Negli anni 70 lo incrociavo spesso in via delle Tre Cannelle, che solo chi vive a Roma conosce col vero nome. Per i cinefili di mezzo mondo è invece via delle Madonne, dove I soliti ignoti fanno il colpo che finisce a pasta e ceci. Io sapevo chi era, lui ovviamente non mi notava nemmeno.
Aldo Braibanti lo avevo lasciato, qualche tempo prima, in un’aula del palazzaccio, seduto tra due carabinieri, mentre cercava di non ascoltare le testimonianze dell’accusa. Quell’unica volta che ero andato all’udienza insieme a un gruppetto di militanti radicali - me lo ricordo molto bene - stava parlando la madre del ragazzo “plagiato”.
A mezzo secolo di distanza ho voluto consultare gli atti del processo e nel film non ho cambiato una parola di quello che le ho sentito dire con le mie orecchie. E così ho fatto con gli altri testimoni. Solo all’imputato ho concesso di esprimersi come forse avrebbe fatto senza giudici e senza codici penali. Con lucidità e coraggio, anche con una certa arroganza, come se non incombesse su di lui una sentenza, se non la propria.
Ma che c’entra via delle Tre Cannelle? Era la stradina che portava a un cinema, il Rialto. Nei primi anni 60 aveva inaugurato i lunedì d’essai, proiettando classici introvabili, con pienoni da non credere. Forse è nata da lì la cinefilia romana del Dopoguerra, forse senza il Rialto non avremmo avuto il Filmstudio. Ma negli anni di cui parlo, con la condanna di Braibanti ormai alle spalle, quella sala era tutta un’altra cosa. Seconda visione, prezzo stracciato, un film via l’altro. E il pienone non solo il lunedì ma tutta la settimana, specie agli spettacoli del pomeriggio.
Era una sala scomoda, con le sedie di legno, ma con un suo decoro, a due passi da piazza Venezia, facile da raggiungere a piedi per chi, come Braibanti, abitava al ghetto; e per me che venivo da Trastevere. Poca gente nelle prime file, tanta nelle ultime. E nessuna donna. I più scaltri stavano in piedi, nella parte buia, appoggiati alla parete di fondo: una piccola folla con gli occhi che scansavano lo schermo per scrutare tra i nuovi arrivi.
Chi ha letto il mio romanzo Politeama (Mondadori, 2016, ndr) sa di cosa parlo. Al Rialto, come al Nuovo Olimpia, come alla Sala Umberto, si andava per gli incontri «alla cosacca», come li definiva Paolo Poli. E Braibanti lo seguivo con lo sguardo, senza avvicinarmi, perché tutto mi riportava a quando lo avevo visto in tribunale, ai suoi due anni passati in una cella di tre metri per quattro. Con una stretta al cuore pensavo che, nello spazio di un piccolo cinema, Aldo si sentisse a modo suo libero. E io, a modo mio, stavo ancora dalla sua parte.
IL FILM
Il signore delle formiche
Biografico - Italia 2022 - durata 134’
Regia: Gianni Amelio
Con Luigi Lo Cascio, Elio Germano, Sara Serraiocco, Leonardo Maltese, Anna Maria Antonacci, Rita Bosello
Al cinema: Uscita in Italia il 08/09/2022
in streaming: su Apple TV Google Play Movies Rakuten TV Netflix Netflix basic with Ads Amazon Video Timvision
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