Nel 1979 escono Alien di Ridley Scott, Nosferatu - Il principe della notte di Werner Herzog, Fantasmi di Don Coscarelli, The Driller Killer di Abel Ferrara, Dracula di John Badham, Zombi 2 di Lucio Fulci, The Butterfly Murders di Tsui Hark. Escono anche Buio omega di Joe D’Amato, Fascination di Jean Rollin, Profezia di John Frankenheimer, Horror Puppet di David Schmoeller. E pure Stridulum di Giulio Paradisi. Per non parlare di Quando chiama uno sconosciuto di Fred Walton.

Fa tremare i polsi soltanto a leggerlo, eh. Pensate a esserci. Non crediate però fosse un anno eccezionale: scorrete le release del 1978 o del 1980, del 1977 o del 1981, e le cose non cambiano. Per l’appassionato di horror, il bengodi. Per gli studiosi del genere, idem. Esce anche Brood - La covata malefica, nel 1979. Due anni dopo Rabid - Sete di sangue e due anni prima di Scanners.

" data-credits=
Immagine tratta da L'ululato di Joe Dante (1981)


È ancora un po’ presto per parlare di new horror, che ormai com’è noto si è più o meno tutti concordi a battezzare con L’ululato di Joe Dante, Un lupo mannaro americano a Londra di John Landis, Il bacio della pantera di Paul Schrader e La cosa di John Carpenter. Primi albeggi dei famigerati Eighties, dunque. Ma David Cronenberg, diversamente dagli altri, ci vede lungo già da prima, e anticipa i tempi.

Se infatti Dante, Landis e Carpenter trascorrono gli anni 70 parlando d’altro, Cronenberg da subito, da Il demone sotto la pelle, affronta di petto quello che del new horror è il carattere fondativo e il modulo: il corpo. In un memorabile numero quasi monografico di “Cinema & Cinema” datato gennaio-marzo 1983, si inserisce il new horror nell’epoca dell’ostentazione, «in cui il cinema non lascia più nulla all’immaginazione».

Sappiamo bene però che non si tratta soltanto di teste che scoppiano (Scanners) o ventri che esplodono (La cosa): il new horror degli anni 80 è un genere introspettivo, psicologico, che guarda dentro l’uomo, non più fuori. Perché dentro giacciono (forse) le risposte alle domande che l’horror, fin dalle sue origini, si pone. Per Cronenberg ciò è un’ossessione e un argomento, da sempre, e immediatamente dagli inizi di carriera.

" data-credits=
Immagine tratta da Brood - La covata malefica (1979)


A questo proposito, è naturalmente Videodrome il testo-chiave cronenberghiano, ma Brood - La covata malefica ne sembra, ancora più di Scanners, una specie di prodromo teorico: (attenzione, spoiler!) e se i figli-freak di Nola (Samantha Eggar), in cura dal dottor Raglan (Oliver Reed) e nati per partenogenesi, fossero destinati a diventare la nuova carne del futuro?

A Cronenberg interessa la realtà in quanto espressione di un amore malato: è da quest’ultimo che sboccia l’orrore. Più che un film sull’infanzia dannata, Brood - La covata malefica - disponibile su The Film Club - è allora un film su un corpo che produce corpi con i quali dare un’identità al domani. Il parto è ancora oggi qualcosa di agghiacciante (si astengano i molto sensibili). L’identità è ben poco gradevole, ognuno può riconoscervi il volto che preferisce (e che più teme).

Autore

Pier Maria Bocchi

Pier Maria Bocchi guarda cinema da quando aveva 5 anni. E forse anche prima.

IL FILM

locandina Brood - La covata malefica

Brood - La covata malefica

Horror - USA 1979 - durata 92’

Titolo originale: The Brood

Regia: David Cronenberg

Con Oliver Reed, Samantha Eggar, Art Hindle, Cindy Hinds, Henry Beckman, Nuala Fitzgerald

in streaming: su Amazon Video Rakuten TV Raro Video Amazon Channel