Un regista popolare

Molti film rari di Carlo Lizzani nella library di The Film Club. Di alcuni classici come Achtung! Banditi!, Cronache di poveri amanti e L’oro di Roma (tutti su Minerva Classic) abbiamo già parlato, occupiamoci dei titoli meno noti. Si comincia con L’amore in città del 1953 (su RaroVideo), Lizzani firma il primo episodio (su sei) dedicato al mondo della prostituzione romana. Il film fa parte di un ambizioso progetto di Cesare Zavattini intitolato Lo spettatore, una specie di cinegiornale con cadenza semestrale con il quale lo sceneggiatore voleva proseguire il neorealismo su un altro piano, documentaristico e dell’indagine di costume. Il film andò male commercialmente e il progetto naufragò, ma resta come testimonianza di un cinema civile.

Kleinhoff Hotel (1977, su TFC Premium) è uno dei titoli meno ricordati di Lizzani, storia di una donna, Corinne Cléry, che si innamora del vicino di camera, in verità un terrorista della RAF ricercato dalla polizia. Un mélo politico ambientato in Germania negli Anni di piombo, scritto con Valentino Orsini. San Babila ore 20: un delitto inutile (1976, su Minerva Classic) è invece giustamente noto e per chi scrive fondamentale per capire una stagione politica e cinematografica. Il titolo rimanda all’agguato ad Alberto Brasili e Lucia Corna, aggrediti nel 1975 in pieno centro a Milano da cinque neofascisti perché lui aveva staccato un volantino del MSI da un palo della luce. Brasili non sopravvisse alle coltellate. Il film di Lizzani è tornato di recente sugli scudi perché a un certo punto viene inquadrato un vero comizio neofascista, e uno degli arringatori è l’attuale presidente del Senato.

Si prosegue con Ai margini della metropoli (1953, su RaroVideo), storia di un avvocato che cerca le prove per scagionare un giovane accusato di omicidio, anche questo ispirato a un fatto di cronaca (quello del “biondino di Primavalle”, noto così all’epoca). Lizzani, anche co-autore del copione, studia un metodo che diverrà il suo, ben riconoscibile. Da una parte un cinema fortemente realistico e dall’altra una partecipazione ideologica forte, unite da un notevole senso della narrazione e dello spettacolo. Un regista popolare insomma.

Lo schema è lo stesso di Il carabiniere a cavallo (1961, su Minerva Classic) declinato però verso la commedia, con Nino Manfredi carabiniere costretto a cercare nella periferia di Roma il suo cavallo d’ordinanza rubato dagli zingari. Chiaro l’intento degli autori (con Lizzani anche Maccari, Scola e Pietrangeli) di fare della denuncia sociale, che infatti piacque poco ai censori. Esterina (1959, su Minerva Classic) è caldamente consigliato soprattutto per la protagonista, Carla Gravina, attrice molto brava e sottoutilizzata dal nostro cinema; qui è una ragazza di campagna che viaggia in città in cerca di futuro. Non andrà tutto bene. Chiude il ciclo La Celestina P... R... (1965, su Minerva Classic) una vera chicca con Assia Noris “faccendiera” milanese che trova escort (una è Raffaella Carrà!) e risolve problemi per la rampante borghesia del Boom.

Carlo Lizzani su The Film Club