Cosa facciamo per affrontare la morte? O per prepararci ad accoglierla? O per accettarla quando attende qualcuno che amiamo? Ci inventiamo il paradiso, l’inferno, la vita eterna, le molteplici vergini o le reincarnazioni, risponderebbe qualcuno; viviamo e ricordiamo, risponderebbe qualcun altro. Non ho la minima idea di chi possa avere ragione in un dibattito che afferisce a una sfera talmente personale che forse andrebbe lasciata tale (spoiler: sono alcuni millenni che è troppo tardi per sperare in qualcosa del genere). So solo che se mai fosse necessario consigliare un bellissimo film che racconta il legame fra la vita e la morte senza didascalie né fallacie retoriche, a uno dei primi posti ci sarebbe l’opera seconda della regista e sceneggiatrice messicana Lila Avilés, Totem - Il mio sole, presentato in concorso al Festival di Berlino nel 2023 e, grazie al prezioso lavoro di Officine Ubu, finalmente in sala anche in Italia a partire dal 7 marzo.

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Tótem - Il mio sole (2023) scena

Al centro del film c’è la singola, lunga, significativa giornata in cui una famiglia allargata come tante – seppur investita da una buona dose di sfiga – si riunisce nella casa con giardino del patriarca, burbero terapeuta reso vedovo da un cancro e da un altro costretto a parlare con il laringofono, per festeggiare il compleanno di Tona, figlio pittore e malato terminale costretto a letto. La giornata è vissuta quasi tutta dal punto di vista della piccola Sol(ecito), sette anni, figlia del festeggiato.

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Tótem - Il mio sole (2023) scena

Andando al lavoro, la mamma l’ha lasciata a casa dei nonni: a Sol non è ancora permesso vedere il padre, dunque vaga tra la cucina e il giardino assistendo ai discorsi in linguaggio farfallino dei grandi e ai capricci dei piccoli, ma sempre con un unico pensiero: “Desidero che il mio papà non muoia”. Ognuno prende come può la rincorsa per la serata, emotivamente carica anche se nessuno ne parla: Zia Alejandra crede agli spiriti e fa purificare la casa, spendendo 3mila pesos che la famiglia non ha. Zia Nuri ha la situazione sotto controllo fino a un certo punto, l’espressione sempre preoccupata e il gomito costantemente alto. Zio Napo arriva per ultimo, regala un pesce rosso a Sol e fa fare a tutti terapia quantica. Nel frattempo, tra uno psicodramma soffocato e l’altro, la bimba osserva la natura e chiede a Siri: “Quando finirà il mondo?”. Le chiede anche quando morirà il suo babbo, che non è ancora riuscito a raccogliere le forze per vederla e affrontare il suo sguardo.

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Tótem - Il mio sole (2023) scena

Diventa via via sempre più chiaro che tutti, proprio tutti, abbiano la consapevolezza che stanno per festeggiare quello che, presumibilmente, sarà l’ultimo compleanno di Tona. Lo fanno con positività, trattando con maleducazione e aggressività la disperazione, rimandando i problemi che possono essere rimandati e celebrando la vita che è stata e che sarà, ridendo, bevendo e mangiando senza dimenticare né facendo finta di nulla, bensì accettando e accogliendo. Ed è bellissimo e terribile.

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Tótem - Il mio sole (2023) scena

È il senso della sorpresa finale – un richiamo ciclico all’incipit del film – che Sol e la mamma hanno preparato per Tona e che non vedevano l’ora di fargli vedere; un senso che si completa con l’ultima inquadratura e l’ultimo sguardo in macchina, con quel desiderio irrealizzabile che rimane fermo sulle labbra di una bambina che in una sola giornata è cresciuta una vita intera.

Autore

Nicola Cupperi

Scrive per FilmTv perché gliel'ha consigliato il dottore. Nel tempo libero fa la scenografia mobile. Il suo spirito guida è un orso grigio con le fattezze di Takeshi Kitano.

Il film

locandina Tótem - Il mio sole

Tótem - Il mio sole

Drammatico - Messico, Danimarca, Francia 2023 - durata 95’

Titolo originale: Tótem

Regia: Lila Aviles

Con Naíma Sentíes, Montserrat Marañon, Marisol Gasé, Saori Gurza, Mateo Garcia, Teresita Sánchez

Al cinema: Uscita in Italia il 07/03/2024