Opera in nero

Franco Nero, classe 1941, uno degli attori italiani più amati nel mondo. Grazie a Django, certo, ma non solo. Versatile, ha saputo attraversare due specifiche stagioni del cinema italiano, quella del “bis”, in particolare lo spaghetti western (ma non dimentichiamo il poliziottesco e un classico del giallo nostrano come Giornata nera per l’ariete). Su The Film Club, sezione Minerva Classic, una trilogia che rende ben conto del talento drammatico di Nero.

Si comincia con un titolo giovanile, un western piuttosto anomalo e curioso del 1965, Gli uomini dal passo pesante, diretto da Mario Sequi, montato da Maurizio Lucidi e con Joseph Cotten nella trasferta italiana (ma alcuni esterni sono stati girati in Argentina) di cui poi approfitterà anche Sergio Corbucci per I crudeli. Qui l’attore, allora ventiquattrenne, è un giovane ranchero che si innamora della ragazza sbagliata, la figlia di un vecchio possidente sudista che gli scatena addosso i figli. Una curiosa produzione con una elaborata colonna sonora di Lavagnino.

La seconda proposta è un classico, Il delitto Matteotti di Florestano Vancini, ricostruzione storicamente accurata degli eventi che anticiparono e seguirono l’assassinio del deputato socialista per mano dei fascisti. Una interpretazione mimetica quella di Franco Nero, a confronto con un cast di attori eccellenti tra i quali Mario Adorf nei panni del duce e un ottimo Umberto Orsini (benché stranamente doppiato) in quelli perfidi e feroci del camerata Amerigo Dumini, esecutore materiale del delitto. Un film effettivamente da recuperare perché un po’ dimenticato. Chiude la trilogia il titolo più celebre, Il giorno della civetta (1968) di Damiano Damiani, con il nostro nei panni del capitano dei carabinieri Bellodi che in Sicilia indaga su un omicidio eccellente in contesto omertoso. Dal classico di Leonardo Sciascia.

Franco Nero su The Film Club