul canale Rarovideo di The Film Club.

Oltre a Vip anche il primo, leggendario West and Soda (1965), un successo in tutto il mondo, e il terzo, Allegro non troppo (1976) al quale collaborò anche Maurizio Nichetti, allievo del regista.

È il titolo più controverso della trilogia e forse quello che ha più bisogno di essere attentamente valutato. Il modello dell’operazione è Fantasia della Disney (disegno animato + musica classica) trattato con ironia metafilmica (scusate la parolaccia: significa che l’operazione è consapevole). Su consumismo, sessualità, ecologia e antimilitarismo Allegro non troppo è ben più radicale del prototipo, l’alto artigianato ben si sposa a una serie di racconti audaci, solo con qualche spunto didascalico figlio del suo tempo (la goccia di brodo primordiale che segnerà evoluzione e apocalisse autoinflitta dell’umanità scaturisce da una bottiglia di Coca-Cola) ma di sorprendente modernità. 

Bruno Bozzetto su The Film Club