Non sarà un film di Natale, dal momento che esce appena appena fuori tempo massimo (il 4 gennaio, distribuito da Lucky Red); ma calza a pennello il fatto che Perfect Days – ventiquattresimo lungometraggio interamente firmato da Wim Wenders in una filmografia ricca di sorprese e povera di banalità – esca quando ancora l’Epifania tutte le feste non si è portata via. C’è chi, nell’atmosfera rilassata e spensierata delle festività, vuole vedere un film buffo e leggero, chi piuttosto ne preferisce vedere uno spettacolare e fracassone, e chi invece si aspetta che i buoni sentimenti trionfino (almeno al cinema) per non rovinare l’unico momento famigliare di svago dopo giorni e giorni di parenti che ci tengono a condividere con tutti le peggiori opinioni di sempre sulla vita l’universo e tutto quanto.
Se devo imbucare il mio voto sull’argomento, però, dico che il regalo cinematografico ideale da tenere non proprio sotto all’albero, ma comunque sotto le feste è un film come Perfect Days, che coccola senza consolare, che scalda senza mentire e che offre serenità senza far finta che la malinconia non esista. Wenders – che appena dopo la pandemia era stato invitato a Tokyo dal produttore Koji Yanai per ammirare un progetto sul restyling di alcuni bagni pubblici di Shibuya, decidendo che lì in mezzo da qualche parte c’era una storia da raccontare – ha scritto (insieme a Takuma Takasaki) un protagonista mirabile nella sua semplice dignità, in grado di apprezzare la bellezza di una routine mai data per scontata, l’utilità di un lavoro (qualsiasi lavoro) fatto come si deve e la bellezza dei paesaggi, naturali e antropici.
Il bravo Koji Yakusho – frequente collaboratore di Shohei Imamura (L’anguilla, Acqua tiepida sotto un ponte rosso) e Kiyoshi Kurosawa (The Cure, Tokyo Sonata) e vincitore della Palma d’Oro a Cannes per la sua interpretazione in Perfect Days – indossa con grazia la vita quotidiana di Hirayama, uomo di mezza età impiegato comunale che inizia tutte le sue giornate con un sorriso e, dopo aver curato le piantine del suo appartamento monastico e ordinato, si avvia al lavoro. Va a pulire la sua quota di bagni pubblici di Tokyo, spostandosi da una parte all’altra della tentacolare metropoli su un furgone in cui ascolta musicassette esclusivamente di alta classe: Patti Smith, i Kinks, gli Animals, Otis Redding, Van Morrison, Nina Simone e, ovviamente, Lou Reed. I suoi sono giorni perfetti, uno in fila all’altro. E senza nemmeno l’aiuto dell’eroina.
A Hirayama basta poco per mantenere alto il livello di serenità. Gli basta svegliarsi per l’ennesimo giorno di fila in salute, con un lavoro onesto da portare a termine, con una natura da ammirare e con una bella canzone da ascoltare. Indossa la sua tuta/divisa, sfodera spazzole, spazzoloni e detergenti, si arma di uno specchietto con cui controllare che negli orinatoi o nei bagni non ci siano brutte sorprese, legge un libro durante la pausa pranzo, fotografa gli alberi, sorride tutte le volte che può. È così in pace con tutto, Hirayama, che quasi te la dà a bere; quasi riesce a convincere persino il peggiore dei cinici. Ma prima o poi la domanda arriva: chi è Hirayama? Qual è la sua storia? Com’è arrivato a scegliere una vita così ascetica e distaccata? Domande a cui Wenders risponde con i tempi giusti, placidi e saggi che sono gli stessi del suo protagonista e del nume tutelare che vigila sulla bontà cinematografica di Perfect Days: Yasujirō Ozu.
Il film
Perfect Days
Drammatico - Giappone, Germania 2023 - durata 123’
Titolo originale: Perfect Days
Regia: Wim Wenders
Con Koji Yakusho, Arisa Nakano, Tokio Emoto, Aoi Yamada, Yumi Asô, Sayuri Ishikawa
Al cinema: Uscita in Italia il 04/01/2024
in TV: 12/10/2024 - Sky Cinema Due - Ore 12.35
in streaming: su Apple TV Google Play Movies Rakuten TV Now TV Sky Go Timvision
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