Of Dogs and Men, il film diretto da Dani Rosenberg e presentato nella sezione Orizzonti della Mostra del Cinema di Venezia in onda su Rai 3 la sera del 7 ottobre, è un’opera che chiede di essere ascoltata.
Girato tra ottobre e novembre 2023 nei luoghi esatti del massacro del 7 ottobre, racconta l’indicibile senza mai cedere alla tentazione della retorica. Non offre risposte, ma apre ferite. Non cerca la pace, ma la verità di chi vive in mezzo alla guerra. In una realtà lacerata come quella del conflitto israelo-palestinese, dove più di 40.000 persone sono già morte nella Striscia di Gaza in meno di un anno, questo film si schiera apertamente contro la disumanizzazione e contro ogni tipo di negazione.

Dar: una sopravvissuta che non dimentica
Dar, la protagonista del film di Rai 3 Of Dogs and Men ha sedici anni, ma lo spettatore dimentica presto la sua età. La interpreta Ori Avinoam, unica attrice professionista in un film costruito con veri abitanti del kibbutz Nir Oz.
La trama è semplice e devastante: Dar torna nel kibbutz dopo essere sopravvissuta all’attacco del 7 ottobre per cercare Shula, il suo cane. Ma è chiaro sin da subito che non cerca solo un animale: cerca una forma di senso, una traccia di normalità, un frammento del mondo che le è stato strappato. Il suo vagare non è solo geografico: è una discesa nel trauma, nel dolore degli altri, in un paese in frantumi.
A dar voce al vuoto c’è il diario della madre scomparsa, letto in voice over: parole quotidiane che diventano testamento, controcanto intimo alla distruzione. La ragazza scorre Instagram, TikTok e Telegram, cercando notizie, immagini, brandelli di realtà. Ma è solo nel silenzio che il dolore si fa pienamente presente.
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Uomini e memorie: chi resta, chi cerca, chi resiste
Il film di Rai 3 Of Dogs and Men si popola di figure reali che portano sulla pelle e nelle parole le tracce della tragedia. Natan Bahat è uno di loro: ultraottantenne, fondatore del kibbutz, rimasto solo dopo il rapimento dei nipoti. La sua memoria è un ponte tra un passato idealista e un presente lacerato. Dice: “Non siamo nazisti. Non possiamo sterminarli”. Un’altra presenza che buca lo schermo è quella di Nora Lifshitz, animalista, tatuata, scalza, impegnata nel recupero degli animali abbandonati: un atto di pietà che diventa resistenza morale.
Le interazioni con personaggi minori – un tassista che invoca la bomba atomica, un soldato, un’insegnante – mostrano una società divisa, dove la sete di vendetta convive con richiami alla dignità umana. Nessuno è costruito, tutto è vissuto. E il dolore è un linguaggio comune, nonostante le distanze ideologiche.

Il cane che attraversa il confine
La ricerca del cane Shula è il motore narrativo del film di Rai 3 Of Dogs and Men, ma diventa allegoria potente. In una sequenza animata dal forte impatto emotivo, il cane attraversa il confine ed entra nella casa di un bambino palestinese. Una pausa onirica che non interrompe la tensione, ma la amplifica: è l’immagine di un’empatia possibile, di un’infanzia violata da entrambi i lati del muro. La scelta stilistica, che ricorda Valzer con Bashir, è un atto di coraggio poetico.
Rosenberg ha dichiarato che tutto è nato da un’immagine vera: cani che, durante l’attacco, fuggivano verso Gaza o tornavano indietro. Lì è nata l’idea del film, che nel titolo richiama volutamente Of Mice and Men di Steinbeck: uomini e cani, entrambi smarriti in un mondo in cui la logica è saltata.
Un film che cammina tra le macerie
Girato con una camera leggera e senza set ricostruiti, il film di Rai 3 Of Dogs and Men è un’opera che ha fatto della fragilità il suo punto di forza. Non ci sono musiche nei momenti di guerra, non ci sono dolly, non ci sono estetiche del trauma. C’è solo il presente, instabile, urgente. Il confine tra fiction e realtà si dissolve: ciò che vediamo è la vita vera, vissuta dentro una cornice cinematografica che si rifiuta di diventare spettacolo.
La regia adotta una distanza etica: i video del 7 ottobre compaiono solo su schermi interni alla scena, come a dire che la tragedia è sempre mediata, sempre filtrata, sempre oltre. Eppure, il dolore filtra. Si insinua. Colpisce.
Contro la narrazione binaria
Nel cuore del film di Rai 3 Of Dogs and Men, c’è la vera sfida: mostrare l’umanità senza cedere al manicheismo. Il dolore palestinese è presente, anche se solo attraverso frammenti, telefonate, testimonianze. Ma c’è. Come ha detto il regista: “I media israeliani non mostrano Gaza. Noi la vediamo solo attraverso gli schermi. Ma anche questo è parte della realtà”. La guerra ha bisogno di nemici assoluti. Il film, invece, mostra corpi. Mostra solitudini. Mostra ciò che resta quando tutto è perduto.
Rosenberg non cerca il consenso. Cerca la testimonianza. Dopo aver raccolto storie di sopravvissuti come volontario, ha deciso di filmare non per raccontare tutto, ma per non restare in silenzio. Il film è un atto politico, ma senza slogan. Un gesto di presenza, una dichiarazione: “C’è stato un prima. Ora c’è questo.”
In un tempo in cui gli estremismi avanzano “come cavalieri dell’apocalisse”, come ha scritto Pierre Haski, Of Dogs and Men rifiuta la semplificazione e punta dritto all’abisso umano. Non cerca di salvare, ma di mostrare ciò che non può essere ignorato.
Of Dogs and Men è un film necessario, perdonateci l’aggettivo ormai inflazionato da tante intelligenze artificiali, anche se insopportabile. Una cronaca senza filtro di una società in frantumi. Un’esplorazione della perdita, del dolore, ma anche della possibilità di compassione. In un mondo dove la guerra viene normalizzata, Rosenberg riporta l’attenzione sull’essere umano.
Non c’è retorica, non c’è eroismo. C’è una ragazza che cerca il suo cane, e nel farlo ci obbliga a guardare in faccia ciò che molti preferiscono non vedere. Questo è cinema che non intrattiene ma che, letteralmente, brucia.
Filmografia
Of Dogs and Men
Drammatico - Israele, Italia 2024 - durata 82’
Titolo originale: Al klavim veanashim
Regia: Dani Rosenberg
Con Ori Avinoam, Natan Bahat, Nora Lifshitz, Yamit Avital
in TV: 07/10/2025 - Rai 3 - Ore 21.20
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