Dieci storie per non dormire

La proposta di The Film Club per allietare la notte di Halloween (ma diciamo che ogni occasione è quella giusta) è varia, articolata e di grande spessore. Una collection con i dieci migliori horror della library prevede alcuni classici assoluti come La notte dei morti viventi di George A. Romero, il film low budget che nel 1968 di fatto fondò il cosiddetto new horror trasformando il genere in una questione insieme estetica e politica.

Lo precede in termini di tempo un grande classico di Mario Bava, Sei donne per l’assassino (1964), il vero capostipite del giallo italico poi preso in eredità da Dario Argento con L’uccello dalle piume di cristallo. Ricco di invenzioni visive macabre, Sei donne per l’assassino è stato recentemente osannato da Martin Scorsese, insieme al suo autore. Brood - La covata malefica (1979) è un David Cronenberg d’annata, quando ancora faceva serie B col coltello tra i denti, ed è giusto accostarlo in una eventuale maratona notturna (anzi, “nocturna”) con la trilogia di Tetsuo (1989, 1992, 2009) del maestro Shin’ya Tsukamoto che non ha mai negato di essersi ispirato ai primi lavori del cineasta.

Anche The Addiction - Vampiri a New York (1995) è un grande film, un horror concettuale, oggi si definirebbe forse prestige horror, con dissertazioni filosofiche sul male ma anche tanta visceralità, come s’addice al suo regista Abel Ferrara. Ultimo mondo cannibale (1977) è una chicca di Ruggero Deodato che apre la strada a Cannibal Holocaust (1980) e non gli è da meno in termini di efferatezze. Il film è stato recentemente restaurato e riproposto alla Mostra di Venezia 2023.

Un gatto nel cervello (1990) è il cult movie malato di Lucio Fulci che mette in scena se stesso in crisi per i film truculenti che realizza. Decide per questo di andare in cura da uno psicologo ma sceglie senza saperlo un assassino. Se non lo avete mai visto non perdetelo perché non assomiglia a nient’altro. Così come sono gustosi Incubo sulla città contaminata (1980) di Umberto Lenzi, molto splatter e giocato sul connubio tra fantascienza distopica e horror, e I lunghi capelli della morte (1964) di Anthony M. Dawson, ovvero Antonio Margheriti, gotico d’atmosfera con la strega Barbara Steele.

La corta notte delle bambole di vetro (1971) di Aldo Lado chiude il programma della Halloween Night di The Film Club ed è, lasciatemelo dire, un finale col botto. Anche noto con il titolo alternativo di Malastrana, dal nome del quartiere di Praga dove il film è ambientato e (in parte) girato, è un classico del bis italiano con una eccellente colonna sonora di Ennio Morricone a sottolineare la tensione di una storia che mescola Edgar Allan Poe a Roman Polanski. Il giornalista americano Jean Sorel in una città dell’est Europa è destinato a esequie decisamente premature, coinvolto in una congiura esoterica cominciata con la sparizione della compagna Barbara Bach. Esordio alla regia per il veneziano Lado.

Collection Halloween su The Film Club