Non fu un successo, alla sua uscita nel 1964, Il giovedì. Un colpo per il suo regista Dino Risi che arrivava da due trionfi: un miliardo e 200 milioni di lire l’incasso di Il sorpasso, poco meno di un miliardo I mostri. Tuttavia proprio Il giovedì, che Risi scrisse con Castellano e Pipolo e che potete vedere sul canale Minerva Classic di The Film Club, dimostra l’esistenza di un’impronta risiana inconfondibile. Ritmo e sguardo. Un touch, per dirla con Lubitsch, che ha due obiettivi principali: la fluidità del racconto e l’essenzialità della messa in scena. «Quando si sente troppo la macchina da presa è perché il regista non ha molto da dire» ripete Risi.

Lo aiuta la fotografia di Alfio Contini, al suo fianco per la quarta volta, leggermente meno satura (soprattutto negli scuri) di quella, altrettanto importante, di Leonida Barboni (direttore della fotografia di Una vita difficile e prima, per Mario Monicelli, di La grande guerra). Il giovedì, che ha una sceneggiatura meno brillante e sapiente di Il sorpasso, ha però una regia e un montaggio altrettanto controllati, che enfatizzano tutti gli elementi iconici cari a Risi, dai feticci del Boom (l’auto americana, il televisore) ai luoghi (la spiaggia, la sala cinematografica dove danno L’uomo che uccise Liberty Valance).

" data-credits=
Immagine tratta da Il giovedì (1964)


E c’è forse maggiore consapevolezza del loro “destino”: l’auto americana è presa a nolo e fa solo scena (al contrario dell’Aurelia B24 guidata da Gassman), il televisore, a casa della mamma di Walter Chiari, non funziona, e dalla spiaggia si scappa perché arriva il temporale. La differenza sostanziale è nel personaggio interpretato (magistralmente) da Chiari, che sembra Bruno Cortona, e anzi è cialtrone come lui, ma il cui itinerario non finisce nel nulla, tutt’altro.

Divorziato da tempo, rivede dopo anni il figlioletto Robertino con il quale instaura una complicità vera. E a fine giornata si ricongiunge con Elsa (Michèle Mercier), la fidanzata che lo accusava di essere superficiale e immaturo. Certo, le donne. Ci sono eccezioni nel cinema di Risi (si pensi a Lea Massari in Una vita difficile oppure a Catherine Deneuve in Anima persa) oltre le quali, però, va detto, emerge il suo unico difetto costante, una certa misoginia.

" data-credits=
Immagine tratta da Il giovedì (1964)


Qui evidente nell’immagine della mamma che costringe Robertino a una rigida educazione “tedesca” (letteralmente), alla quale si contrappongono l’inconcludenza e l’immaturità del babbo, ma anche una sua “gioiosa” libertà, risolutiva per recuperare il rapporto con il figlio. Le donne di Il giovedì l’uomo o non lo capiscono perché troppo emancipate (Elsa) oppure lo giustificano perché gli sono “mamme” (la mamma, la zia), oppure ancora lo desiderano perché giovani e pudicamente attratte (come la vicina Milena Wukotich, nei titoli ancora con la W). Eppure, di tanti personaggi maschili apparentemente “alpha” dell’universo risiano, quello di Walter Chiari è l’unico che si divincola dalla maschera di “mostro”. Il più amato, evidentemente. E sapete come si chiama nel film? Dino.

Il film fa parte del catalogo The Film Club ma è anche visibile qui sotto attraverso YouTube, intervallato dalla pubblicità.

Autore

Mauro Gervasini

Firma storica di Film Tv, che ha diretto dal 2013 al 2017, è consulente selezionatore della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia e insegna Forme e linguaggi del cinema di genere all'Università degli studi dell'Insubria. Autore di Cuore e acciaio - Le arti marziali al cinema (2019) e della prima monografia italiana dedicata al polar (Cinema poliziesco francese, 2003), ha pubblicato vari saggi in libri collettivi, in particolare su cinema francese e di genere.

IL FILM

locandina Il giovedì

Il giovedì

Commedia - Italia 1963 - durata 100’

Regia: Dino Risi

Con Walter Chiari, Michèle Mercier, Silvio Bagolini, Edy Biagetti

in streaming: su Amazon Video Pluto TV