Giorni felici

Sam Levinson, regista e sceneggiatore di Another Happy Day (sul canale The Film Club Premium), è il figlio di Barry Levinson; oggi è noto per aver realizzato Malcolm & Marie con Zendaya e John David Washington e aver creato l’acclamata serie tv Euphoria, sempre con Zendaya. Ma questo è il suo esordio, accolto trionfalmente al Sundance Film Festival del 2011 dove ha ricevuto il premio Waldo Salt per la sceneggiatura.

L’“altro giorno felice” del titolo è quello del matrimonio del primogenito di Lynn (Ellen Barkin), Dylan, che costringe la donna a ritrovare l’ex marito Paul (Thomas Haden Church) il quale ha una nuova compagna a dir poco esuberante (Demi Moore). Problematici anche gli altri tre figli di Lynn: Alice (Kate Bosworth) ha tentato il sucidio e odia il padre menefreghista, Elliott (Ezra Miller) e Ben (Daniel Yelsky), avuti da un altro compagno, sono il primo tossicodipendente e il secondo affetto da una forma di autismo.

A questo si aggiunga l’ombra lunga dell’ingombrante madre/nonna (Ellen Burstyn) quale ingrediente per rovinare (letteralmente) la festa. Quello delle “rese dei conti familiari al matrimonio” è quasi un piccolo filone, e mi piace ricordare tra i capisaldi un gioiello di Jonathan Demme come Rachel sta per sposarsi. Another Happy Day batte però tutti per complessità emotiva, rilancia continuamente con una girandola di personaggi resi vividi da interpretazioni superbe, attori noti ed eccellenti che hanno evidentemente raccolto la sfida di un copione molto stratificato. Se Ellen Barkin trova il suo ruolo migliore da anni, e duetta con magistrale intensità con Ellen Burstyn, è forse Ezra Miller, solo diciottenne all’epoca delle riprese, la vera sorpresa. Bravissimo. Piange il cuore sapere che sta compromettendo la propria carriera tra gli eccessi e gli arresti, perché il suo talento è raro e fuori discussione.

Il film